La posta del direttore

Asilo in chiesa “Un centinaio di palestinesi, civili e combattenti, si sono rifugiati nella chiesa della Natività come ultimo posto per evitare la morte sotto i colpi dei carri armati israeliani. A loro, non si deve impedire ciò, sostiene il patriarca, perché nella casa di Dio, tutti possono trovare rifugio, solo a condizione che essi depongono le armi. “Ora, l’asilo viene definito come “qualsiasi posto che offre sicurezza, rifugio, e protezione” o “il luogo inviolabile dove i colpevoli e i perseguitati trovavano rifugio e immunità”, e il diritto d’asilo come “l’immunità che si acquistava entrando in un luogo sacro”. In questo senso, concedere l’asilo ai palestinesi nella chiesa della Natività, esattamente come facevano i sacerdoti ed i vescovi durante il nazismo con gli ebrei che scappavano dallo sterminio di Hitler, anche a rischio della propria vita, non è un optional per la chiesa, ma è un dovere. “Il carattere straordinario, ed il significato universale della Terra Santa viene anche ribadito nel primo paragrafo del preambolo dell’accordo tra la Santa Sede e Israele. In questo contesto, la chiesa della Natività deve godere di una protezione particolare al livello internazionale. La sua inviolabilità deve essere garantita per la “coscienza giuridica dei popoli” – richiamata dal prof. Franco Cardini -, anche se non viene codificata in una convenzione scritta. “Mi pare significativo il richiamo del medioevo per interpretare eventi che viviamo oggi in Terra Santa. Come per dire: questi episodi di violazione dei luoghi sacri potrebbero ripetersi ancora oggi, esattamente come nel medioevo!”. Asem Khalil Mi pare sostanzialmente corretto quello che lei scrive. Purtroppo questa sorta di diritto di asilo non codificato non è stato rispettato (anche se non si è fatta irruzione), perché il luogo sacro è stato tenuto sotto il tiro dei cecchini. I richiami storici, purtroppo, non fanno testo; infatti, nei casi di guerra questo “diritto” venne quasi sempre violato dai più forti. Multinazionali senza scrupoli “Credo che ora più che mai sia importante capire con chi si ha a che fare, soprattutto quando multinazionali senza scrupoli, con documentata spietatezza, vedi Agip, distruggono l’ambiente di alcune zone del nostro pianeta, provocano guerre tribali, calpestano gli elementari diritti dei lavoratori e molte altre efferatezze. “Vi allego un articolo del settimanale Carta (10/ 16 gennaio 2002), piuttosto inquietante sull’argomento Agip”. Mauro Guaraldi Premesso che non si può parlare in questi termini solo dell’Agip, l’inquinamento del pianeta è un fatto reale, molto grave, del quale parliamo frequentemente. Purtroppo, mentre i paesi ricchi riescono a fatica a mettere ordine in casa propria (non si può negare che pur con molti ritardi, anche da noi si facciano progressi), ciò avviene spesso a scapito di quelli poveri che per debolezza o per necessità prostituiscono il proprio ambiente naturale. Solo un’autorità internazionale forte potrebbe rimettere ordine. Ma siamo ancora molto lontani da questo traguardo che pure resta fra gli obiettivi primari di chi abbia a cuore il futuro dei nostri figli. In positivo si può riscontrare che sta nascendo una nuova coscienza civile fra la gente, di cui anche la sua lettera preoccupata è espressione. Purtroppo però ad essa non fa riscon- tro l’abuso di materie inquinanti che facciamo tutti. Farmaci generici “Ho 40 anni e una malattia cronica. La domanda è: posso fidarmi di passare ai farmaci generici?”. Ilario Dallago Abbiamo dedicato una rubrica ai farmaci generici (vedi Città nuova n. 23/2000). Oggi possiamo dire che le case farmaceutiche si sono adeguate, gli assistiti meno abbienti pure, per evitare il pagamento del ticket. I medici li trovano ugualmente efficaci tranne rare eccezioni, per cui ritengo ci si possa fidare. Tenendo per fermo che un controllo a campione da parte dello stato rimane utile. Creenze esoteriche “Sono una mamma angosciata per le scelte di mia figlia che vive da quasi 15 anni all’estero perché lavora per associazioni umanitarie. Il fatto è che mia figlia è diventata devota di Sai Baba. Inoltre si dedica alla pratica del Reichi. Sento che in chiesa dei sacerdoti toccano spesso il tasto di Sai Baba e dei Reichi, facendone tutto un fascio con maghi, operatori dell’occulto, medium, ecc. “Mia figlia asserisce che i religiosi che demonizzano il Reichi sono in grave errore. “Io sono angosciata e mi sembra giusto che una volta per tutte si faccia chiarezza in questo importante argomento”. Riguardo a Sai Baba, induista, egli si ritiene “l’agnello di Dio” più grande di Gesù Cristo. Distribuisce una polvere