L’impegno dei piccoli per l’ambiente

Francisco Vera Manzanares è un ambientalista colombiano di 13 anni, fondatore del movimento Guardiani per la vita. È autore di un libro sul cambiamento climatico e ambasciatore di buona volontà dell’Ue. Partecipa come osservatore sul cambiamento climatico nel Comitato sui diritti dell’infanzia dell’Onu. Articolo tratto dalla rivista Città Nuova di aprile.
Francisco Vera Manzanares davanti alla Basilica di San Pietro a Roma. Foto: Candela Copparoni

Il suo vissuto, pur obiettivamente ancora breve, è colmo di esperienze di impegno e sensibilizzazione per richiamare l’attenzione politica e sociale sul dramma climatico e ambientale che ad oggi colpisce la Terra, provocando numerose crisi umanitarie ed economiche in tutto il mondo. Sorprendono, nel mettersi in dialogo con lui, la coerenza delle sue idee e l’intensità dei concetti che esprime, principalmente per la lucidità nell’analizzare le problematiche attuali e nel suggerire delle soluzioni che arrivano da un ragazzino apparentemente piccolo, ma evidentemente saggio.

Sorge spontaneo, quindi, chiedergli da dove abbia attinto tanta consapevolezza. «Il mio interesse per l’ambiente è nato perché fin da piccolo sono stato circondato dalla natura del mio Paese; la Colombia è il secondo Paese più ricco di biodiversità al mondo. Inoltre, vedere la mobilitazione di altri bambini e giovani della mia età, l’esempio di altre persone e della famiglia, sono aspetti che hanno generato un ambiente che mi ha permesso di alzare la voce, di mobilitarmi, e hanno piantato un seme dentro di me», confessa Francisco.

È così che a 9 anni diventa fondatore e promotore del movimento ambientalista “Guardianes por la vida”. Coinvolgendo altri amici, bambine e ragazzini del suo municipio, dà vita a un gruppo di attivisti volti alla cura del Creato e della Casa comune. Si pronunciano contro il consumismo sfrenato e l’inquinamento, e a favore di un’economia sostenibile e rispettosa della vita. Inoltre, intraprendono azioni per rigenerare gli ecosistemi, come la semina di alberi e piante, la pulizia degli spazi verdi e la promozione dell’uso di biciclette e altri mezzi di trasporto che favoriscano la mobilità urbana sostenibile. In più, questo impegno tangibile l’ha portato a diventare il primo bambino a parlare davanti al Senato della Colombia per esigere una legislazione che protegga la vita e si opponga ai maltrattamenti sugli animali, al fracking e all’utilizzo di plastica usa e getta. Nel 2019, davanti ai senatori, il giovane sostenne: «Dobbiamo amare e prenderci cura dell’ambiente, lottando per un pianeta sostenibile». L’adolescente ha continuato ad esprimersi senza timore per una causa che ritiene giusta e non rimandabile, nonostante il suo risulti tra i Paesi più letali al mondo per gli attivisti ambientali secondo il rapporto Global Witness 2022, che raccoglie 322 assassinati negli ultimi 10 anni. Infatti, malgrado la sua giovane età, Vera ha ricevuto pesanti minacce che attentano contro la sua vita; un atteggiamento scandaloso di fronte al quale ha ricevuto il supporto dell’Onu attraverso una lettera di elogio da parte dell’alta commissaria Michelle Bachelet, e la nomina già nel 2021 di ambasciatore di buona volontà dell’Unione europea.

Francisco si è reso portavoce nazionale di Fridays for future, il movimento internazionale di protesta per la giustizia climatica che rivendica azioni politiche orientate a prevenire il riscaldamento globale e il cambiamento climatico. Durante la Cop26 (Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021) di Glasgow, l’attivista colombiano ha avuto occasione di incontrare personalmente la fondatrice del citato movimento, la svedese Greta Thunberg, che lodò il suo coraggio e la sua forza: «Sei una fonte di ispirazione per molti giovani, specialmente per me. Non fermarti mai», fu il messaggio di Greta per Francisco. Il fondatore di Guardianes por la vida ricorda il momento con queste parole: «È stata un’esperienza molto bella perché Greta è un gran riferimento per tutto il mondo dato che è stata una pioniera nel campo dell’attivismo giovanile per il clima. Mi ha molto motivato perché mi ha chiesto di non fermarmi, quindi la motivazione è reciproca».

