Il germe dell’intolleranza
Il Giorno della Memoria ricordata oggi si celebra il 27 gennaio del 1945 perché in quella data i carri armati dell’esercito sovietico sfondarono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, nell’attuale Polonia. E ogni anno nel mondo si celebra il Giorno della Memoria per ricordare le vittime dell’Olocausto rinchiusi e uccisi.
«Rammentare e onorare – com’è bene fare – i tanti giusti, le tanti azioni eroiche non cancella, tuttavia, le colpe di chi, anche in Italia, si fece complice dei carnefici per paura, fanatismo o interesse», ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la cerimonia al Quirinale per il Giorno della Memoria.
Il presidente ha anche ricordato «i 650.000 militari italiani deportati nei campi tedeschi, perché dopo l’8 settembre si rifiutarono di servire Hitler. È una pagina di storia, colma di sofferenza e di coraggio, che è parte integrante della Resistenza italiana e che non sempre è adeguatamente conosciuta».
Il presidente della Repubblica ha parlato del germe dell’intolleranza: «Ancora oggi dobbiamo chiederci: com’è possibile che, sotto forme diverse – che vanno dal negazionismo, alla xenofobia, all’antisionismo, a razzismi vecchi e nuovi, al suprematismo, al nazionalismo esasperato, al fanatismo religioso – com’è possibile, ripeto, che ancora oggi si sparga e si propaghi il germe dell’intolleranza, della discriminazione, della violenza?».
«La giornata della Memoria – ha proseguito Mattarella – ci impone di ricordare le tante vittime di una stagione lugubre e nefasta. Ma impegna a contrastare, oggi, ogni seme e ogni accenno di derive che ne provochino l’oblio o addirittura la ripetizione. Auschwitz è diventato un monumento contro l’orrore nazista. Ma è, e deve essere, anche la testimonianza consapevole, di quali sciagure sia capace di compiere l’uomo quando abbandona la strada della convivenza e della solidarietà e imbocca la strada dell’odio».
Nelle foto alcuni momenti delle celebrazioni in Germania: a Berlino e Magdeburgo