Nuove uscite: As Bestas

Tanti film come ogni week end. Ve ne proponiamo due
As Bestas
Il produttore Eduardo Villanueva, al centro, riceve il premio Goya per il miglior film "As Bestas" durante la cerimonia del 37esimo Premio Goya a Siviglia, in Spagna, domenica 12 febbraio 2023. (AP Photo/Jose Breton) Associated Press/ LaPresse

As Bestas dello spagnolo Rodrigo Sorogoyen non è un film facile. Ma è un film necessario, perché la storia che vi si racconta è una metafora molto chiara di un fenomeno di sempre, oggi particolarmente vivo: l’accettazione del diverso, anche dell’immigrato. E non si tratta di extracomunitari, ma di una coppia francese che impianta una azienda agricola in un piccola località della Galizia che si va spopolando. Accolta all’inizio con cortesia, lentamente diventa oggetto di critiche, di ostilità da parte dei vicini di casa, contadini che vivono soli con la madre.

Tutto nasce da aziende straniere che vogliono impiantare pale eoliche, una discussione tuttora in atto in Spagna. Esse alterano in effetti l’ecosistema, in alcuni casi sono necessarie, ma l’eccessivo sfruttamento porta un notevole inquinamento visivo e acustico.

Se però i due fratelli vicini le accettano perché guadagneranno e potranno trasferirsi in città, la coppia, più colta e che fugge da una vita troppo inquinata dalla modernità è contraria. Di qui una ostilità che si svolge come un thriller con tanto di minacce, morte, indagini poliziesche non molto serie. In pratica, un conflitto fra culture diverse che non si accettano.

Se gli uomini sono fra loro ostili, le donne tuttavia alla fine sono le sole a tentare un minimo di dialogo, nella speranza che avvenga.

Recitato con naturalezza dalla coppia Denis Ménochet e Marina Fois, As Bestas colpisce nella natura aspra e selvaggia, perfetto nei silenzi e nei dialoghi scabri, sempre sincero nell’indagare non solo i rapporti fra gli uomini, ma tra la madre e la figlia unica: un’altra generazione che vive amori passeggeri, con un figlio, e scopre come l’amore fra i genitori fosse vero e profondo.

Il racconto è veloce, non è il solito thriller, ma una indagine anche sulle perplessità per il futuro, sulla possibilità di cambiare e la paura di farlo, su una umanità selvatica contro un’altra più attenta alla condivisione. Partito da un fatto vero, As Bestas si snoda senza incertezze, affascina e ci lascia con interrogativi che ci fanno bene.

Il regista Tarik Saleh (AP Photo/Daniel Cole)

Non perdere La cospirazione del Cairo dell’egiziano-svedese Tarik Saleh. La storia di Adam, giovane pescatore inviato nell’università islamica di Al-Azhar dove il governo mette il naso sul nuovo sceicco da eleggere per scegliere uno filogovernativo servendosi della sua ingenuità, dice molto sull’attuale dittatore al-Sisi. È una congiura di cui Adam diventa vittima inconsapevole, come è accaduto a Giulio Regeni. E dimostra come in realtà al-Sisi non voglia collaborare a far giustizia sul caso di Giulio Regeni perché troppi sono i legami economici con l’Italia. Così il giovane pescatore si troverà in contatto con personaggi ambigui della polizia, con minacce e oltraggi.

Siamo in un trhiller politico attuale, molto interessante anche nel finale, che dimostra l’uso spregiudicato della religione da parte del potere politico.

 

_

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre rivistei corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it
_

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons