Guglielmina e la panchina

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Guglielmina era una vecchina simpatica e arzilla, dall’aspetto allegro e con un cappellino sulle ventitré accompagnato da due fiorellini lilla. Ogni sabato pomeriggio se ne andava allegramente al parco e portava sempre con sé dei buoni biscotti da dare sbriciolati alle ochette. Non erano i soliti biscotti, erano speciali perché fatti da lei. A Guglielmina piaceva tanto prendersi cura degli animali – aveva tre gatti e un cane – e aveva anche un grande e curato giardino d’inverno. Infatti una delle sue passioni era il giardinaggio: era bravissima con le piante e coi fiori. La sua casa sembrava una grande aiuola colorata, ma tutta questa bellezza sembrava tenerla solo per sé. Al parco Guglielmina preferiva sedersi su una panchina piccola – non so se le avete presenti, una di quelle ad un solo posto – portava con sé il suo lavoro a maglia e cominciava a sferruzzare osservando i passanti. Osservare era la sua passione: le piaceva fantasticare sulle persone, immaginare il tipo di vita che ognuno di loro poteva condurre, figurarsi il loro passato, le loro abitudini, i loro pensieri, la loro vita. Un bel giorno di sole, mentre Guglielmina si avvicinava alla sua panchina singola, in prossimità del laghetto, capitò al parco Margherita, una bimbetta allegra e sorridente che le sfrecciò davanti correndo all’impazzata. Fu un attimo che… puff! Tutto il lavoro a maglia di Guglielmina precipitò nell’acqua del laghetto! Che disdetta! La povera Margherita fu così dispiaciuta che le spuntò un lacrimone! Ma Guglielmina, benché contrariata, non si perse d’animo: accompagnò la bambina al chiosco a prendere un bel gelato e cercarono insieme una panchina più grande dove sedersi. Finì che quelle due diventarono grandi amiche! Ogni sabato pomeriggio sembravano darsi appuntamento lì, su quella grande e spaziosa panchina. A Guglielmina piaceva tanto parlare con Margherita, raccontarle la sua storia, di quando era giovane, dei mazzi di violette che raccoglieva per poi vendere in strada, delle grandiose marmellate di castagne, dei racconti accanto al fuoco tutti insieme nel cortile dove viveva insieme alla sua numerosa famiglia. La bimbetta ascoltava attenta e curiosa. Un giorno le domandò: Sai, io ti conoscevo già, anche a me piace tanto osservare, proprio come te, e avevo notato che te ne stavi sempre sola su quella panchina piccola. Perché non sedevi mai su una di quelle più grandi?. Guglielmina fu stupita dalla domanda a bruciapelo e lì per lì non seppe cosa rispondere, pensò di dire che sedeva lì perché in quel punto si poteva osservare meglio il laghetto. Ma Margherita non ne fu soddisfatta. Passarono i giorni, i mesi, gli anni e l’amicizia tra Guglielmina e Margherita diventò sempre più forte e bella, proprio come uno dei grandi alberi del parco, pieni di nodose radici e dal tronco grande e imponente. Finchè un bel giorno di sole Guglielmina si addormentò per sempre. Margherita la accompagnò fino all’ultimo viaggio, portando indosso un grande scialle bianco che Guglielmina le aveva preparato col suo paziente lavoro a maglia. Tanto tempo dopo, Margherita si ritrovò su quella grande panchina tutta sola, pensò a quanto inutile spreco di spazio poteva esserci su una panchina dove sedeva una sola persona. Forse era meglio sedersi su una di quelle più piccole… Che pensieri tristi! Il giorno dopo, mentre passeggiava di nuovo nel parco a testa bassa, indovinate cosa? Sfrecciò correndo come un fulmine una bimbetta allegra che si scontrò con Margherita e… puff! Una nuova amicizia fiorì sotto l’albero più vecchio del parco destinata a durare per chissà quanto tempo! Tanto spazio c’era ancora su quella vecchia panchina che ne avrebbe adesso di storie da raccontare…

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