La posta di Città nuova

Articolo
Crisi e Terzo mondo

 

«Viaggio spesso, soprattutto nel Sud del mondo, e mi trovo spessissimo a confrontarmi con lo standard di vita delle popolazioni meno favorite del globo. Se da una parte m’accorgo che vengono meno colpiti dalla crisi attuale, perché la loro economia è essenzialmente agricola, nei fatti poi vedono ridotte le quantità di proteine a loro disposizione, e quindi patiscono sulla loro pelle la crisi, soprattutto i bambini. Una conseguenza che non salta troppo all’occhio, ma che mina il futuro di intere popolazioni. L’egoismo dei Paesi ricchi si accentua nei momenti di difficoltà, e sembra che ci si dimentichi che siamo noi del Nord a sfruttare le risorse di questi Paesi, dimenticandoci completamente di loro quando ne hanno bisogno».

Paolo P. – Jesi

 

Parole sante, che non cessiamo di ripetere su queste colonne. Parole ovvie, potrebbe aggiungere qualcuno. E tuttavia non manca chi sostiene che proprio la crisi, paradossalmente, riequilibrerà certe sperequazioni. Sarà vero nella misura in cui costringerà il Nord ad abbandonare tanti sperperi. Ma si dovrà evitare, per quanto possibile, di creare nuove fasce di povertà. Bisognerà altresì razionalizzare, senza sospenderle, le iniziative di solidarietà in favore del Sud del mondo.

 

Il “trasformismo” di certa informazione

 

«Qualche mese fa l’attuale papa – mi sembra in occasione di un Angelus e riferendosi alla crisi finanziaria – eb-be a dire testualmente: “Se si perse-guono gli interessi personali, il mon-do va in rovina”. Data la mia sensibi-lità ai temi sociali, annotai immedia-tamente l’espressione. In un messaggio successivo il papa ha ripetuto le stesse parole. L’incisività dell’espressione e il contesto in cui era inserita rendevano eloquente a tutti il significato delle parole e soprattutto ognuno si sentiva interpellato a livello personale.

«La mia sorpresa è stata quando ho ascoltato il Tg qualche ora dopo. La frase usata dal papa è stata trasformata così: “L’egoismo fa andare il mondo in rovina”. Il mutamento dell’espressione e il modo in cui è sta-ta riportata hanno fatto venire meno l’efficacia della vera espressione usata dal papa.

«Non è la prima volta che assisto a questo “trasformismo” dell’informazione. Potremo chiederci il perché. Ma forse basta rilevare e far conoscere il fenomeno ed evidenziare quanto sia importante avere una co-municazione fedele alla verità».

Gianni Caso – Roma

 

Il rilievo che viene fatto è corretto. Tuttavia, mi sembrano ben altri e più gravi i travisamenti, le forzature e le distorsioni che certa stampa opera con disinvoltura e in malafede commen-tando il magistero della Chiesa.

 

Grazie a Città nuova

da un vecchio abbonato

 

«Ieri ho ricevuto l’ultimo numero di Città nuova e, come sempre, per mia deformazione professionale (ho lavorato 35 anni alla Mondadori), ho preso due numeri di due annate pre-cedenti e le ho sfogliate parallelamen-te al nuovo arrivo. È stato come aver paragonato la crescita di un figlio vi-sionando il filmino fatto gli anni pre-cedenti!

«Sento che, se è vero che siamo sempre in cammino verso il perfettibi-le, per ora siamo al “top”, anche pa-ragonando Città nuova con la marea di altre riviste cosiddette importanti. Certo, ne avete del coraggio per met-tere “in piazza”, dal barbiere, nello studio medico, sul tavolo di un qual-siasi bar di un qualsiasi posto sperdu-to, una bomba simile.

«Mi sono immedesimato con una di queste persone che per la prima volta potrebbero prendere in mano la rivista e vedo che a loro viene propo-sto lo stesso ideale di vita che a me è stato dato nel lontano ’67. Dire gra-zie è poco… Mi sembra che Città nuova del “dopo Chiara” sia vera-mente Chiara all’opera per l’u-manità».

