Me e gli altri

Ho sentito che chi non ama se stesso, non sa amare nessun altro: un ragazzo non potrebbe amare la sua fidanzata?! un marito la moglie?! un padre la figlia?! Mi ha causato un certo disagio ed anche preoccupazione perché mi sono chiesto cosa vuol dire amare sé stessi? Cosa fa, come si comporta chi ama sé stesso? Mi viene paura di non essere riuscito ad amare nessuno…. A.M. – Milano Anche il comunicare, come hai fatto ora, è una espressione dell’amore! L’amore, come più volte abbiamo sottolineato, è ciò che ci realizza, che ci fa essere persone. Noi, quindi, esistiamo solo se siamo in relazione, se siamo dono e riceviamo il dono che sono gli altri. È questo il vero significato della parola amore che ci sottolinea sempre l’apertura. Anche se nel linguaggio comune, per capirsi, usiamo la parola amore rivolta verso noi stessi, sarebbe più corretto dire che nell’amare c’è un passo che è l’accettazione di sé e che sgorga dallo sperimentare a nostra volta di essere amati da qualcuno, e in primo luogo da Dio. Una persona che non si accetta, che è scontenta sempre di sé, fatica molto a donarsi e quindi ad amare. Ma è anche vero che la strada per accettarsi, per essere felici e per crescere è: amare gli altri, uscire da noi. L’accettare noi stessi e l’amare gli altri sono come due movimenti intrecciati insieme. Ad esempio: accettare me stesso vuol dire accettare tutto di me (il mio fisico, il mio carattere, la mia storia), e lo farò nel tempo, con l’aiuto degli altri, acquistando fiducia. E più acquisterò fiducia e più sarò capace di amare. Dovrò anche accettare i miei limiti, scoprendo che posso ricominciare. Se lo farò con me, accetterò più facilmente anche i limiti degli altri e darò loro fiducia e forza nel ricominciare. Allo stesso modo, riuscendo a perdonare gli altri, aumenterò la capacità di perdonare me stesso. Quindi stai tranquillo. Da quanto scrivi si vede che hai amato tanti e ciò vuol dire che hai fatto fruttare l’amore che c’è naturalmente in te, che parte da te e va verso gli altri.

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