Città Nuova e la storia

la politica dei cattolici

Perché una collana di storia contemporanea?

Possieri: «Perché oggi viviamo in un grande momento di transizione storica, un momento di passaggio epocale che rappresenta una grande frattura rispetto al passato. È fondamentale avere la piena consapevolezza di cosa sta accadendo, coglierne il significato e quali sono le cause profonde di questo mutamento. Un mutamento che, ovviamente, non nasce l'altro ieri, ma ha motivazioni ben radicate nella nostra storia recente. Oggi stanno cambiando i costumi, le relazioni interpersonali e gli stili di vita: basti pensare agli effetti della globalizzazione, della rivoluzione digitale e delle nuove questioni bioetiche. Ma soprattutto sta cambiando lo scenario geopolitico e socioeconomico mondiale con nuovi Paesi emergenti che stanno determinando nuovi equilibri. Dove si trovano l'Italia e l'Europa rispetto al resto del mondo? Qual è il centro e qual è la periferia del cosiddetto sistema internazionale globale? Occorre capire questo crinale della storia con grande intelligenza, un sano discernimento e senza alcuna demonizzazione».

Il primo titolo uscito – Paolo Pombeni in dialogo con Michele Marchi, La politica dei cattolici. Dal Risorgimento ad oggi – e il successivo dedicato a vicende legate alla vita della Chiesa  fanno pensare ad una collana orientata a raccontare la storia della Chiesa. è così? Quali sono i temi e le questioni che verranno affrontati nei prossimi titoli?

Possieri: «Non sarà assolutamente una collana dedicata alle sole vicende della Chiesa, ma sarà una collana dedicata al mondo contemporaneo (con un occhio di riguardo per l'Italia) letto e interpretato da una prospettiva storica. I primi volumi della collana riguarderanno il cattolicesimo per un motivo preciso: la rinuncia di Benedetto XVI rappresenta un evento importantissimo che segna una novità fondamentale nel mondo di oggi. Partire dal papa e dal papato rappresenta quindi una scelta dettata da un criterio di rilevanza storica oltre che di grande attualità. Lo stesso può dirsi per il cattolicesimo politico in Italia: un movimento che ha svolto un ruolo di primo piano nel nostro Paese per decenni e che poi è progressivamente scomparso. Perché? Che significa? Non esiste più alcuna eredità? Gli altri volumi parleranno di temi differenti: dalla Grande guerra alla seconda guerra mondiale, delle donne nella Chiesa ai nuovi martiri del '900, dall'identità italiana a quella europea, dal comunismo al fascismo».

Perché la forma dell’intervista?

Possieri: «Perché riesce a coniugare la complessità della migliore ricerca scientifica con la semplicità di un genere narrativo adatto ad un pubblico vastissimo. E in più c'è un grande esempio nella letteratura storica: L'intervista sul fascismo fatta da Michael Ledeen a Renzo de Felice, edita da Laterza nel 1975. Da quell'intervista scaturì un dibattito vastissimo, sicuramente superiore alle aspettative, che permise a centinaia di migliaia di persone di rapportarsi, per la prima volta, con l'opera monumentale di De Felice e con un tema così complesso per l'Italia, come quello del fascismo, che fine ad allora, nel discorso pubblico, era rimasto racchiuso all'interno di una interpretazione statica e imprecisa. Ebbe delle ripercussioni simili, seppur più limitate, anche L'intervista sull'antifascismo curata da Piero Melograni a Giorgio Amendola e che uscì nel 1976. In entrambi i casi era stato rispettato il rigore scientifico e l'esigenza di parlare se non a tutti, almeno a molti.

Inoltre, ad avvalorare questo doppio registro della collana (ricerca e divulgazione scientifica) vanno menzionati i curatori dei volumi. L'intervista, infatti, è guidata da alcuni giovani studiosi già affermati nel mercato editoriale – e che di solito sono i più reattivi e solerti nel realizzare un prodotto che presenta molte fasi di elaborazione (l'ideazione, l'intervista, la scrittura, il controllo delle fonti) – ad alcuni noti intellettuali e professori universitari che hanno alle spalle una produzione scientifica di valore internazionale ma che, magari, al di fuori dei tradizionali canali accademici, è sconosciuta al grande pubblico».

A chi si rivolge la collana?

Possieri: «La collana, come ho già in parte anticipato, per il volume in formato tascabile e il linguaggio utilizzato, ha la pretesa di parlare ad un pubblico potenzialmente vastissimo: dalla persona che si informa solo su internet ma a cui manca quella gerarchia delle fonti che può dare solo uno specialista della materia, al classico lettore di quotidiani che vuole approfondire un aspetto dell'attualità politica; dallo studente delle scuole superiori e dell'Università che vuole avere una bussola per orientarsi su un argomento centrale della sua formazione, al docente che vuole costruire un seminario specialistico su un argomento di esame; dal dirigente d'azienda al lavoratore dipendente; dal giornalista all'attivista politico fino al laico cattolico impegnato in una qualsiasi realtà ecclesiale».

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