Lino Camerlengo – Verona

 

È vero che, per essere sinceri, non ci vuole rispetto umano, ma amore per la verità. D’altra parte la maggioranza dei nostri fedeli lettori è fatta di persone che o hanno incontrato la rivista quasi casualmente, o l’hanno avuta da amici, riscoprendo poi nei suoi contenuti quel “di più” che stavano cercando e, soprattutto, hanno potuto conoscere quella società nuova che vive ciò che la rivista propone.

 

Dio e la befana

 

«Nel corso della trasmissione Otto e mezzo, condotta da Lilly Gruber (21/1/09), la gentile sig.ra Hack ha paragonato l’esistenza di Dio a quella della befana e ha definito la Chiesa come una “matrigna”. Personalmente trovo assai più matrigne e settarie cer-te “chiesuole” d’impronta laicista, in-clini all’invettiva e al livore anticristia-no, più che ad una critica degna di ta-le nome, forse per mancanza di un so-lido substrato culturale e di argomen-tazioni davvero convincenti».

Goran Innocenti

 

Non ho assistito a quella trasmissione. Penso comunque che affermazioni come quelle da lei riportate si commentino da sole. Certamente, in materia scientifica, uomini di Chiesa hanno commesso errori anche gravi, che tuttavia la Chiesa ha riconosciuto, scusandosene pubblicamente. Ciò che la Chiesa fa e dice oggi non merita certo il sarcasmo della sig.ra Hack.

 

In Italia aumenta la maleducazione

 

«Oggi in macchina sono passato con il verde ad un semaforo. Col rosso una ragazzina quattordicenne è passata in motorino. Ho rischiato di metterla sotto. Per tutta risposta la biondina ha preso a inveire contro di me con “linguaggio da trivio”. Non sono stato capace di reagire, tanta era la maleducazione di quella poco più che bambina. Che sarà di lei tra vent’anni? Che madre sarà?».

A.M.P. – Roma

 

È naturale lamentarsi per episodi che evidenziano il degrado morale della società. Ma queste ragazzine sono figlie nostre, figlie della nostra televisione, del nostro modo di concepire l’etica, di valorizzare la persona o ridurla semplicemente a individuo. Eppure non tutto va male come si crede, e le nostre pagine lo testimoniano. Resta da dire, comunque, che in Europa il nostro Paese sembra essere fra i più esposti, alla maleducazione. Ci sarà pure una ragione…

 

A proposito di “Fantasilandia”

 

Mi chiamo Carla, ho 44 anni, sono sposata, ho tre figli e lavoro in una re-sidenza per anziani. Ho ricevuto in dono l’abbonamento al vostro giornale l’anno scorso e l’ho rinnovato quest’anno perché è stato per me una guida spirituale e culturale importante nella vita quotidiana.

Nel mio lavoro mi sono occupata, per circa un anno, dell’animazione, cioè stimolare a livello cognitivo, re-lazionale ed emozionale gli ospiti re-sidenti durante alcune ore della gior-nata, dopo aver assolto ai loro bisogni primari.

Assieme ad altre figure professiona-li dell’équipe, Stefania e Patrizia, mu-sicoterapiste che entrano in relazione con gli ospiti attraverso i sensi, ho creato uno strumento di attività sen-soriale con le ultime pagine del vostro giornale, quelle di “Fantasilandia”, scritti con freschezza, semplicità e messaggi positivi. Questa attività di tipo uditivo è rivolta a persone che hanno difficoltà ad interagire con gli altri, manifestando a volte i loro biso-gni affettivi in modo aggressivo.

Abbiamo osservato che, portandoli in un luogo adeguato e raccontando loro queste favole con tono di voce piacevole e moderato, si ottengono dei risultati positivi. Attraverso questo canale di comunicazione, infatti, gli ospiti percepiscono un senso di be-nessere che tranquillizza e rilassa il lo-ro stato emozionale alterato. È un’attività che, svolta in maniera cor-retta, apre una finestra affettiva inte-riore e ci pone in una profonda rela-zione di interscambio empatico e sin-tonico che migliora la qualità di vita dell’ospite ed arricchisce quella della figura professionale che se ne occupa.

Attualmente, per problemi tecnico-organizzativi, ho cambiato residenza e ruolo ma, ciò che conta, è aver la-sciato in questa mia esperienza qual-cosa di bello e significativo a favore degli ospiti. Tutto questo è stato pos-sibile grazie alle persone che mi han-no aiutato e grazie anche al vostro giornale.

