Zio Carlos e il tempo

Durante 80 anni di vita non ha mai smesso di misurare le precipitazioni nella sua città. Ha imparato a prevedere il tempo basandosi sulla saggezza popolare tramandata dalle generazioni precedenti, con uno sguardo attento sul Creato
Carlos Chiapino
Carlos Chiapino nella sua casa di Paraná, Argentina. 5 maggio 2022. Foto: Candela Copparoni

È il 5 maggio 2022, il freddo autunnale si fa sentire e i raggi del sole illuminano la casa. Carlos Chiapino ha 95 anni e detiene un record difficile da battere: da 80 anni registra minuziosamente le precipitazioni di Paraná, la sua città natale nella provincia argentina di Entre Ríos.

La sua casa si trova alla periferia della città, su un ampio terreno vicino alla base aerea militare. Il retro della casa ospita un orto che un tempo coltivava instancabilmente giorno dopo giorno per procurarsi cibo fresco da mangiare. Il resto dello spazio esterno è abitato da diversi tipi di piante da fiore.

Ci sediamo nella veranda e iniziamo a parlare. Chiapino tira fuori i suoi quaderni e mi mostra un mare di numeri scritti a mano, tutti ordinati e distinti per colore. Mi trasmette la passione per ciò che racconta, per la ricchezza che ha tra le mani. Il lavoro è incommensurabile, soprattutto se si pensa che negli ultimi 65 anni non ha “solo” misurato le precipitazioni, ma ha preso nota anche di temperature, venti, tempeste, siccità, gelate e altri dati atmosferici rilevanti.

Chiarisce subito che la sua analisi copre solo una distanza di 50 km, perché le condizioni meteorologiche cambiano da una zona all’altra, ma questo non la rende meno rilevante per gli agricoltori che hanno beneficiato delle sue previsioni e delle sue statistiche, e che hanno voluto riconoscere il suo lavoro e la sua saggezza con doni di ringraziamento.

Carlos Chiapino
Carlos Chiapino mostra i suoi quaderni con tutte le cifre e statistiche legate ai fenomeni meteorologici degli ultimi 80 anni. Paraná, 5 maggio 2022. Foto: Candela Copparoni

«Tutto è iniziato il 5 aprile 1942, quando avevo 15 anni – racconta. Era un giorno di pioggia quando la famiglia era riunita e si decise di fare una commissione; mio padre disse che io sarei stato il tesoriere e che avrei dovuto scrivere i dati. Lui erano 20 anni che osservava le piogge, ma non le aveva mai annotate». Fu la curiosità a fargli mantenere l’impegno, perché suo padre gli aveva detto che il clima è ciclico e cambia ogni 25 anni, e Carlos voleva verificarlo.

Da allora, la sua passione per i fenomeni meteorologici non ha fatto che aumentare. Grazie a un pluviometro, ha annotato con precisione, giorno e notte, i millimetri d’acqua caduti in ogni giorno dell’anno, scrivendo perfino anche “nessun record” quando le precipitazioni erano così scarse da non poter essere misurate. Ha imparato a studiare i venti e a dedurre quando sarebbero arrivati il freddo o la pioggia in base alla loro provenienza e velocità, che viene comunicata dall’Aeronautica militare argentina.

Carlos conosce i mesi dell’anno in cui ci sono più temporali, che a Paraná coincidono con la stagione primaverile ed estiva, i giorni della settimana in cui statisticamente piove di più e in quale finestra oraria, sa che in 80 anni fino alla data di questa intervista ha piovuto 7.009 giorni, per un totale di 94.922 millimetri, ovvero quasi 95 metri.

Chiapino ha potuto confermare in più di un’occasione che il tempo effettivamente cambia nell’arco di un quarto di secolo e afferma, con dati alla mano, che il 1962 è stato l’anno peggiore degli ultimi 8 decenni per quanto riguarda il fenomeno della siccità, con un totale di soli 530 ml di precipitazioni.

A 95 anni, condivide alcuni fatti significativi su come sono cambiate le precipitazioni negli ultimi 80 anni. Spiega che nei primi tempi le precipitazioni erano più simmetriche, variando tra i 60 e i 100 ml al mese, per un totale di giorni di pioggia all’anno inferiore e simile da un anno all’altro. Sottolinea il periodo tra il 1998 e il 2007, quando le precipitazioni sono state molto intense, raggiungendo i 1700 ml all’anno, dopodiché hanno ricominciato a diminuire.

Per quanto riguarda le temperature, sottolinea che storicamente ci sono sempre stati periodi terribilmente freddi o caldi, ma che la differenza rispetto al passato è che un tempo le stagioni duravano tutto il trimestre dall’inizio alla fine, mentre ora c’è un’enorme variabilità, con forti freddi e gelate che si alternano a temperature elevate a pochi giorni di distanza l’una dall’altra.

Carlos Chiapino spiega che a Paraná circa 4 anni fa ha iniziato a verificarsi una grave siccità, soprattutto nei mesi invernali, completando verso la fine dell’anno i 1000 o 1200 ml, mentre i mesi estivi – l’ultimo e i primi dell’anno – sono quelli caratterizzati da precipitazioni più abbondanti. Secondo le sue statistiche e i saperi della tradizione popolare, stima che ci saranno 7 anni consecutivi di siccità, fino al 2025.