miracolosa. Si ritiene capace di materializzare oggetti. Per un maggiore approfondimento può servire un breve libro delle edizioni Elledici dal titolo Sai Baba e il suo Movimento. Riguardo al Reichi, si tratta di un esercizio di autoguarigione. C’è tutto un rito di iniziazione. Ci sono diversi livelli di capacità (con relativi costi in denaro che uno deve versare). Il massimo livello, oltre a guarire le persone a distanza, è diventare onnipotenti! Quali idee accompagnano questo Reichi? Si crede alla reincarnazione; Dio per loro è semplicemente una energia impersonale. Penso sia sufficiente per avere un giudizio al riguardo. Che cosa suggerire? Anzitutto c’è da pregare. Poi da augurare che si aprano gli occhi a sua figlia. E che possa incontrare delle persone cristiane che vivono autenticamente il vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio. Vicini alla gente “Il 13 aprile ho avuto il piacere di partecipare alla cerimonia celebrativa della festa della polizia di stato al teatro San Carlo in Napoli. Ciò che più ha mostrato la vicinanza della polizia alla gente è stata la consegna delle ricompense: giovani agenti, assistenti, ispettori, hanno ricevuto medaglie e attestati per azioni di solidarietà compiute il più delle volte fuori servizio ricevendone anche lesioni fisiche. “Sono affiorate alla mia mente le pagine dei sussidiari che a noi piccoli parlavano di gesti eroici. Mentre sul palco sono sfilati i bambini che hanno partecipato con disegni originali e profondi al concorso sulla legalità. “Le parole del questore, realistiche e senza trionfalismi, hanno richiamato e auspicato la collaborazione di noi cittadini. E come cittadina sento di ringraziare, attraverso le pagine di Città nuova, quanti, fra i lettori appartengono alla polizia e anche i loro familiari”. Maria Teresa Baselice Nel delicato momento in cui, proprio a Napoli, alcuni componenti delle forze dell’ordine vengono accusati di gravissime illegalità e soprusi, questo attestato di fiducia richiama l’urgenza di fare chiarezza per non generalizzare gettando il discredito sui tanti che rischiano la vita per la comunità. Con fax in data 24 aprile la Imx (Internazional Mail Express), società cui affidiamo la distribuzione celere all’estero di Città nuova, ci ha comunicato di aver perduto le copie dal n. 7 destinate alle nazioni dell’Europa, Bacino Mediterraneo e Africa. Ciò “a causa di un rovinoso incidente stradale in cui è rimasto coinvolto in Francia il bilico che trasportava Città nuova e numerose altre testate per l’inoltro tramite Commission Paritaire alle varie destinazioni previste”. Per quanto riguarda Città nuova sono andate distrutte un migliaio di copie. Purtroppo, la seconda spedizione che ci premuriamo di effettuare immediatamente non potrà coprire tutta la nostra distribuzione. Per questo ci scusiamo vivamente con quegli abbonati all’estero che non potranno ricevere il n. 7. Con quegli Osama “In Kenya li chiamano tutti “Osama” i musulmani che lavorano al mercato di Garissa, una cittadina verso la Somalia, calda, battuta dal vento e dalla sabbia del vicino deserto. Battuta anche dalle idee e dai fatti di estremisti musulmani. “Li vedi questi fatti. Basta guardare il tetto della chiesa cattolica: tutto buchi! Non resiste infatti alle sassaiole di chi ha altre idee. Sono idee che poi costruiscono “muri ideologici” nei rapporti di ogni giorno. “Li senti, appunto, anche al mercato, con rapporti difficili o non-rapporto fra i commercianti cattolici e musulmani. Lì, fra le bancarelle dell’usato, lavora e vive Victoria.Vive soprattutto l’arte d’amare che attacca e sgretola piano piano questi muri. Anche offrire o chiedere una mano a chi è un “Osama” è andare controcorrente: dapprima è difficile, poipossibile, poi contagioso, poi è testimonianza di una fraternità universale nel quotidiano, nel gomito a gomito del mercato. L’amore – fatto di piccole azioni concrete – diventa reciproco. È dialogo vivo. “Sempre a Garissa, Francis è preside di una scuola elementare frequentata, per la maggioranza, da bambini musulmani. Ognuno nasconde in tasca una foto (o meglio un ritratto disegnato da loro) di Osama per ostentarla ad ogni possibile occasione di preghiera o di assemblea. “Lo sceicco del posto va spesso alla scuola… per controllare l’eventuale “pressione cattolica” del preside. Con sorpresa trova una persona aperta al dialogo, convinta della fraternità universale. Le visite dello sceicco si trasformano in interesse. Dice: “Mi piace venire qui perché sento che tu sei un uomo timorato di Dio”. E decide di sospendere una manifestazione provocatoria…”.

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