Il futuro di uomini e donne

Nel nostro mondo complesso, solo l’alleanza può far fiorire entrambi

Educare uomini e donne ad allearsi è uno dei compiti culturali più importanti che abbiamo davanti. Lungo la storia, nelle diverse culture sono prevalse a volte la visione maschilista, altre la femminista, altre ancora quella che vede il rapporto uomo-donna come uno scontro inevitabile. Anche il concetto di complementarietà è stato messo in discussione, perché partiva da una distinzione troppo rigida delle caratteristiche, ruoli e funzioni maschili e femminili, oppure dall’idea di “incompletezza”, come se mancasse qualcosa all’uomo e alla donna.
Invece sia l’uomo che la donna hanno bisogno dell’incontro con l’altro sesso per essere pienamente sé stessi: questa è vera complementarietà. In più, uomo e donna insieme raggiungono mete che da soli non potrebbero mai raggiungere: questa è alleanza.

Complementarietà
Spesso lo scontro e la difficoltà di comunicazione tra i sessi non dipendono dal rapporto tra i due, ma dalla relazione che ognuno ha con sé stesso. Se non mi rendo conto di essere figlio, non posso essere sposo (collaboratore, amico). Posso donarmi se mi sono scoperto come un dono. Posso relazionarmi con l’altro e accogliere la sua differenza se mi sento sicuro, saldo in me stesso. Tanti problemi di coppia sono dovuti a ferite non guarite e bisogno di affermazione. Lo stesso succede nell’ambito del lavoro e della Chiesa: non possiamo collaborare perché dobbiamo difenderci, perché c’è qualcosa in me che ha bisogno di essere affermato. Per questo motivo siamo duri, alziamo muri, difese, giudizi. Guardiamo l’altro con lo stesso sguardo con cui guardiamo noi stessi.
Quando facciamo pace con noi stessi, possiamo fare pace con l’altro. Quando siamo liberi e ci apriamo all’altro, scopriamo che la mascolinità viene modulata e formata nell’incontro con la femminilità, e la femminilità nell’incontro con la mascolinità.

Non ci sono caratteristiche esclusive delle donne o degli uomini. Ogni uomo sano ha alcune caratteristiche cosiddette femminili, e viceversa. Ci sono caratteristiche nell’uomo che sorgono e vengono fuori quando incontra la donna, e caratteristiche “nascoste” nella donna, che germogliano in modo più spontaneo nell’incontro con l’uomo. Infatti, è dimostrato che quando ci sono ambienti di solo uomini o solo donne, i difetti più comuni negli uomini si fanno più acuti: diventano più individualisti, disconnessi dal proprio mondo emotivo, aggressivi. E le donne isolate dagli uomini diventano più permalose, complicate, suscettibili. Invece, l’incontro con l’altro forma e fa fiorire la propria identità.

La donna aiuta l’uomo a farsi “vulnerabile”, a connettere testa e cuore. Lo educa ad ascoltare l’altro e sé stesso, a cogliere “ciò che c’è dentro”, cioè gli aspetti relazionali e soggettivi della realtà. Da parte sua, l’uomo aiuta la donna a porre dei limiti, a fare ordine dentro di sé, nei rapporti e nell’agire. Nell’incontro con l’uomo, la donna è spinta a non concentrarsi solo sul proprio stato fisico-emotivo, ma a modularlo con “ciò che c’è fuori”: l’oggettività di sé, dell’altro e del mondo. Lui aiuta lei a “distinguere”, a ordinare, a collocare le cose in un orizzonte più ampio, giacché a volte la donna si perde in aspetti che assorbono la sua sensibilità e senso di cura. La donna invece aiuta all’uomo a “connettersi”, ascoltare e ascoltarsi.
Nell’incontro, uomo e donna portano i rispettivi modi di vivere il corpo e la relazione. Lei guida l’uomo nell’integrare l’affettività col corpo e nell’entrare in contatto col proprio mondo emotivo, per decifrarlo e comunicarlo. Lui la esorta a staccarsi da un vissuto corporeo e affettivo troppo soggettivo, per collocarlo su un livello più ampio.

L’incontro esige che ognuno dei due impari “la lingua” dell’altro. Ma questo comporta: consapevolezza di sé e delle proprie paure, schemi mentali, pregiudizi, sicurezze; sicurezza personale per poter uscire dalla zona sicura, apertura a vedere la realtà con altri occhi, ascolto, empatia, accoglienza, comunicazione, comunione.
Richiede virtù e competenze umane e spirituali. Esige maturità e libertà. Per questo, l’incontro con l’altro sesso è la prima palestra di educazione alla differenza e alla diversità. In un mondo dove i muri e i pregiudizi crescono, educarci al rapporto sessuato diventa una palestra di maturazione personale e di grammatica relazionale. Una palestra che si sviluppa in famiglia, nel mondo del lavoro e della Chiesa.

Alleanza
Uomo e donna hanno un modo diverso di stare al mondo, di giudicare e agire. Non ci sono ruoli o funzioni sociali esclusivi dell’uno o dell’altra. L’autorità non è esclusiva degli uomini né delle donne, che la esercitano in modo diverso. L’autorità delle donne, infatti, è relazionale: creano sinergie nei team, favoriscono la collaborazione. Gli uomini, invece, non perdono mai di vista gli obiettivi, ma rischiano di perdere di vista gli aspetti relazionali. Quando l’autorità viene esercitata da uomini e donne insieme, è più equilibrata e capace di mettersi al servizio di un fine nobile.

Uomini e donne hanno diverse sensibilità anche quando occupano posti di direzione. La donna, forse educata dal proprio corpo, è capace di cogliere gli aspetti personali, di aspettare i tempi necessari perché i processi si sviluppino. Gli uomini possono essere più freddi, più obiettivi, ma hanno punti ciechi che invece sono visti dalle donne. Gli uomini rischiano più facilmente, mentre le donne vegliano più sulla sicurezza delle persone. Invece, quando c’è necessità di cura, le donne possono essere audaci e affrontare ogni pericolo. L’analisi e il giudizio sulla realtà hanno prospettive diverse. Solo mettendo insieme uomini e donne avremo una visione completa delle situazioni, con maggiore capacità di affrontarle.

La forza fisica è diversa negli uomini e nelle donne, ma solo insieme sono veramente forti. Gli uomini hanno più forza, ma le donne più resistenza. Entrambi hanno bisogno della protezione reciproca: l’uomo dà sicurezza alla donna, e la donna dà senso all’uomo. Nell’ambito culturale e sociale, l’alleanza di uomo e donna rende le strutture e i team veramente resilienti, consapevoli delle proprie aree di vulnerabilità ma anche delle proprie risorse.

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