La leucemia

Abbiamo un figlio di 10 anni. Da qualche giorno è morto un suo compagno di scuola che pochi mesi prima avevano scoperto essere affetto dalla leucemia linfatica. Può dirci qualcosa in più di questa malattia? Si può fare una diagnosi precoce? E poi vorremmo avere qualche consiglio su come aiutare il bambino a ritrovare la serenità, perché in questi giorni è divenuto chiuso e silenzioso. Una coppia di genitori La leucemia linfoblastica acuta (Lla) è una patologia tumorale che interessa alcune linee cellulari del midollo osseo, detto anche tessuto emopoietico. Nel midollo osseo vengono normalmente prodotti i globuli rossi, le piastrine, i globuli bianchi. Quando si determina una leucemia linfatica, per cause che solo in parte ora si inizia ad intravedere, le cellule tumorali tendono a sostituire le normali cellule emopoietiche. Diffondendosi nel sangue possono accumularsi particolarmente in alcuni organi bersaglio: il fegato, la milza, i linfonodi, il sistema nervoso centrale, i reni, le gonadi. Come sintomi di esordio della malattia a seconda dei casi osserviamo febbricciola prolungata, dolori muscolari ripetuti, anemia, emorragie, stanchezza, ingrossamento di fegato e milza, ecc… Non vi è un’indagine specifica per lo screening o la diagnosi precoce ma, se il pediatra ha un minimo dubbio di leucemia, fa eseguire un semplice esame del sangue che sarà quasi sempre utile a dirimerlo. Soltanto in qualche caso sono necessarie ulteriori indagini di approfondimento, quale l’esame del midollo osseo o specifiche indagini di citogenetica. Le moderne terapie, con l’aggiunta talora del trapianto di midollo osseo, determinano un successo in oltre il 70 per cento dei casi. Purtroppo però non tutti i bambini ce la fanno, e questo deve essere uno stimolo ad investire ulteriormente nella ricerca per arrivare a s c o n f i g g e r e questo male. Chi volesse approfondire l ‘ a rgomento della leucemia linfatica e delle malattie oncologiche pediatriche può collegarsi al sito della Associazione italiana emato-oncologia pediatrica (Aieop www. aieop.org), associazione degli specialisti che in Italia, all’avanguardia nel mondo, affrontano queste patologie. Mi si chiede anche come aiutare vostro figlio a vivere tale lutto. Esprimo solo alcuni concetti. Il bimbo ha bisogno di partecipare al dolore dei grandi quantomeno con pari dignità: non lo si aiuterà nascondendogli le nostre emozioni! Sarà bene dargli la possibilità di essere presente ai funerali e più in generale toccare con mano come la morte sia parte essenziale della vita stessa e, per chi crede in Dio, l’inizio della vita eterna. Non bisogna però dare per scontato di conoscere ciò che il bambino sta provando quando incontra il dolore o la morte di qualche caro. Dobbiamo accostarci a lui con prudenza, rispettando i suoi sentimenti o, come in questo caso, anche il suo silenzio. Quando vi è un lutto in famiglia o un coetaneo che muore, il bambino vive un’esperienza forte, che lascerà un segno per tutta la vita. Non possiamo sapere a priori se nel suo animo vi è solo il vuoto della perdita o se si agitano paure con alla base sensi di colpa, di identificazione, ecc… Essenziale sarà allora non imbottirlo di risposte e rassicurazioni ma lasciargli tempo, spazio, modo, di essere ascoltato: potrà così raccontarci il suo dolore e i suoi timori. Solo quando saremo sicuri di averlo ascoltato fino in fondo potremo parlare, partendo innanzitutto dal rivelare i nostri sentimenti e, se sarà il caso, rispondendo con semplicità, sincerità e per quanto possiamo alle domande che ci avrà fatto. Se avremo condiviso con lui questo importante momento l’esperienza si rivelerà cemento per favorire la sua crescita e maturazione e per saldare in profondità un rapporto franco con noi. Un bambino che soffre ci chiede soprattutto di sentire che non è solo al mondo, che qualsiasi cosa possa succedere vi è qualcuno che lo ama, accettandolo per ciò che è senza giudicarlo, con la misura di essere disposti a dare la propria vita, senza condizioni. Quest’amore, che rende libero chi lo riceve ma anche chi lo offre, come spesso abbiamo ricordato in questa rubrica, sarà il balsamo che sanerà ogni ferita.

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