La posta del direttore

UN FUTURO MIGLIORE? “”In nome della scienza per migliorare la società” è uno dei tanti titoli che sono apparsi sui giornali dopo il disastro dello Shuttle, per farci sapere che le missioni spaziali hanno il compito di assicurarci un avvenire migliore. “Ma si dovrebbero elencare i vantaggi di queste prospettive, se no sono notizie senzazionali che servono solo a fare confusione. In concreto invece sappiamo già cosa fare nel presente per avere un’esistenza meno aggredita da malattie. “Sicuramente sappiamo che i concimi chimici alterano la composizione strutturale delle piante per cui all’analisi risultano: eccesso di acqua, squilibri nella componente proteica, diminuzione degli aminoacidi, eccesso di alcuni elementi e mancanza di altri. A queste carenze e squilibri bisogna aggiungere la presenza dei pesticidi usati dall’agricoltura industriale, la cui tossicità è nota. Pertanto è utile cercare i prodotti offerti dall’agricoltura biologica che rende il terreno fertile arricchendolo di humus: in questo modo sono attivati i processi naturali che permettono alle piante di prelevare tutti gli elementi di cui abbiamo bisogno e nel giusto equilibrio. “Ricordo anche che una ricerca scientifica, verso cui sono state convogliate ingenti somme di denaro, da vari decenni informa che non è lontano il giorno in cui sarà debellato il tumore. “Un’altra ricerca scientifica, a sua volta, rende noto che i prodotti alimentari dell’agricoltura industriale, la quale utilizza i concimi chimici e i pesticidi, invece di essere fonte di salute sono sicuramente causa di malattie”. Nicasio Scuderi – Rocca di Papa A onor del vero, molti dei vantaggi conseguiti con la sperimentazione nello spazio di particolari procedimenti medici e farmaceutici sono noti; e sono stati raggiunti proprio grazie alla ricaduta scientifica di tecnologie pensate e realizzate per altre finalità. Proprio su questo numero ne parliamo in un articolo. Ciò non toglie valore e non è in contraddizione con la campagna che molti combattono per sostenere l’agricoltura biologica. Nonostante l’ostilità delle multinazionali che difendono i loro interessi nell’industria chimica, essa si va lentamente diffondendo. Ma sarebbe senz’altro necessario che i governi si impegnassero di più sostenendo la ricerca legata a questo settore. LA “STUDIERIA” DI CASORIA “Sono un insegnante elementare abbonato alla vostra rivista e ne apprezzo soprattutto lo spazio dedicato alla cultura. Purtroppo i sondaggi impietosamente rivelano che agli italiani non piace leggere. Eppure, diverse sono le ragioni che si possono addurre a sostegno della lettura, soprattutto nella civiltà tecnologica: arricchimento del linguaggio, ampliamento degli orizzonti conoscitivi, dispiegamento della fantasia e dell’ immaginazione, affinamento del senso estetico. “Di ciò sono ben consapevoli gli insegnanti della scuola elementare “San Mauro” di Casoria, in provincia di Napoli, i quali, sostenuti ed incoraggiati dalla dirigente G. Durante, hanno allestito, già da qualche anno, col valido e determinante apporto degli alunni, la “Studieria”: accogliente e funzionale biblioteca scolastica, unico centro culturale in una grande città di quasi centomila abitanti, sprovvista finanche di un sala cinematografica. Essa è dotata di oltre 2000 libri, divisi per fasce d’ età, molti dei quali sono stati offerti dai cittadini, a seguito di una campagna di sensibilizzazione promossa due anni fa dal settimanale locale Casoriadue. Anche quest’anno la “Studieria” è stata aperta al pubblico”. Antonio Botta Non c’è che da complimentarsi per l’iniziativa e augurarle un grande successo. QUELLA LEGGE SCRITTA NEL CUORE “Ho riletto recentemente sul periodico Economia di Comunione la pagina relativa alle “Linee per condurre un’impresa”. “Qualche giorno dopo, scorrendo il n. 1/1/2003 del mensile Dirigenti industria del sindacato Aldai, la mia attenzione è stata attirata da un “Manifesto della nuova classe dirigente italiana” – elaborato come “bozza” dal Gruppo Giovani Aldai – che verrà proposto in occasione del VI meeting dei Giovani dirigenti Federmanager a Roma. “Sono rimasto positivamente colpito dai contenuti, del tutto condivisibili di tale Manifesto, dai quali emerge, in sostanza, l’amore del prossimo. “Dall’accostamento dei due documenti, mi è sembrato scorgere – secondo quanto ci ripropone, con le parole del Concilio Vaticano II, la Parola di vita di questo mese – come anche nel mondo imprenditoriale laico emerge che “nell’intimo della coscienza l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi… e la cui voce lo chiama sempre ad amare e a