Mistero e Verità

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C ittà nuova ha già parlato di Pavel Florenskij due anni fa. Ma i nuovi scritti che continuano ad essere pubblicati in Italia e in occidente, squarciando il velo di silenzio imposto dal gulag dove fu rinchiuso, rendono sempre più evidente la grandezza di questo filosofo russo, scienziato, teologo, sacerdote ortodosso sposato con cinque figli. Il rapporto tra scienza e fede, tra chiesa e cultura, tra le diverse chiese cristiane, tra cultura rinascimentale e medioevale, tra arte e fede, sono solo alcuni degli aspetti oggi dibattuti che Pavel ha trattato con una profondità ed una originalità come pochi. La sua ricerca appassionata della verità, fin da bambino, la sua testimonianza di fede nelle persecuzioni e nel gulag, fanno della sua vita una lezione aperta e lo pongono come modello di pensatore e di cristiano. Lo stesso papa Giovanni Paolo II lo ha citato nella sua enciclica Fides et ratio come una delle figure luminose del secolo appena trascorso. Per questo ne parliamo ancora, perché sia conosciuto, studiato ed imitato. Skovorodino Luglio 1934. Siberia orientale, ferrovia Transiberiana, vicino al confine con la Mongolia e la Cina. Una delle tante stazioni ferroviarie inglobate nell’arcipelago Gulag, l’organizzazione dei campi di concentramento staliniani. Il detenuto Pavel Florenskij sta salutando la figlia più piccola che riparte col treno. È la prima e ultima volta, da quando è stato arrestato nel 1933, che può rivedere la moglie Anna e i tre figli più piccoli, Olga, Mikail e Marija-Tinatin, venuti a trovarlo solo grazie all’interessamento dell moglie di Gorkij, il grande scrittore russo.Nel gulag, Pavel non ha smesso di studiare, sperimentare, pensare: ha organizzato un piccolo laboratorio per le ricerche sul gelo perpetuo, sta scrivendo un poema lirico e completando un vocabolario oroceno-russo. Nonostante la rigida censura, che vieta qualsiasi riferimento religioso nella corrisponden- za, continua a scrivere ai suoi cari lettere preziose da cui traspare la sua fede, umanità e competenza scientifica. Ormai da anni sfrutta ogni centimetro quadrato dei pochi fogli di lettera che gli sono concessi ogni mese, per informare, istruire, consolare la moglie e i figli. Non può immaginare che, di li a pochi giorni, la macchina concentrazionaria sovietica si muoverà per schiacciarlo definitivamente. Caucaso Mentre accarezza la figlia, Pavel rivede in un lampo la sua infanzia e giovinezza, trascorsa immerso nella natura aspra e coinvolgente del Caucaso: Le mie convinzioni scientifiche e filosofiche uscirono non dai libri di filosofia, ma dalle mie osservazioni di bambino, e soprattutto dal tipo di paesaggio a cui ero avvezzo. Dai genitori viene educato ad una rigorosa visione scientifica del mondo, per cui si interessa di scienze naturali, botanica, matematica, fisica, geologia e meteorologia. È attento ai particolari e legge tutto ciò che riesce a procurarsi: fisica, scienze e innumerevoli dizionari enciclopedici in varie lingue sono i compagni abituali della sua giovinezza. Nel profondo, però, si sente avvolto dalla calda pienezza dell’essere , con la natura che si nasconde, tace oppure scherza, gioca con me per risvegliarmi alla realtà e vuole che io la comprenda. Talvolta ti incoraggia, scostando sbadatamente le sue cortine. Accanto alla sua mentalità scientifica, infatti, emerge prepotente il fascino per quello che traluce oltre la superficie del sensibile: la natura ha le sue leggi precise, ma anche il muro più spesso ha crepe sottilissime attraverso le quali si infiltra il mistero. Anni dopo scriverà: La materia del mondo mi insegnò ad amarla e ad ammirarla. E io la amai. Non la materia dei fisici, però, non gli elementi della chimica, … ma la materia stessa, con la sua verità