La festa dell’amicizia per un mondo unito

Un’iniziativa annuale dove un gioioso scambio culturale diventa motivo di fraternità e inclusione.
Festa dell'amicizia fra i popoli per un mondo unito. Foto: Candela Copparoni

Nel Comune di Verucchio, in provincia di Rimini, la diversità culturale è motivo di incontro e di condivisione. Centinaia di partecipanti, oltre 15 nazionalità, un pomeriggio di convivialità. La Festa dell’amicizia fra i popoli per un mondo unito è un evento annuale che si svolge in piazza Europa, a Verucchio (Rimini), dove la fusione di colori, balli, canti, luci, musica, cibo, lingue e abiti tipici di vari Paesi trova il massimo splendore.

A sinistra, Mustafa Lamarraf davanti allo stand del Marocco durante la Festa dell’amicizia. Foto: Candela Copparoni

L’iniziativa nasce nel 2005, con un torneo di calcio multietnico chiamato Mundialito, organizzato per divertirsi insieme e stabilire legami, a cui giocatori di varie nazionalità partecipano con grande fervore. Il patriottismo e l’orgoglio della propria bandiera fanno sì che le persone ritrovino uno spazio per esprimere la propria identità. Da 7 anni il torneo, che promuove i valori del rispetto e della cura proposti sulle 6 facce del dado di Sports4Peace, è stato affiancato da una vera e propria festa dell’amicizia che si svolge a giugno, ma che viene organizzata sin dall’autunno, simbolo dell’impegno del Comune per l’integrazione e l’inclusione partecipata dei migranti.

L’obiettivo è di trovarsi insieme per essere testimoni di fraternità e di amicizia e crescere come comunità. Uno dei modi di socializzazione tradizionalmente più efficaci è quello di radunarsi intorno ad una tavola. Ecco perché nelle decine di stand allestiti in piazza, persone di varie provenienze condividono i propri piatti tipici, e invitano a intraprendere un viaggio tra sapori unici, dall’America all’Africa, dall’Asia all’Europa.

La festa dell’amicizia, organizzata dall’Assessorato alle Politiche sociali in collaborazione con la Fondazione Anna Rastelli, il Movimento dei Focolari, i Combia poder, Beetween-Coop, il Millepiedi-Isur prog. Interazioni, la parrocchia di San Paterniano, l’Istituto comprensivo Ponte sul Marecchia, l’Associazione Argentina per il mondo e l’Associazione No border, è un’occasione per dialogare, ma soprattutto dà la possibilità ai migranti di farsi conoscere.

«Questa festa è molto importante per la comunità, perché riunisce persone di diverse etnie, di diversi Paesi. È un momento di fratellanza che aiuta a rinsaldare le proprie radici, perché la gente che viene da fuori sente la nostalgia del Paese di origine. A noi fa molto piacere mostrare le nostre specialità, i nostri vestiti tipici… Ne siamo grati e i rappresentanti di ogni Paese cercano di dimostrarlo al meglio», spiega Angie Arana, originaria del Perù e abitante di Rimini da 28 anni.

Stand della Romania, festa dell’amicizia fra i popoli a Verucchio (Rimini). Foto: Candela Copparoni

Gli immigrati, spiega Giuseppe Malerba, ideatore del progetto, «hanno piacere che le persone scoprano le loro bellezze, ciò che hanno in cuore e come pensano che si possa vivere insieme. Essere riconosciuti alla pari, essere tutti responsabili, costruire una nuova civiltà per loro è il massimo; come si vede nei loro stand portano ciò che di più buono e più bello hanno per offrirlo a tutti».

Stand dell’Argentina in piazza Europa, a Verucchio, durante la Festa dell’amicizia fra i popoli per un mondo unito. Foto: Candela Copparoni

«Ci ritroviamo in questa festa con altre comunità con cui collaboriamo per conservare le nostre tradizioni, per divulgare e promuovere quello che noi portiamo assieme alle nostre valigie – afferma Mariano Russo, presidente dell’associazione Argentina per il mondo –. Le persone imparano molte cose da noi: piatti tipici, balli, tradizioni e tanto altro».

Tuttavia, spiega Malerba, l’accettazione da parte dei cittadini italiani non è stata immediata per tutti, dato che all’inizio alcuni provavano un po’ di diffidenza verso gli stranieri. Invece, afferma, in questi anni hanno visto crollare tanti “pseudo-muri”: «Le persone hanno aperto la loro mente e il loro cuore, ma è un’apertura culturale che si costruisce con il tempo, con costanza e perseveranza».

«È da anni che stiamo facendo questa festa e spero che altri Comuni facciano come il nostro, o ancora meglio, così il mondo andrà avanti perché c’è fratellanza, amicizia e non c’è differenza tra l’uno e l’altro», aggiunge Mustafa Lamarraf, originario del Marocco.

Verucchio ha dimostrato di essere una comunità accogliente e multietnica. L’esempio più recente è stata l’immensa disponibilità per accogliere i rifugiati fuggiti dall’Ucraina. Grazie al lavoro delle famiglie locali, le parrocchie, le associazioni, la Caritas, la Comunità Papa Giovanni XXIII, ecc., il Comune si è organizzato per dare ospitalità ai nuovi arrivati, soprattutto mamme con i bambini, e talvolta i nonni. Lo ha fatto offrendo uno spazio adeguato in case di famiglia, in appartamenti a loro dedicati o in istituti religiosi come il convento francescano dei frati minori. In più, grazie al passaparola e all’aiuto comunitario sono stati offerti posti di lavoro. La generosità è stata tale che sono arrivate incommensurabili quantità di cibo, soldi, vestiti, giocattoli… Tanto che una di queste mamme, commossa dalla solidarietà e dall’amore percepito nel ricevere molto di più di quanto avessero bisogno, ha chiamato il marito rimasto in Ucraina per dirgli: «Se qualcuno ti chiede aiuto o è in necessità, regala tutto quello che abbiamo, non tenere niente».

La comunità ucraina presente a Verucchio, desiderosa di restituire in qualche modo quanto le è stato dato, ha partecipato quest’anno, per la prima volta, alla Festa dell’amicizia fra i popoli. Nello stand, le famiglie di rifugiati hanno condiviso i loro piatti tipici e i costumi, regalando un po’ della loro cultura a quanti si sono recati in piazza per godere della celebrazione. Il sindaco di Verucchio, Stefania Sabba, ritiene che «la conoscenza reciproca sia il veicolo migliore dell’integrazione e dell’interculturalità». Per questo, ci sono dei gesti concreti che vengono compiuti dal Comune per manifestare vicinanza ai cittadini di altri Paesi. «Quando gli stranieri acquisiscono i requisiti per diventare cittadini italiani, a loro non viene consegnato semplicemente un foglio, ma – commenta Sabba – si organizza una cerimonia per suggellare questa forma di amicizia, di collaborazione e di vicinanza tra varie culture».

Stand della Costa d’Avorio, Festa dell’Amicizia fra i popoli per un mondo unito. Foto: Candela Copparoni

I più letti della settimana

Nonni

Grazie, nonni!

Digiunare per la pace

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons