Non solo ricevere ma dare

Varie Chiese giovani, un tempo destinatarie dell’azione missionaria dei Paesi di più antica evangelizzazione, ormai stanno sviluppando uno straordinario dinamismo di apostolato e testimonianza, e non solo al loro interno ma anche nella dimensione ad gentes. Ne è un esempio questo racconto. In sintonia con il Documento della Conferenza continentale di Aparecida, la Chiesa dello Stato del Paranà, nel sud del Brasile, dal 2013 ha intessuto rapporti con l’Africa occidentale, e specialmente con il settore di Quebo nella Guinea-Bissau. Ce ne parla il sottosegretario della Conferenza episcopale regionale.
Recife (Brasile)

Il Regional Sul 2 della Conferenza Episcopale Nazionale Brasiliana (CNBB) è composto da 18 diocesi, 2 eparchie ucraine, 903 parrocchie e 9.700 chiese cattoliche. Il territorio della regione corrisponde allo Stato del Paranà con 199.315 km² e una popolazione superiore agli 11 milioni di abitanti, dei quali 69,6% sono cattolici. Alla luce del documento conclusivo della V Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano ad Aparecida, e attenta alla chiamata di Papa Francesco ad essere Chiesa in uscita, la Chiesa cattolica del Paranà ha iniziato nel 2013 nella città di Quebo, diocesi di Bafatà nella Guinea-Bissau, la missione cattolica “Beato Paolo VI”.

Da quattro secoli è stato annunciato il Vangelo nelle terre brasiliane. Tanti missionari europei, messaggeri di pace, hanno percorso la regione del Paranà con a cuore il desiderio di fare del bene e di evangelizzare. Il seme della Parola di Dio è stato sparso generosamente e a tempo debito è germinato e ha prodotto molti frutti positivi, cosicché ai nostri giorni ci sono tante persone che mettono Dio al centro della loro vita. Questa Chiesa, fortificata dalla comunione, si lancia ora nella missione per ridare almeno in parte quanto ha ricevuto: la missione nasce come forma di riconoscenza.

Gli inizi della missione a Quebo

Tutto è partito da un invito del vescovo di Bafatà, mons. Pedro Zilli, brasiliano e proveniente dalla nostra regione. La sua richiesta era rivolta ai membri del Consiglio missionario della Chiesa del Paranà che si era creato dopo la Conferenza di Aparecida. Alla fine del 2011 quattro laici, membri del Consiglio, si sono recati in Guinea-Bissau. Durante il loro soggiorno in quelle terre sono rimasti molto colpiti dalla realtà povera e sofferente di quella gente. Così, dopo due mesi, sono ritornati in Brasile, disposti a lanciarsi nell’avventura della missione ad gentes.

In quel periodo ero stato eletto da poco segretario esecutivo della Conferenza episcopale regionale. Assieme agli altri membri del Consiglio abbiamo elaborato un progetto per la missione che, dopo varie stesure, è stato presentato nelle diverse realtà ecclesiali e ha ottenuto l’approvazione da parte di tutti, compresa la Conferenza regionale dei vescovi. Nel frattempo sono iniziate alcune azioni di collaborazione con la Chiesa in Guinea-Bissau, e specialmente con la diocesi di Bafatà.

Ottenuta l’approvazione della missione, prima di inviare i missionari era importante la perforazione di un pozzo artesiano, dato che in Guinea-Bissau per otto mesi all’anno non piove neanche una volta. Abbiamo pertanto lanciato nel 2013, l’azione dei piccoli pozzi, distribuendo ai bambini dell’Infanzia missionaria piccoli pozzi fatti di cartone, con lo scopo di raccogliere fondi per la perforazione del pozzo. In pochi mesi siamo riusciti a raccogliere la somma necessaria, e così ora è assicurata l’acqua per la missione e le comunità limitrofe.

In occasione del 50° della Conferenza episcopale regionale, nell’ottobre 2014, sono stati inviati solennemente i primi missionari in Guinea-Bissau. Per 18 mesi hanno abitato in una casa affittata da un musulmano e insieme alla comunità locale hanno iniziato la costruzione di un’altra casa che avrebbe fatto da centro per la missione. Il coinvolgimento delle persone del posto ha aiutato ad approfondire i rapporti con la gente attorno. A questo punto la missione era avviata.