e la sua bellezza, e con la sua integrità… splendido è tutto ciò che è autentico…. le cose fatte a macchina mi parevano inanimate, piatte, prive di mistero, comprensibili in tutto e per tutto, invece nelle opere della mano umana, qualunque esse siano, finanche le più rozze, c’è sempre lo scintillio misterioso della vita. Mosca Questo dualismo non risolto tra lo scienziato e il mistico che convivono in lui lo porta nel 1899 ad una profonda crisi esistenziale – soffocavo per mancanza di verità -, a seguito della quale decide di costruirsi una propria visione filosofica del mondo, possibilmente su basi matematiche. Dopo il ginnasio, si laurea in Fisica e Matematica all’Università di Mosca, con studi di storia, filosofia antica, psicologia, Platone, e una brillante tesi sul concetto di discontinuità, ma la sfida decisiva della sua vita ormai è un’altra: operare la sintesi tra la fede della chiesa e il pensiero laico. Nel 1904 entra all’Accademia teologica, dove si occupa di spiritualità ortodossa, logica simbolica, teoria della conoscenza, archeologia e cultura ebraica: Il positivismo mi disgustava, ma non meno mi disgustava la metafisica astratta. Io volevo vedere l’anima, ma volevo vederla incarnata . Approfondisce Cantor e il rapporto tra finito e infinito, tra unità e molteplicità, che rimanda all’unitrinità divina. Da qui inizia a prendere forma negli anni la sua sintesi tra spiritualità e cultura universale, nello sforzo di far confluire l’intero insegnamento della Chiesa in una visione filosofico-scientifica e artistica del mondo, fino al suo capolavoro, La colonna e il fondamento della verità, che rivoluziona il pensiero filosofico e teologico. L’impresa di testimoniare la verità è epocale e coinvolge insie- me, in modo indissolubile, il pensiero e la vita di Pavel: partecipa attivamente alla vita culturale di Mosca, pubblica centinaia di articoli, saggi e interventi con intuizioni che sembrano anticipare molti aspetti della ricerca scientifica, artistica, filosofica e teologica contemporanea. La sua è una visione unitaria della conoscenza, in quanto le profondità segrete della natura sono a noi conoscibili non per mezzo della mente in modo frammentario, bensì quando le cogliamo nel loro insieme, nell’esperienza personale e viva del reale. L’aspirazione al sacerdozio e al matrimonio si concretizza quando sposa Anna Giacintova, maestra, da cui avrà cinque figli, una felice vita familiare e la spinta decisiva ad indossare la veste talare: nel 1911, infatti, viene ordinato sacerdote ortodosso. Sergiev Posad Florenskij, direttore della rivista teologica dell’Accademia, è ormai un gigante del pensiero che possiede, però, anche la semplicità del bambino evangelico, come si vede nella commossa biografia scritta per la morte del suo padre spirituale, lo starec Isidoro, che fili invisibili univano al cuore segreto della creazione. Sempre sul confine, sulla soglia tra i due mondi, la sua riflessione investe tutti i campi dell’esistenza umana, a partire dalla religione: preferisce la lotta aperta con essa piuttosto che la tolleranza, che livella tutte le religioni a un generale disprezzo . È duro anche sullo scandalo della separazione tra cristiani: dobbiamo riconoscere che l’autentica causa della divisione… non è data da particolari differenze di dottrina … ma da una profonda e reciproca diffidenza in ciò che è fondamentale, e cioè nella fede in Cristo. Studia il rapporto tra pensiero e linguaggio, il valore del simbolo, il significato delle icone: …esiste la trinità di Rublev, perciò Dio è. La sua visione scuote dalle fondamenta la soffocante cultura materialistica ormai imperante: …non è possibile che l’uomo sia stato soggiogato definitivamente…sta per venire l’ora di un profondissimo cambiamento che investirà le radici stesse della cultura. Isole