Carla Alberti

Crisi e Terzo mondo

 

«Viaggio spesso, soprattutto nel Sud del mondo, e mi trovo spessissimo a confrontarmi con lo standard di vita delle popolazioni meno favorite del globo. Se da una parte m’accorgo che vengono meno colpiti dalla crisi attuale, perché la loro economia è essenzialmente agricola, nei fatti poi vedono ridotte le quantità di proteine a loro disposizione, e quindi patiscono sulla loro pelle la crisi, soprattutto i bambini. Una conseguenza che non salta troppo all’occhio, ma che mina il futuro di intere popolazioni. L’egoismo dei Paesi ricchi si accentua nei momenti di difficoltà, e sembra che ci si dimentichi che siamo noi del Nord a sfruttare le risorse di questi Paesi, dimenticandoci completamente di loro quando ne hanno bisogno».

Paolo P. – Jesi

 

Parole sante, che non cessiamo di ripetere su queste colonne. Parole ovvie, potrebbe aggiungere qualcuno. E tuttavia non manca chi sostiene che proprio la crisi, paradossalmente, riequilibrerà certe sperequazioni. Sarà vero nella misura in cui costringerà il Nord ad abbandonare tanti sperperi. Ma si dovrà evitare, per quanto possibile, di creare nuove fasce di povertà. Bisognerà altresì razionalizzare, senza sospenderle, le iniziative di solidarietà in favore del Sud del mondo.

Il “trasformismo” di certa in-formazione

 

«Qualche mese fa l’attuale papa – mi sembra in occasione di un Angelus e riferendosi alla crisi finanziaria – eb-be a dire testualmente: “Se si perse-guono gli interessi personali, il mon-do va in rovina”. Data la mia sensibi-lità ai temi sociali, annotai immedia-tamente l’espressione. In un messaggio successivo il papa ha ripetuto le stesse parole. L’incisività dell’espressione e il contesto in cui era inserita rendevano eloquente a tutti il significato delle parole e soprattutto ognuno si sentiva interpellato a livello personale.

«La mia sorpresa è stata quando ho ascoltato il Tg qualche ora dopo. La frase usata dal papa è stata trasformata così: “L’egoismo fa andare il mondo in rovina”. Il mutamento dell’espressione e il modo in cui è sta-ta riportata hanno fatto venire meno l’efficacia della vera espressione usata dal papa.

«Non è la prima volta che assisto a questo “trasformismo” dell’informazione. Potremo chiederci il perché. Ma forse basta rilevare e far conoscere il fenomeno ed evidenziare quanto sia importante avere una co-municazione fedele alla verità».

Gianni Caso – Roma

 

Il rilievo che viene fatto è corretto. Tuttavia, mi sembrano ben altri e più gravi i travisamenti, le forzature e le distorsioni che certa stampa opera con disinvoltura e in malafede commen-tando il magistero della Chiesa.

Grazie a Città nuova

da un vecchio abbonato

 

«Ieri ho ricevuto l’ultimo numero di Città nuova e, come sempre, per mia deformazione professionale (ho lavorato 35 anni alla Mondadori), ho preso due numeri di due annate pre-cedenti e le ho sfogliate parallelamen-te al nuovo arrivo. È stato come aver paragonato la crescita di un figlio vi-sionando il filmino fatto gli anni pre-cedenti!

«Sento che, se è vero che siamo sempre in cammino verso il perfettibi-le, per ora siamo al “top”, anche pa-ragonando Città nuova con la marea di altre riviste cosiddette importanti. Certo, ne avete del coraggio per met-tere “in piazza”, dal barbiere, nello studio medico, sul tavolo di un qual-siasi bar di un qualsiasi posto sperdu-to, una bomba simile.

«Mi sono immedesimato con una di queste persone che per la prima volta potrebbero prendere in mano la rivista e vedo che a loro viene propo-sto lo stesso ideale di vita che a me è stato dato nel lontano ’67. Dire gra-zie è poco… Mi sembra che Città nuova del “dopo Chiara” sia vera-mente Chiara all’opera per l’u-manità».

