Francesco in Barhein, pellegrino di dialogo e di pace

Per la prima volta un pontefice romano visita il Barhein
(AP Photo/Alessandra Tarantino)

L’aereo del papa è appena atterrato all’aeroporto della Sakhir Air Base in Barhein e Francesco, primo pontefice a visitare questo regno, viene subito accolto presso il Sakhir Royal Palace da Sua Maestà il Re del Bahrein, dal Principe ereditario e Primo Ministro, dai tre figli del Re e da un nipote. Papa Francesco consegna in dono al Re una medaglia con l’immagine dell’Albero della Vita, situato sulla collina più alta del Bahrein. Alla base dell’albero, un simbolo del Qal’at alBahrain, sito archeologico che è stato la capitale dei Dilmun, una delle civiltà antiche più importanti della regione. In basso, la statua di Nostra Signora d’Arabia e, sulla sinistra, la Cattedrale di Nostra Signora d’Arabia. Sulla destra, la chiesa del Sacro Cuore, la prima chiesa cattolica dell’intera area del Golfo Persico, costruita e consacrata formalmente tra il 1939 e il 1940. Poi, l’incontro privato tra il papa e il Re. Inizia così il 39.mo viaggio apostolico di papa Francesco.

«Pace in terra agli uomini di buona volontà» è il motto di questo pellegrinaggio. La pace, di cui il mondo ha fortemente bisogno, è uno dei temi al centro del viaggio, che si svolge in occasione del «Bahrain Forum for Dialogue: East and West for Human Coexistence», incontro promosso per costruire ponti di dialogo tra Oriente e Occidente. Nella giornata del 4 novembre, papa Francesco prenderà parte alla fase conclusiva del Forum.

«Parteciperò a un Forum che tematizza l’imprescindibile necessità che Oriente e Occidente si vengano maggiormente incontro per il bene della convivenza umana; avrò l’opportunità di intrattenermi con rappresentanti religiosi, in particolare islamici», aveva annunciato all’Angelus dello scorso primo novembre. «Chiedo a tutti di accompagnarmi con la preghiera, perché ogni incontro e avvenimento sia un’occasione proficua per sostenere, in nome di Dio, la causa della fraternità e della pace, di cui i nostri tempi hanno estremo e urgente bisogno».

Un viaggio ricco di appuntamenti, «all’insegna del dialogo», come lui stesso ha spiegato. Il Bahrein è uno Stato insulare situato nel Golfo, tra l’Arabia Saudita e il Qatar, costituito da un arcipelago di 33 isole e abitato da oltre un milione e mezzo di persone. I cattolici sono circa 161 mila. La maggior parte dei cristiani, il 15% della popolazione, sono cittadini stranieri che vi abitano per motivi di lavoro. Circa il 70% degli abitanti sono musulmani.

Il desiderio di pace, la volontà costruire ponti tra Oriente e Occidente, il desiderio di sentirsi tutti fratelli e sorelle, emerge anche dalla simbologia del logo. Esso, infatti, è costituito dalle bandiere del Regno del Bahrein e della Santa Sede, rappresentate in forma stilizzata, come due mani aperte verso Dio, a significare l’impegno dei popoli e delle nazioni a incontrarsi come fratelli e sorelle. Frutto dell’incontro fraterno è la pace, simboleggiata dal ramo d’ulivo raffigurato al centro delle due mani. La scritta «Papa Francesco» è di colore blu, a indicare l’affidamento all’intercessione di Maria, venerata con il titolo di Nostra Signora d’Arabia, in particolare nell’omonima cattedrale.

Tra le tappe previste, anche l’incontro con il Muslim Council of Elders, il consiglio musulmano degli anziani, nella Moschea del Sakhir Royal Palace, e quello con la comunità cattolica con la S. Messa nel Bahrein National Stadium, evento nel quale è prevista la partecipazione di oltre ventimila persone. Il il 6 novembre, nella capitale Manama, è in programma l’incontro di preghiera con vescovi, sacerdoti e consacrati presso la Chiesa del Sacro Cuore. Qui papa Francesco reciterà l’Angelus e poi tornerà ad Awali e, dopo la cerimonia di congedo, ripartirà per Roma.

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