Solovski Nel frattempo in Russia, dopo la rivoluzione del 1917, si intensificano le persecuzioni, ma Pavel rifiuta di seguire in esilio gli altri intellettuali, per rimanere a fianco della sua gente, continuare l’impegno scientifico e culturale, mostrare apertamente il suo essere credente e sacerdote: quelli tra voi che si sentono abbastanza forti da resistere, devono restare. In pochi anni brevetta una quarantina di nuovi materiali elettrici, isolanti, semiconduttori e plastici. Il Partito sfrutta le competenze del popescienziato ordinandogli ricerche per l’elettrificazione della Russia, i minerali, la radioattività, la standardizzazione dei termini tecnici e ben 127 voci dell’Enciclopedia Tecnica. Ma alla lunga per la dittatura stalinista non è più tollerabile questo pope oscurantista che, nonostante i divieti, continua ad andare in giro vestito da prete, parlando, scrivendo quello che pensa e testimoniando la sua fede. Nel 1933 viene arrestato definitivamente: accusato ingiustamente rinuncia a difendersi per salvare alcuni compagni. Dopo la condanna viene inviato in Siberia. Da qui, pochi giorni dopo aver salutato la figlia alla stazione di Skovorodino, Florenskij viene spedito nell’infernale lager delle isole Solovski, vicino al Circolo Polare Artico. Gli ultimi tre anni prima della fucilazione, avvenuta probabilmente nel 1937, sono i più terribili, avvolto dalla brutalità e stupidità umana, dalla menzogna, dal non senso, dal torpore spirituale: nell’anima ho poca luce. Nonostante ciò, rifiuta ancora di andare in esilio, perché ritiene suo dovere continuare a testimoniare la Verità, a operare per un mondo migliore anche in quella situazione, e mantiene la sua fede, la sua visione unitaria e trinitaria del mondo e la sua creatività scientifica. Un altro detenuto, sopravvissuto all’inferno, testimonierà la sua arte della gratuità, l’alta spiritualità, l’atteggiamento benevolo verso gli altri, la ricchezza d’animo. Alle Solovskij tutto è uniforme, triste e insignificante, eppure Pavel non cessa mai di scrivere le sue lettere di amore, insegnamento e incoraggiamento alla moglie e ai figli (vedi riquadro); lettere che, nonostante la censura, contengono il suo testamento scientifico e spirituale. Pascal russo, Leonardo da Vinci della Russia, coscienza storica universale, come è stato definito, Florenskij scrive alla moglie dal lager: Che cosa ho fatto per tutta la vita? Ho contemplato il mondo come un insieme, come un quadro e una realtà compatta, a ogni tappa della mia vita da un determinato punto di vista …. Ma forse la migliore sintesi della sua vita, Florenskij la dà descrivendo l’eroe shakesperiano: Amleto è vittima del processo storico e al tempo stesso è osservatore del suo punto più interessante, del suo vortice più impetuoso… egli finisce tragicamente non essendo stato capace di compiere una missione superiore alle sue forze: traghettare anzitempo l’umanità a una nuova coscienza religiosa. Oggi, a 70 anni dalla morte, Pavel Florenskij viene riscoperto e i suoi libri tradotti in tutto il mondo. In questo inizio del terzo millennio, può essere guida ed esempio per quella ricomposizione tra cultura laica e religiosa per cui ha speso il suo pensiero e la sua vita. LETTERE DAL GULAG Ricordati che i miei figli sono me e che guardando loro sei con me (alla moglie). Cerca di osservare com’è fatta una foglia, un fiore, i tessuti e disegnali, non facendone meccanicamente una copia, ma formandone uno schema, cioè cercando di capire quale é il rapporto tra le varie parti … prima osserva ben bene, imposta il tutto, e solo dopo disegna senza esitare, senza inseguire dettagli casuali (al figlio). La bellezza non è una cosa nella quale si possa penetrare immediatamente. O meglio, e più precisamente, ci si può penetrare anche subito, ma dopo esserci rimasti