Facebook e le fake news

Come difendersi dalle notizie false che, sui social network, in poche ore diventano virali?

Se c’è un argomento che è sulla lingua, pardon, tastiera di tutti nell’ultimo periodo è sicuramente quello delle fake-news (notizie false). E se anche papa Francesco ha scelto di porlo come argomento centrale del suo consueto messaggio per la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali significa che il tema incomincia ad avere una rilevanza sociale abbastanza forte.

In Italia, poi, l’argomento è in questo momento molto sensibile perché, con le elezioni politiche alle porte, si teme che proprio le notizie false possano influire in modo decisivo sulla campagna elettorale. Non sarebbe la prima volta, visto che da più parti sono piovute accuse sucome le fake-news abbiano condizionato le elezioni americane prima e russe poi, con Facebook messo sul banco degli imputati per non aver saputo o voluto mettere un freno al fenomeno.

Facebook contro le Fake-news
Sarà per questo che da qualche mese a questa parte Facebook si è posto come obiettivo il contrasto del fenomeno, annunciando nelle scorse settimane l’intenzione di lasciare nelle mani degli utenti l’onere di indicare se una certa fonte di informazione presente sul social network possa essere ritenuta attendibile o no. Questo in pratica significa raccogliere pareri e suggerimenti sul livello di fiducia nei confronti delle diverse fonti di informazioni, per creare una sorta di ranking di autorevolezza delle diverse testate, e sulla base di ciò decidere quanto possano essere visibili o meno. Il tutto sarà realizzato attraverso un questionario di due semplici domande. La prima: conosci questi siti web? Possibili risposte: si, no. La seconda: quanta fiducia riponi in ciascuno di questi siti web? La risposta può essere scelta tra: Completamente, Molto, In parte, Poco, Per niente.

Certo che forse ci si aspettava un po’ di più. Come già avvenuto per il cambio dell’algoritmo, poi, ci saranno ovviamente delle eccezioni. L’azienda si è infatti premurata di sottolineare che «la fiducia è solo uno dei tanti parametri, applicato solamente per i publisher dei quali non abbiamo dati sufficienti, quindi non influenza la maggior parte dei media».

Particolarmente interessante, per certi versi, è che la verità non venga ricercata sui fatti, ma sull’opinione che le persone hanno di coloro che quei fatti li hanno raccontati.

Contrasto alle Fake-news in Italia
Intanto in Italia nelle scorse settimane è stato firmato un controverso “Protocollo operativo per il contrasto alla diffusione delle fake-news attraverso il Web in occasione della campagna elettorale per le elezioni politiche 2018” presso il Servizio di polizia postale e delle comunicazioni. Lo scopo è “arginare, con specifico riguardo al corrente periodo di competizione elettorale, l’operato di quanti, al solo scopo di condizionare l’opinione pubblica, orientandone tendenziosamente il pensiero e le scelte, elaborano e rendono virali notizie destituite di ogni fondamento, relative a fatti od argomenti di pubblico interesse”.

Il Protocollo delega di fatto la polizia, dopo un iter di tre diverse fasi attivato dalla segnalazione da parte di un utente sul sito del “Commissariato di polizia online”, a stabilire la verità, ruolo di certo un po’ pericoloso. Come sostiene Arianna Ciccone, “se non siamo di fronte a un attacco diretto alla libertà di espressione, siamo comunque di fronte a piccole gocce di “veleno” instillate nelle vene della nostra democrazia”. Anche perché nel nostro ordinamento non esiste il reato di fake-news, e tutto andrà quindi configurato eventualmente come diffamazione, su cui però l’ultima parola spetta ad un giudice e non alla Polizia.

facebookNuove iniziative di Facebook
Facebook ha annunciato poi tutta una serie di iniziative per “aiutare le persone a prendere decisioni più consapevoli su cosa leggere e condividere sulla piattaforma”, nonostante le stesse non abbiano funzionato molto bene in altri Paesi dove sono state sperimentate.

La prima è il Fact-cheking (controllo dei fatti) in collaborazione con Pagella Politica che dalla prima settimana di febbraio provvederà a rivedere e valutare l’accuratezza delle informazioni presenti su Facebook. In presenza di una o più informazioni considerate false o parzialmente false, Facebook mostrerà sotto ad essa un’analisi scritta dal “controllore” ed invierà una notifica quando condividiamo qualcosa che è stato giudicato falso.

La seconda è l’introduzione di uno strumento educativo, 10 suggerimenti che verranno mostrati nella parte alta della timeline per aiutare le persone ad individuare le notizie false.

Quale antidoto alle fake-news?
Certo, il fenomeno delle fake-news esiste e non può certo essere minimizzato, ma non è pensabile di risolverlo con l’introduzione di scale di qualità create dagli stessi utenti che quelle notizie le fanno circolare o con strumenti quanto meno ambigui, che fanno avere il sentore di “censura”. E neppure mettendo dei “controllori”: e poi chi controlla i controllori?

Anche in questo campo, come sottolineato anche da papa Francesco nel suo messaggio, lo sforzo da fare è educativo: certo faticoso, ma il fenomeno potrà essere contrastato solo creando iniziative educative che permettano alle persone di apprendere ed esercitare il pensiero critico. Per essere in grado di leggere e valutare il contesto comunicativo in modo da non diventare divulgatori inconsapevoli di disinformazione, ma piuttosto attori nel suo svelamento.

 

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