Irlanda aperta

A conclusione del 50° Congresso eucaristico internazionale, prospettive di rinnovamento.
Al Congresso eucaristico internazionale

«Una settimana fa abbiamo cominciato un viaggio di preghiera e riflessione, di rinnovamento per la nostra Chiesa. In questi otto giorni l’Eucaristia ha risvegliato nei nostri cuori qualcosa che è andato oltre le aspettative». Parole dell’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, a conclusione del 50° Congresso eucaristico internazionale, che ha avuto luogo in Irlanda dal 10 al 17 giugno, nel segno della “comunione con Cristo e tra noi”.
È stato il più grande evento ecclesiale nel Paese dalla visita di Giovanni Paolo II nel 1979, anche se lontani sono i fasti del congresso celebrato in Irlanda nel 1932. Si è voluti andare in profondità, con un momento inserito nel percorso di purificazione, rinnovamento e rinascita della Chiesa irlandese dopo lo scandalo degli abusi sessuali sui minori da parte di esponenti del clero e degli ordini religiosi. Molti i segni di perdono e riconciliazione. 
Il card. Marc Ouellet, legato pontificio, ha fatto un pellegrinaggio a un santuario irlandese, sull’isola di LoughDerg, il “Purgatorio di San Patrizio”, che rappresenta da più di mille anni un luogo di riconciliazione. Lì il cardinale ha incontrato delle vittime degli abusi, con la specifica intenzione di «chiedere perdono a Dio e alle vittime». Durante l’omelia ha ripreso la lettera del papa ai cattolici irlandesi: «È comprensibile che troviate difficile perdonare o essere riconciliati con la Chiesa… Allo stesso tempo vi chiedo di non perdere la speranza». La pietra della guarigione, the healingstone, è diventata il simbolo del congresso.

Anche il papa, nel video messaggio per la celebrazione finale, ha ricordato come «la gioia e la gratitudine per la grande storia di fede e amore» della Chiesa irlandese, che ha portato tanto bene nel mondo, siano state «di recente scosse in modo spaventoso dalla rivelazione dei peccati commessi da sacerdoti e persone consacrate nei confronti delle persone affidate alla loro cura». Ripone la speranza, Benedetto XVI, nell’incontro con la persona di Gesù, che dà senso alla fede dei cristiani.

Novità di questo Congresso eucaristico è stata l’apertura ecumenica, a partire dal Simposio teologico (vedi box). Hanno dato la loro testimonianza i rappresentanti di movimenti cristiani, come Maria Voce dei Focolari e Frère Alois di Taizé; mentre il reverendo anglicano di Dublino Jackson ha presieduto la liturgia ecumenica. Nella trasferta del 14 giugno a Belfast – alla cattedrale anglicana di Sant’Anna – il congresso ha varcato i confini della Chiesa cattolica, proprio nella città che per anni è stata simbolo di divisione tra le Chiese: i presenti hanno stretto un “patto di amore reciproco”.

L’arcivescovo Martin legge nello straordinario interesse mostrato dalla gente «quanta sete c’è nella comunità cattolica di approfondire la comprensione della nostra fede». Saluta quindi il prossimo Anno della fede: «Un anno per suscitare in ogni credente il desiderio di professare la fede in pienezza e con rinnovata convinzione, con confidenza e speranza; per far sì che la testimonianza di vita dei credenti possa crescere in credibilità». Un nuovo impegno, quindi, a «costruire una Chiesa di comunione e servizio, sul modello di Gesù».
 
Il contributo dei Focolari
Maria Voce e Giancarlo Faletti in Irlanda per il Congresso eucaristico. «La Chiesa irlandese con questo congresso ha dimostrato di saper vivere la comunione. Ho avuto la grazia di parlare di ecumenismo e ho sentito che la “cattolica Irlanda” era diventata aperta alla comunione», dichiara Maria Voce a caldo, all’incontro dei Focolari sulla spiritualità di comunione: stand; workshop ispirati alle concretizzazioni in seno alla famiglia dei Focolari; contributo delle nuove generazioni, con la serata dedicata a Chiara Luce Badano – patrona dello spazio giovani – e col pomeriggio dedicato alla conclusione del percorso di Run4Unity nelle scuole.
 
50 anni dopo il Vaticano II
Il Simposio teologico internazionale (Maynooth, 6-9 giugno) ha preceduto il Congresso, su “L'ecclesiologia di comunione 50 anni dopo l'apertura del Concilio Vaticano II”. Brendan Leahy, docente del St. Patrick College: «I punti principali emersi sono stati il rapporto fra la Chiesa locale e universale, il ruolo dei carismi e la dimensione mariana della Chiesa, come spiegato dal card. Ouellet in apertura». Stefano Zamagni ha trattato della crisi attuale, alla luce dei princìpi dell'Economia di Comunione; mentre, a partire dal racconto dell'ultima cena, Piero Coda ha offerto una lettura dell'origine trinitaria della Chiesa. Eucaristia, scienza ed evoluzione sono stati trattati da Brendan Purcell, mentre Tom Norris ha messo in rilievo quanto l'emergere del profilo mariano riassuma il rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II.

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