accanto per un po’, e dopo che nell’animo i vari elementi assimilati progressivamente si sono composti insieme in maniera organica (alla figlia). Voglio dire a te e ai bambini che tutte le idee scientifiche che mi stanno a cuore sono sempre state suscitate in me dalla percezione del mistero… Per questo ti ho scritto a più riprese che non ti devi preoccupare per i bambini e che io ho fiducia in loro: anche in loro, infatti, deve abitare l’istinto del pensiero scientifico, che si basa su questo sentimento di ciò che è misterioso e viene da esso alimentato; è un sentimento inspiegabile, ma che non delude . (alla moglie) Niente al mondo si perde, e il lavoro porta sempre il suo frutto, anche se spesso è assai diverso da quello che speravi di conseguire (alla figlia). …nella mia vita le cose sono andate sempre così. Nel momento stesso in cui riuscivo a possedere una certa materia, ero costretto ad abbandonarla per motivi indipendenti dalla mia volontà e dovevo iniziare ad affrontare un nuovo problema, sempre partendo dai suoi fondamenti, per spianare una strada che non sarei stato io a percorrere. Forse in questo si nasconde un significato profondo, dato che questa situazione si ripete sempre, nel corso di tutta la vita: l’arte della gratuità… Evidentemente di me è scritto che io debba essere sempre un pioniere e niente di più. E anche questo bisogna accettarlo (alla moglie). Ecco che sono già le sei del mattino. Sul ruscello scende la neve e un vento folle fa vorticare la tempesta di neve. Nei locali vuoti sbattono le finestre coi vetri rotti, il vento s’insinua e ulula dappertutto. Si sente il grido allarmato dei gabbiani. E io sento con tutto il mio essere la nullità dell’uomo, delle sue opere, dei suoi affanni (alla moglie). La vita vola via come un sogno e spesso non riesci a far nulla prima che ti sfugga l’istante della sua pienezza. Per questo è fondamentale apprendere l’arte del vivere, tra tutte la più ardua ed essenziale: colmare ogni istante di un contenuto sostanziale, nella consapevolezza che esso non si ripeterà mai più come tale (alla moglie del figlio). Quando avrete un peso nell’animo, guardate le stelle o l’azzurro del cielo. Quando vi sentirete tristi, quando vi offenderanno, quando qualcosa non vi riuscirà, quando la tempesta si scatenerà nel vostro animo, uscite all’aria aperta e intrattenetevi da soli col cielo. Allora la vostra anima troverà la quiete (dal Testamento). Il segreto dell’attività creativa sta nel conservare la giovinezza. Il segreto della genialità, nel conservare l’infanzia, la disposizione d’animo dell’infanzia per tutta la vita (alla figlia). È chiaro che il mondo è fatto in modo che non gli si possa donare nulla se non pagandolo con sofferenza e persecuzione. E tanto più disinteressato è il dono, tanto più crudeli saranno le persecuzioni e atroci le sofferenze. Tale è la legge della vita, il suo assioma fondamentale… per il proprio dono, la grandezza, bisogna pagare con il sangue (alla moglie). PER CONOSCERE FLORENSKIJ Moltissimi scritti di Florenskij non sono stati ancora pubblicati in italiano. Tra quelli attualmente reperibili in commercio segnaliamo: Ai miei figli – Mondadori (l’infanzia e la crisi spirituale) Non dimenticatemi – Mondadori (le lettere dal gulag e il testamento) Le porte regali – Adelphi (saggio sull’icona e sull’arte) Amleto – Bompiani (indagine sull’eroe shakespeariano) Il sale della terra – Edizioni Qiqajon (la vita dello starec Isidoro, suo padre spirituale) Lo spazio e il tempo nell’arte – Adelphi (analisi della spazialità e del tempo nelle opere d’arte) Cristianesimo e cultura – in L’altra Europa 5-1987 (crisi del cristianesimo ed ecumenismo) Approfondimenti su Florenskij sono stati pubblicati sulla rivista Nuova Umanità (N° 154 e 155).

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