Carlos Chiapino
Carlos Chiapino mostra i suoi quaderni con tutte le cifre e statistiche legate ai fenomeni meteorologici degli ultimi 80 anni. Paraná, 5 maggio 2022. Foto: Candela Copparoni

Carlos, pur non avendo seguito corsi specifici su come interpretare i fenomeni meteorologici, possiede una vasta e concreta saggezza che ha acquisito negli anni attraverso un’osservazione meticolosa, dettagliata, attenta e paziente della natura. Anche la conoscenza popolare, i detti e le abitudini della generazione precedente alla sua, arrivata dall’Europa con nuovi modi di lavorare la campagna, sono stati per lui una fonte da cui trarre informazioni e conclusioni utili sul comportamento dell’ambiente.

Quali erano gli strumenti, le avvisaglie su cui si basavano nell’antichità per prevedere il tempo in modo rudimentale? Come potevano guardare il cielo e sapere che giorno sarebbe piovuto? Carlos condivide alcuni segni apparentemente impercettibili, ma precisi e inconfondibili, che preannunciano imminenti precipitazioni:

Le prove maggiori si ottengono osservando gli animali: «Formiche, scarafaggi, ragni… quando si vede un movimento, di sicuro dopo 4 o 5 giorni il tempo peggiora. Quando il tempo è brutto, gli uccelli volano basso perché si nutrono di altri insetti. Tuttavia, quando ci sono molti insetti, probabilmente non pioverà in quel momento – o pioverà poco – ma il giorno dopo».

Un altro segno sono gli aerei: «Quando ci sono nuvole cristallizzate lasciano la loro scia bianca. Quando il tempo è buono, non si vedono le nuvole lasciate dagli aerei. A seconda di come si dissipano, possiamo prevedere che tempo farà».

Anche la luna e il sole ci danno informazioni: «Quando appare un alone intorno al sole o alla luna, significa che c’è la possibilità di pioggia o maltempo 4 o 5 giorni dopo. Bisogna anche osservare se illuminano su nuvole cristallizzate». Anche l’altezza, la profondità e il colore dei raggi solari ci danno un indizio: «Se i raggi sono molto rossi, significa calore, se sono molto gialli, significa siccità. Quando sono scuri e si alzano nel cielo c’è la possibilità di pioggia. Quando i raggi arrivano fino in fondo, può darsi che piova prima di mezzanotte».

Un ulteriore segno si trova nei forni a legna: «Quando le temperature si abbassano, scende il fumo dei forni, ma quando il tempo è buono, il fumo sale così in alto che non si vede nemmeno».

Ogni anno, dal 25 dicembre al 6 gennaio, si concentra sullo studio scrupoloso di ciò che accade in quei 12 giorni: «Molte volte lo faccio a ore, cerco di vedere se c’è vento, se ci sono nuvole, se sta per piovere, da che parte pioverà di più o di meno. Inoltre, analizzando soprattutto i venti da sud, posso calcolare quando arriverà il freddo dell’inverno».

Dice di avere oltre 40 indicazioni scritte, alcune ereditate, altre dedotte da lui. Tra queste, ce n’è una che colpisce particolarmente: il “metodo della cipolla”. «Il 31 dicembre, al tramonto o più tardi la sera, prendo una cipolla bianca e la taglio in 12 fette. Si colloca un granello di sale grosso in ciascuna di esse. Il 1° gennaio vado a vedere. Il granello che è sciolto indica un po’ di pioggia, quello che è un po’ meno sciolto indica un mese secco, quello che è mezzo soffiato – con una piccola protuberanza sopra – indica molta umidità. Faccio molta attenzione perché a seconda del lato in cui il granulo salino è più sciolto, indica il mese uscente o quello entrante».

Uomo costante, attento e di grande dedizione, Chiapino ha raccolto su fogli di calcolo tutte queste osservazioni corrispondenti agli ultimi 80 anni, che andranno a comporre un libro che verrà prossimamente pubblicato. Meteorologo per passione e vocazione, ha imparato a osservare attentamente il ritmo della natura e a coglierne i segnali.

Carlos ha le palpebre cadenti, segno – come gli dice il medico – che ha lavorato i campi per la maggior parte della sua vita. Qual è il segreto per arrivare a 95 anni in così buona salute – a parte la difficoltà a camminare – e con una tale lucidità mentale? Probabilmente è legato a una buona alimentazione e ad alcuni rimedi naturali, come l’aloe vera: ogni giorno della sua vita ne ha mangiato un pezzetto, il che pare lo abbia aiutato a evitare di sviluppare una grave malattia.

Occhi negli occhi, un sorriso e uno sguardo profondo; ci salutiamo con parole di affetto e di incoraggiamento, senza sapere se ci rivedremo: mancano pochi giorni al mio rientro in Italia e penso che passeranno alcuni anni prima di visitare nuovamente l’Argentina.

5 mesi dopo, il 13 ottobre 2022, Carlos Chiapino si è spento. Colui che guardava il cielo, prendeva nota e pronosticava il tempo in base ai segni che percepiva. Ora, da quaggiù, alziamo lo sguardo e ci sembra di vedere una stella in più brillare nel firmamento.

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