Premio Chiara Lubich a Lampedusa

L’Associazione Città per la fraternità premia il piccolo comune per aver dimostrato negli anni concrete azioni di solidarietà verso migliaia di persone e attua un percorso di formazione sulle declinazioni economiche della fraternità nella vita di Adriano Olivetti e della fondatrice dei Focolari

La quinta edizione del Premio Chiara Lubich destinato alle azioni di fraternità attuate da comunità ed enti locali,  ha voluto riconoscere l’attualità esemplare di Lampedusa, dove le poche migliaia di abitanti continuano a dimostrare a tutto il mondo la forza del legame che nasce dall’accoglienza di chi arriva dal mare perché in fuga da guerre e povertà.

Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa-Linosa, per impedimenti istituzionali, non ha potuto raggiungere la Sala maestra dello splendido Palazzo Chigi di Ariccia, dove si è svolta la cerimonia, ma il Comune di Medolla (MO), premiato nel 2013 come esempio di fraternità vissuta durante il terremoto, e Giulia Folonari, stretta collaboratrice della Lubich lo hanno voluto consegnare, in sua vece, a  Maddalena Maltese, giornalista di Città Nuova.

Dalle pagine di cittanuova.it e della rivista, si è dato voce, in questi ultimi tre anni a questo territorio generoso, alle testimonianze di chi ha soccorso ed è stato soccorso ma anche alle mille contraddizioni della geopolitica europea, che si scaricano su questo scoglio. È un segno importante questo premio che si inserisce nel cammino avviato dall’Associazione Città per la fraternità nata nel 2009, ad un anno dalla “partenza” di Chiara Lubich, che ha fatto della fraternità un nodo centrale delle questioni civili, sociali, politiche del nostro tempo coinvolgendo ben 130 amministrazioni locali.

Sta qui l’origine del percorso di formazione che in concomitanza con il premio viene offerto a cittadini e amministratori pubblici e che quest’anno titolava: “Economia e comunità fanno rima con comunità?: gli esempi di Adriano Olivetti e Chiara Lubich”. La risposta non può che essere positiva, una volta chiarito il termine comunità. Come ha messo in evidenza Luigino Bruni, che da economista ha invitato a cogliere il fatto che Olivetti e Lubich non hanno cercato di costruire mondi cosiddetti perfetti separati dalla realtà, e volutamente rivolti ad una nicchia consolatoria del due per cento, ma di sperimentare l’ideale nella concretezza della fabbrica così come nella politica, facendo del lavoro il fattore dell’inclusione e del riscatto e rifiutando ogni logica pietosa o filantropica dell’assistenzialismo senza responsabilità. 

Una traccia da seguire con attenzione quella indicata da Bruni, referente del progetto di economia di comunione (EdC), se si legge la vicenda attualissima di Olivetti per ricercare nuove vie di politica economia e industriale per uscire da una crisi che sembra senza fine.  Anche perché c’è chi, come l’industriale Giovanni Arletti, amministratore della Chimar, di Carpi (Modena) conosce bene tutti i fattori che rendono incerta e frenano l’economia reale, come l’incongruenza della burocrazia che ha colpito le aziende emiliane dopo il terremoto e le recenti alluvioni, eppure, fedele all’esempio di Olivetti e ispirato dal carisma di Chiara Lubich, non ha licenziato ma investito sulle oltre 300  persone delle quali è datore di lavoro riuscendo ad aumentare il volume degli affari, nonostante la crisi e le calamità. Arletti è anche vice presidente dell’Aipec, l’associazione che raccoglie alcune delle imprese che aderiscono al progetto dell’EdC, ma anche è inserito in Confindustria e nel comitato tecnico dell’Expo 2015 ed è prova che si può fare impresa con una logica inclusiva e premiante senza mettere al bando dissidenti e oppositori.

L’esempio della Lubich e di Olivetti possono scrivere una pagina nuova per l’Italia riprendendo le fila del senso della comunità come hanno testimoniato Maria Pia di Nonno, giovanissima neo laureata, esponendo il lavoro di ricerca su Adriano Olivetti in via di pubblicazione, e Melina Decaro, docente di diritto pubblico comparato presso l’università Luiss, componente del centro studi della Fondazione Adriano Olivetti. Citando il discorso di Olivetti per l’inaugurazione dello stabilimento di Pozzuoli, la Decaro ha sottolineato la profeticità e l’attualità di temi come distribuzione di ricchezza, cultura, servizi, democrazia per il Sud, ma anche per il nostro Paese non condannato a inevitabile declino.

L’urgenza democratica è stata al centro dell’intervento di Silvio Minnetti, coordinatore italiano del Movimento politico per l’unità (Mppu) che puntando proprio alla costruzione della res pubblica con il supporto della creatività dei territori, del valore delle relazioni e del prendersi cura ha annunciato il progetto di una scuola per funzionari, dirigenti pubblici e amministratori locali in collaborazione con varie associazioni a livello nazionale. Territorio, città, comunità, economia si richiamano tra loro ha confermato anche la menzione particolare del premio della città per la fraternità a Curitiba, capitale dello stato brasiliano del Paranà con tre milioni e mezzo di abitanti, che l’Onu ha posto come «esempio mondiale di connivenza urbana tra uomo e natura» e che le città per la fraternità vogliono annoverare tra i soci.

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