Di fatto, Francisco Vera non mostra nessuna intenzione di arrendersi, anzi, ha un obiettivo ben preciso e non gli dispiacerebbe un giorno portarlo a compimento anche come capo del governo colombiano: «Voglio che il mio contributo concreto in questo mondo sia quello di risolvere il dilemma del clima, e ancora di più il dilemma dei conflitti che abbiamo in relazione alla pace, tra noi come specie e anche con altre specie. Voglio che questo sia il mio apporto: cercare la pace con la natura, perché sfruttarla è sinonimo di essere in guerra con lei».

Nel 2022, Francisco ha scritto il libro Pregúntale a Francisco: ¿Qué es el cambio climático? (Chiedi a Francisco cos’è il cambiamento climatico, ed. Planeta Junior), un libro interattivo nel quale attraverso diverse interviste ai pianeti, agli oceani, agli animali, ecc., spiega l’effetto serra, le emissioni dei gas e gli atteggiamenti che possiamo adottare. Con questo, mira a toccare il cuore dei lettori e a coinvolgerli nella lotta per il clima.

Attualmente fa parte, insieme ad altri 11 ragazzi e ragazze, del Comitato sui diritti dell’infanzia dell’Onu come osservatore sul cambiamento climatico. Si tratta di raccogliere le conoscenze e le richieste dei giovani e dei bambini in relazione all’ambiente e al cambiamento climatico, per elaborare una guida universale di raccomandazioni delle Nazioni Unite affinché i governi agiscano per rispettare e difendere i diritti dell’infanzia colpiti dalla crisi ambientale e climatica. In questo modo, i Paesi avrebbero il dovere di proteggere l’ambiente per il benessere dei più piccoli, garantendo loro di vivere in un mondo pulito, verde, sano e sostenibile. «Il nostro ruolo – spiega Francisco – è fondamentalmente quello di diffondere nelle scuole sondaggi e consultazioni; speriamo che la maggior quantità possibile di voci vengano raccolte. Questo mira a rafforzare il diritto a un ambiente sano come diritto umano, come un diritto per i bambini». A sviluppare l’Osservazione, che sarà presentata durante il 2023, sono bambini e giovani appartenenti alle comunità più colpite dalla crisi ambientale. Insieme ad essa verrà pubblicata una Lettera globale sui diritti dell’infanzia, l’ambiente e il cambiamento climatico, che radunerà i principali bisogni, i messaggi e le visioni dei bambini e dei ragazzi di tutto il pianeta riguardo al rispetto dei loro diritti in un mondo sicuro, sano e sostenibile.

Nel mentre, con il movimento Guardianes por la vida continua a sensibilizzare sull’importanza della cura della vita e dell’ecosistema, a fare formazione in educazione ambientale e a visitare centinaia di scuole, non solo in Colombia, ma anche in altri Paesi dell’America Latina e dell’Europa con questo scopo. Tra le sue priorità c’è la promozione della Dichiarazione dell’eco-speranza, specialmente riguardo una proposta educativa basata su tre assi principali – il clima, l’ambiente e la cittadinanza – che è già stata applicata in alcune scuole colombiane.

Il concetto di “eco-speranza” è importante per Francisco, particolarmente di fronte ai tanti dilemmi globali che affrontiamo oggigiorno: carestie, guerre, cambiamento climatico… «Penso che dobbiamo essere ottimisti. Molte persone, quando sentono parlare del cambiamento climatico, possono deprimersi, sentirsi impotenti, ansiose, angosciate, il che si traduce in eco-ansia. A partire da questo concetto di “eco”, di vita, propongo l’eco-speranza, credere che la vita andrà avanti, che si riprenderà sempre. E dobbiamo cercare di mettere la vita al centro, diventare in definitiva una società biocentrica».

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