La sfida di Bonhoeffer al mondo maggiorenne

Secondo appuntamento con Testimoni della fede nelle chiese della Riforma. Profilo del teologo e martire del nazismo, sostenitore di un"cristianesimo non religioso"
Bonhoeffer

BONHOEFFER, Dietrich, 1906-1945. Ch. luterane.

Martire del nazismo e brillante teologo nella sfida del mondo secolarizzato.

 

Nacque a Breslavia (in Germania, ora in Polonia) e crebbe a Berlino. Studiò teologia a Tubinga e a Berlino. Dopo aver conseguito l’abilitazione, nel 1930, andò a studiare per un anno all’Union Theological Seminary di New York. Al suo ritorno in Germania insegnò all’Università di Berlino e prestò servizio come pastore degli studenti. Come atto di protesta contro la cooptazione nazista della Chiesa, nel 1933 B. entrò a far parte della Chiesa confessante e divenne presto una delle sue figure di riferimento. Nel 1933 si recò a Londra, dove fu pastore di due congregazioni di lingua tedesca e dove stabilì importanti contatti con alcuni capi delle Chiese estere, tra i quali ad esempio il vescovo anglicano di Chichester G.K.A. Bell.

 

Nel 1934 fu nominato consigliere del Consiglio ecumenico per Vita e Azione. Un anno dopo (1935) gli fu affidata dalla Chiesa confessante la direzione del seminario “clandestino” di Finkenwalde, dove i futuri pastori ricevevano la formazione pratica. Le riflessioni esperienziali e spirituali di questi anni furono riportate nelle sue opere Sequela e Vita Comune. Nel 1938 gli fu fatto divieto di soggiornare a Berlino. L’anno successivo si recò nuovamente negli Stati Uniti, ma nonostante l’insistenza di molti all’Union Theological Seminary e altrove perché rimanesse in America, in previsione della difficile situazione in Germania, ritornò in patria dopo pochi mesi con la ferma convinzione che la sua vocazione di guida teologica ed ecclesiastica fosse lì.

 

B. continuò a lavorare sulla sua Etica, svolse numerose funzioni e attività per la Chiesa confessante e iniziò a stabilire contatti con persone coinvolte nella resistenza politica e militare al regime nazista. Collaborò con gruppi dell’intelligence militare che facevano parte della resistenza tedesca e usò i suoi contatti ecumenici per informare i governi occidentali dell’esistenza di quest’ultima e dei suoi intenti. Così, ad esempio, fu a questo scopo che nel 1942 a Stoccolma incontrò il vescovo Bell. Queste attività portarono al suo arresto il 5 aprile del 1943.

 

Venne imprigionato nel carcere militare di Tegel, a Berlino, e grazie ai buoni rapporti con le guardie poté continuare a scrivere, ricevere posta e libri e mandare lettere e testi ai suoi amici; allo stesso tempo predicò ai compagni di prigionia dando loro sostegno psicologico e spirituale. Il B. di questi anni è noto soprattutto per il suo Resistenza e Resa. Lettere e Scritti dal Carcere. Nell’apr. 1945 fu trasferito al campo di Flossenbürg in Baviera e poco prima della liberazione da parte delle Forze Alleate fu condannato a morte e impiccato dai nazisti; era il 9 aprile del 1945.

 

La vita e l’opera di B. furono caratterizzate dalla profonda fusione di una grande devozione personale con l’impegno pastorale nei confronti del prossimo, con la sfida di una riflessione teologica nella quale sostenne, fra gli altri principi, quello di un «cristianesimo non religioso» in risposta a un mondo «diventato maggiorenne», un cristianesimo cioè capace di esprimere l’essenza della sua fede nel contesto e nel linguaggio del mondo laico, e con l’azione politica ispirata dalla fede e dalla vita personale nella comunità della Chiesa di Cristo.

 

Bibl.: E. Bethge et al. (edd.), Dietrich Bohoeffer, München-Gütersloh 1986ss., 18 voll.; H. Mottu (ed.), Actualité de Dietrich Bohoeffer en Europe Latine, Labor et Fides, Genève 2004; G.B. Kelly – F.B. Nelson, The Cost of Moral Leadership: The Spirituality of Dietrich Bonhoeffer, Eerdmans, Grand Rapids 2003; E. Raum, Dietrich Bohoeffer, Ed. du Cerf, Paris 2002; E. Bethge, Dietrich Bonhoeffer. Theologe-Christ-Zeitgenosse. Eine Biographie, Gütersloher Verlagshaus, Gütersloh 20017; A. Andreini, Bonhoeffer: l’etica come confessione, Milano 2001; J. de Gruchy (ed.), The Cambridge Companion to Dietrich Bonhöffer, Cambridge University Press, Cambridge 1999.

 

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