Il governo va contro la legge?

Mentre la nave Diciotti è ancora attraccata al largo di Catania con a bordo i circa 150 migranti a cui è stato impedito di sbarcare, alla Procura di Catania sono stati presentati vari esposti per sequestro di persona ed altri reati. Per la Costituzione, infatti, la libertà personale può essere limitata solo con atto motivato dell'autorità giudiziaria. Inoltre, per il Codice della Navigazione i porti non possono essere “chiusi” se non con un decreto del ministro dei Trasporti. Infine, il soccorso in mare in caso di pericolo è un obbligo al quale, al momento, il nostro Paese sta contravvenendo. Sulle eventuali violazioni sta indagando la magistratura.

E ora si muovono anche gli avvocati. Fioccano gli esposti alla Procura della Repubblica di Catania per sequestro di persona e per altri reati. La vicenda della nave militare Diciotti, da lunedì attraccata al porto di Catania, con a bordo il suo carico di umanità sofferente, è agli onori della cronaca. A bordo sono rimaste circa 150 persone dopo che il ministro degli Interni Matteo Salvini, con un messaggio via Facebook, ha dato il via libera per lo sbarco dei minori.

La prima iniziativa è degli avvocati Cathy La Torre, bolognese, che si occupa di diritti Lgbt, Fabio Nacchio e Michele Giarratano. L’esposto è già stato inviato. L’avvocato bolognese invita, chi vuole, a scaricare il testo su internet ed a inviarlo a sua volta.

Un’altra iniziativa è della Rete Antirazzista e dell’associazione Border Line Sicilia onlus, con gli avvocati Sebastiano Papandrea e Paolo Ottaviano. Anch’essi presenteranno un esposto per denunciare il “prolungato, illecito trattenimento a bordo di soggetti”. «Anche i minori sono stati sbarcati con ampio ritardo – spiega l’avvocato Papandrea – e abbiamo saputo che si tratta di ragazzi che hanno subito violenze e che erano bisognosi di cure: qualcuno presentava segni evidenti di torture, un altro era stato tenuto a lungo al buio ed ha seri problemi di vista, un altro ancora aveva segni di arma da fuoco. Sono stati trattenuti senza motivo su una nave che non ha servizi, né è attrezzata per una particolare e specializzata assistenza medica. Presenteremo un esposto congiunto di rete Antirazzista e Border Line Sicilia».

Prendono posizione anche il mondo politico e gli esperti giuridici. In un’intervista a Repubblica, il costituzionalista Giovanni Maria Flick (ex ministro della Giustizia del governo Prodi nel 2008) ha sottolineato che quanto sta accadendo è una palese violazione della Costituzione. «L’ articolo 13 della nostra Carta – ha spiegato – dice che la libertà personale può essere limitata solo nei casi previsti dalla legge e con atto motivato dell’autorità giudiziaria. La nave militare è territorio italiano a tutti gli effetti. A me sembra che queste persone siano entrate in Italia quando sono salite a bordo della nave. A questo punto è logico che si debba applicare quest’articolo della Costituzione».

Flick ricorda poi che, per derogare «è necessaria non solo la legge, ma anche il provvedimento del giudice che limiti la libertà personale. Il divieto di lasciare la nave, che è territorio italiano, è un ostacolo all’esercizio della libertà personale di queste persone. Non si tratta di limitare l’ingresso in Italia perché quei migranti sono già nel nostro Paese, dal momento in cui sono saliti a bordo».

Intanto, il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio (competente per territorio perché il salvataggio dei migranti è avvenuto nelle acque di Lampedusa) ha effettuato un sopralluogo a bordo della nave, rivelando le condizioni devastanti in cui si trovano quelle persone. Patronaggio ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per “sequestro di persona e arresto illegale”: un atto dovuto per poter eseguire l’ispezione.

Patronaggio ha incaricato delle indagini la Guardia Costiera. La situazione è in evoluzione e giuridicamente complessa (si inserisce anche la difficile trattativa, o meglio, il braccio di ferro dell’Italia con l’Unione Europea), ma se si dovessero configurare delle responsabilità di membri del governo, la competenza sarebbe del Tribunale dei Ministri e non della Procura di Agrigento.

La situazione è oggettivamente complessa e chiama in causa anche il Codice della Navigazione. I porti non possono essere “chiusi” se non con un decreto motivato che è di competenza del ministro dei Trasporti. «L’articolo 62 del Codice della Navigazione e gli articoli successivi – spiega Gianni Scapellato, ex direttore degli aeroporti di Forlì e Milano Malpensa, oggi docente all’università Supsi di Lugano –, regolano l’attività dei porti e la demandano ai responsabili che, quasi sempre, è la Capitaneria di Porto.All’articolo 62 si prevede che “Il comandante del porto regola e vigila, secondo le disposizioni del regolamento, l’entrata e l’uscita, il movimento, gli ancoraggi e gli ormeggi delle navi (…)”, mentre all’articolo 65 si legge che “Il comandante del porto regola e vigila, secondo le disposizioni del regolamento, il carico, lo scarico e il deposito delle merci, l’imbarco e lo sbarco dei passeggeri».

Il soccorso in mare in caso di pericolo è un obbligo, espressamente previsto dall’articolo 83 del Codice: «L’autorità marittima, che abbia notizia di una nave in pericolo ovvero di un naufragio o di altro sinistro, deve immediatamente provvedere al soccorso (…)». Le competenze, quindi, sono della Capitaneria di Porto, non del Governo.

Salvini e Di MaioL’intervento governativo è invece previsto all’articolo 83, che recita: «Il ministro dei trasporti può limitare o vietare, per motivi di ordine pubblico, il transito e la sosta di navi mercantili nel mare territoriale, per motivi di ordine pubblico, di sicurezza della navigazione e, di concerto con il ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, per motivi di protezione dell’ambiente, determinando le zone alle quali il divieto si estende».

Un’eventuale ordinanza, motivata, dunque, è di competenza del ministro dei Trasporti, di concerto, a seconda dei casi, con i ministri della Salute o dell’Ambiente. Casi che, nell’episodio di cui ci occupiamo, non sono presenti. Ed è un’ordinanza che, con tutta probabilità, il procuratore Patronaggio potrebbe aver chiesto quando è salito sulla nave militare per l’ispezione.

Se nessuna di queste norme viene applicata nell’episodio della Diciotti, che tipo di situazione abbiamo davanti a noi? La legge italiana prevede, in caso di sequestro di persona, la liberazione immediata degli ostaggi, da parte dell’autorità giudiziaria e, se vengono individuati, l’arresto dei responsabili. Questo prevede la legge.

Altre norme sono quelle del Diritto internazionale della Tutela dei Minori, richiamati anche dall’intervento del Tribunale dei Minori. Il governo italiano si è lanciato in un bel guazzabuglio. La situazione è complessa, l’interpretazione ed il rispetto delle norme vigenti, probabilmente, è un po’ “libera”!

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