Lino Camerlengo – Verona

 

È vero che, per essere sinceri, non ci vuole rispetto umano, ma amore per la verità. D’altra parte la maggioranza dei nostri fedeli lettori è fatta di persone che o hanno incontrato la rivista quasi casualmente, o l’hanno avuta da amici, riscoprendo poi nei suoi contenuti quel “di più” che stavano cercando e, soprattutto, hanno potuto conoscere quella società nuova che vive ciò che la rivista propone.

Dio e la befana

 

«Nel corso della trasmissione Otto e mezzo, condotta da Lilly Gruber (21/1/09), la gentile sig.ra Hack ha paragonato l’esistenza di Dio a quella della befana e ha definito la Chiesa come una “matrigna”. Personalmente trovo assai più matrigne e settarie cer-te “chiesuole” d’impronta laicista, in-clini all’invettiva e al livore anticristia-no, più che ad una critica degna di ta-le nome, forse per mancanza di un so-lido substrato culturale e di argomen-tazioni davvero convincenti».

Goran Innocenti

 

Non ho assistito a quella trasmissione. Penso comunque che affermazioni come quelle da lei riportate si commentino da sole. Certamente, in materia scientifica, uomini di Chiesa hanno commesso errori anche gravi, che tuttavia la Chiesa ha riconosciuto, scusandosene pubblicamente. Ciò che la Chiesa fa e dice oggi non merita certo il sarcasmo della sig.ra Hack.

In Italia aumenta la maleducazione

 

«Oggi in macchina sono passato con il verde ad un semaforo. Col rosso una ragazzina quattordicenne è passata in motorino. Ho rischiato di metterla sotto. Per tutta risposta la biondina ha preso a inveire contro di me con “linguaggio da trivio”. Non sono stato capace di reagire, tanta era la maleducazione di quella poco più che bambina. Che sarà di lei tra vent’anni? Che madre sarà?».

A.M.P. – Roma

 

È naturale lamentarsi per episodi che evidenziano il degrado morale della società. Ma queste ragazzine sono figlie nostre, figlie della nostra televisione, del nostro modo di concepire l’etica, di valorizzare la persona o ridurla semplicemente a individuo. Eppure non tutto va male come si crede, e le nostre pagine lo testimoniano. Resta da dire, comunque, che in Europa il nostro Paese sembra essere fra i più esposti, alla maleducazione. Ci sarà pure una ragione…

A proposito di “Fantasilandia”

 

Mi chiamo Carla, ho 44 anni, sono sposata, ho tre figli e lavoro in una re-sidenza per anziani. Ho ricevuto in dono l’abbonamento al vostro gior-nale l’anno scorso e l’ho rinnovato quest’anno perché è stato per me una guida spirituale e culturale importante nella vita quotidiana.

Nel mio lavoro mi sono occupata, per circa un anno, dell’animazione, cioè stimolare a livello cognitivo, re-lazionale ed emozionale gli ospiti re-sidenti durante alcune ore della gior-nata, dopo aver assolto ai loro bisogni primari.

Assieme ad altre figure professiona-li dell’équipe, Stefania e Patrizia, mu-sicoterapiste che entrano in relazione con gli ospiti attraverso i sensi, ho creato uno strumento di attività sen-soriale con le ultime pagine del vostro giornale, quelle di “Fantasilandia”, scritti con freschezza, semplicità e messaggi positivi. Questa attività di tipo uditivo è rivolta a persone che hanno difficoltà ad interagire con gli altri, manifestando a volte i loro biso-gni affettivi in modo aggressivo.

Abbiamo osservato che, portandoli in un luogo adeguato e raccontando loro queste favole con tono di voce piacevole e moderato, si ottengono dei risultati positivi. Attraverso questo canale di comunicazione, infatti, gli ospiti percepiscono un senso di be-nessere che tranquillizza e rilassa il lo-ro stato emozionale alterato. È un’attività che, svolta in maniera cor-retta, apre una finestra affettiva inte-riore e ci pone in una profonda rela-zione di interscambio empatico e sin-tonico che migliora la qualità di vita dell’ospite ed arricchisce quella della figura professionale che se ne occupa.

Attualmente, per problemi tecnico-organizzativi, ho cambiato residenza e ruolo ma, ciò che conta, è aver la-sciato in questa mia esperienza qual-cosa di bello e significativo a favore degli ospiti. Tutto questo è stato pos-sibile grazie alle persone che mi han-no aiutato e grazie anche al vostro giornale.

Carla Alberti

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