L’azione «Missione, Parola e Pane»

Vedendo la generosità della gente del Paranà, i vescovi della Guinea-Bissau ci hanno chiesto delle bibbie, per aiutare le comunità cristiane a crescere nella fede e per poter evangelizzare quanti desiderano conoscere la Chiesa e aderire alla chiamata di Cristo. Nel 2016 abbiamo quindi proposto in tutto il Paranà l’azione Missione, Parola e Pane. Vi hanno partecipato non solo i bambini del catechismo, i giovani, gli adulti e gli anziani, ma sono state coinvolte pure le diverse pastorali a livello regionale e i movimenti ecclesiali.

Tutte le diocesi hanno accolto la proposta e vi ha aderito la quasi totalità delle parrocchie. La comunione che si è creata è stata straordinaria. Sono  stati prodotti 200.000 dépliant con la spiegazione dell’azione e sono stati distribuiti attraverso il coordinamento dell’evangelizzazione nelle diocesi, il coordinamento delle pastorali e dei movimenti. Non abbiamo fatto ulteriori azioni di sensibilizzazione all’interno della Chiesa ma abbiamo utilizzato i mezzi di comunicazione per mantenere informate le comunità su quanto stava accadendo1.

Il coinvolgimento è stato eccezionale. Tanti gruppi di bambini, adolescenti e adulti ci hanno mandato piccoli video fatti da loro. Ne abbiamo riportati diversi nella pagina di Facebook. Ogni persona che riceveva il dépliant era invitata a vedere alcuni video sulla missione e a coinvolgere poi i propri genitori, amici e altre persone proponendo loro di aiutare con un Real, la più piccola moneta brasiliana, fino a raggiungere insieme il costo di una Bibbia.

Nonostante la crisi che c’è in questo periodo in Brasile, abbiamo riscontrato un entusiasmo crescente e contagioso, cosicché in pochi mesi si è raccolta la somma necessaria per l’acquisto di 140.000 Bibbie, più di quante avevamo previsto. Ma il guadagno maggiore è stata la coscienza missionaria cresciuta di molto nella nostra Chiesa.

Alcune caratteristiche
della missione
nella Guinea-Bissau

La comunione: è stata tutta la Chiesa del Paranà ad accogliere la spinta missionaria. Non è rimasta estranea nessuna diocesi, nessuna pastorale e nessun movimento.

Ruolo chiave dei laici: sono soprattutto loro i protagonisti. Al momento sono 54 i laici che hanno iniziato il percorso per partire in missione ad gentes.

Coinvolgimento: le singole persone e le comunità seguono lo sviluppo della missione attraverso le reti sociali che permettono di stabilire un’interattività.

Chiesa in uscita: diretta verso le periferie del mondo, verso i più poveri (la Guinea-Bissau è uno dei Paesi più indigenti al mondo).

Dimensioni della missione: al di là dell’evangelizzazione, la missione si occuperà dell’educazione e della salute della popolazione di Quebo e della regione.

Collaborazione locale: puntiamo alla cooperazione con la gente del posto e lavoriamo insieme a loro.

Coscienza missionaria: la missione è dare e ricevere e avviene in ambedue i posti: nella Chiesa del Paranà e nella Guinea-Bissau. Siamo testimoni di un processo di conversione personale e allo stesso tempo comunitario.

In seguito al successo dell’azione per le bibbie, ora è in cantiere un’altra attività che vogliamo portare avanti a corpo come Chiesa nella nostra regione: in previsione del Sinodo del 2018 si lancerà, in tutto il Paraná e oltre, l’invito a vivere insieme la frase del Vangelo: «Pregate il signore della messe…» (Lc 10, 2). Anche a questo scopo intendiamo adoperare ampiamente le reti sociali.

1) Cf. http://cnbbs2.org.br/africa/ e https://www.facebook.com/CNBBRegionalSul2.

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