fare il bene… L’uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro il suo cuore””. Alberto Manfredi – Pontedera Ho letto anch’io quel manifesto e, per quanto se ne può dedurre, sono d’accordo con lei. Ne estrapolo due capoversi: “Ogni volta che metto da parte i miei pregiudizi e mi apro al dialogo con nuove culture./ Ogni volta che sento l’interesse ad apprendere per una crescita continua./ Ogni volta che valorizzo la mia dimensione personale, cercando il giusto equilibrio tra lavoro e affetti… sono responsabile verso me stesso. “Ogni volta che tutelo gli interessi collettivi per migliorare le condizioni di vita di tutti./ Ogni volta che contribuisco a creare valore per la collettività./ Ogni volta che favorisco la crescita culturale… sono responsabile verso la società “. I giovani ci precedono spesso in fatto di idealità. Ovviamente resta da vedere quanto di questi buoni propositi riusciranno a trasformare in opere; non tanto per loro demerito, ma per il forte condizionamento delle strutture che ci ingabbiano. In ogni caso, metterle e mettersi in discussione è già un primo passo per riscoprire quella “legge scritta da Dio nel nostro cuore” cui lei accenna. NON ASCOLTATE I PESSIMISTI “Mi è piaciuto il vostro servizio sui giovani e la morale illuminata dalla fede. Magari, c’è chi vi dirà che siete troppo ottimisti, che continuate ad idealizzare i giovani, che non basta una minoranza motivata da forti idealità e capace di scelte contro vento per mutare l’andazzo della nostra società dai piccoli orizzonti. Non prestategli ascolto. Anzi, prestateglielo tutto, fino a far loro conoscere un po’ di ragazzi e fanciulle che sanno il fatto loro. “I giovani più avvertiti sono in cerca di grandi ancoraggi, altro che di chiacchiere. Lo prova anche Massimo Cacciari, che in un’intervista a L’Espresso riferisce: “Vedo tra i giovani un nuovo impegno a capire e ad approfondire i temi di fondo. Se faccio una riunione politica, incontro al massimo 50 persone, dove da trent’anni a questa parte continuo ad essere il più giovane. Ma se nella stessa città faccio una conferenza su Platone, ne arrivano 500, e lì finalmente sono il più vecchio”. Arturo Ceccherini – Genova FATTI PER ESSERE FELICI “Ho davanti a me due immagini: la prima di quando ero un bambino di 8 anni e vidi su una rivista un vecchio mentre cercava inutilmente di scappare tenendo stretto in braccio il cadaverino di un bambino. Due tra le 5000 vittime che in un solo giorno Saddam Hussein provocò ordinando l’impiego dei gas su una città curda nel marzo 1988. “La seconda mostra bambini iracheni malnutriti a causa dell’embargo e bambini americani nati deformi perché i loro papà erano tra i centomila soldati Usa colpiti dalla sindrome del Golfo, malattia dovuta forse a un vaccino somministrato dal Pentagono ai soldati contro i gas nervini, forse dai fumi delle fabbriche di armi chimiche irachene bombardate. “Io non sono un pacifista a tutti i costi. Per me l’impiego della forza è necessario purché si tratti di legittima difesa. Per me l’amore per la tolleranza è la necessaria conseguenza della convinzione di essere uomini fallibili. Tuttavia, la tolleranza, al pari della libertà, non può essere illimitata, altrimenti si autodistrugge. “Non so se gli Usa hanno le prove della presenza di armi di distruzione di massa in Iraq. Non so se questa guerra si vuole fare solo per il petrolio o per eliminare un dittatore. “Non mi piace la prospettiva di guerre preventive e senza il mandato Onu. Neppure mi piacciono i dittatori psicopatici e senza scrupoli che possiedono armi più potenti delle bombe atomiche. “Non so come andrà a finire. So solo questo: gli uomini sono fatti per essere felici sulla Terra e per essere dei in Cielo.Tutti. L’uomo è fatto per amare. Lo ha detto Gesù, il Figlio di Dio, che ha amato sempre. “Se ci sarà la guerra cadrà un dittatore. Certamente moriranno innocenti. Provo angoscia per il ragazzo iracheno che ho conosciuto a Castelgandolfo e che si impegna nel suo paese a testimoniare la tolleranza. Cosa posso fare io? Ho pensato di rivolgermi più spesso a Maria, la madre di Dio, anche recitando il rosario, perché illumini la mente dei governanti e apra loro i cuori. Protegga tutta l’umanità! “Non è molto, ma quello che posso fare io è portare la pace lì dove sono, con la mia vita”. Leandro – Taormina Mi pare che l’amico Leandro, che aveva 8 anni nell’88, abbia idee chiare e condivisibili. Certamente dai molti che hanno sfilato per la pace, e forse anche da tantissimi che non se la sono sentita di manifestare, ma la pensano come lui.

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