La sanità nella riforma della scuola

Le inevitabili polemiche che ha suscitato la proposta di riforma Moratti hanno nascosto di fatto un aspetto positivo della stessa: la maggiore attenzione che si deve all’igiene e più in generale alla salute nei programmi di insegnamento. Norme igieniche per la verità sono state sempre impartite nella scuola. Gli adulti ricorderanno certamente l’attenzione e il controllo esercitato dai docenti alla pulizia e al decoro personale degli alunni nelle classi elementari. La battaglia contro le malattie infettive, prima tra tutte la tubercolosi, fu vinta più che dalla scoperta degli antibiotici, dal miglioramento delle condizioni economiche che consentirono una migliore alimentazione, la realizzazione di fognature e di una ampia rete scolastica nella società capace di divulgare quelle norme che hanno contenuto e limitato la loro diffusione. Risolto in larga misura questo problema, l’importanza dell’educazione alla salute nella scuola è stata sottovalutata, anche se la sua potenzialità si è comunque espressa in alcune zone geografiche nella lotta contro la malnutrizione, causa di malattie della tiroide con gravi ripercussioni memo-psichiche da mancanza di iodio nella alimentazione, o di cecità da carenza di vitamine che Ma nel nostro paese, così come in Europa e nei paesi ricchi, i problemi della salute non sono affatto risolti. Se cinquant’anni fa si moriva di tubercolosi per scarsa nutrizione, oggi si è diffusa un’altra epidemia da malnutrizione: l’obesità dovuta ad eccessiva alimentazione e scarsa attività fisica. Le comode merendine pre-confezionate in luogo di un sano panino preparato in casa, le ore passate immobili davanti al televisore, gli zainetti stracolmi, i banchi non ergonomici, le palestre costruite senza precise norme igienico-sanitarie, sono spesso la premessa, nella popolazione adulta, all’obesità, al diabete, alla cardiopatia, all’ipertensione, ad alcune forme di tumori, all’artrosi della colonna vertebrale e delle ginocchia. Si tratta di vere e proprie nuove epidemie che devastano la salute e l’economia di una nazione, creando legioni di malati cronici, obbligati a cure continue e ad una inaccettabile qualità della vita. Ben venga dunque questo nuovo interesse all’igiene nella scuola, se si traduce in educazione ad una sana alimentazione che privilegi una sana dieta mediterranea e sostituisca merendine, hamburger e patatine fritte con frutta e verdura; se si orienta ad un’attività fisica insegnata non solo in teoria, ma tradotta in pratica con l’ausilio di luoghi e palestre dove i ragazzi possono realmente esercitarsi. Speriamo che quanto stabilito per legge trovi pratica attuazione nel tempo, in modo da recuperare i guasti prodotti in passato con la costruzione di edifici scolastici privi dei necessari requisiti igienico-sanitari.

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