Educazione affettiva e sessuale, se ne discute in Parlamento

Il Tavolo parlamentare del 9 novembre prossimo, promosso dal Movimento politico per l'unità e da Città Nuova, cercherà di favorire il dialogo tra maggioranza e opposizioni per la condivisione di una legge urgente in materia, richiesta dai gravi fatti di cronaca e da espressioni di povertà educativa

Il 9 novembre si terrà il secondo Tavolo parlamentare 2023, promosso dal Movimento politico per l’unità e da Città Nuova, presso la Camera dei Deputati, sul tema delle povertà educative e dispersione scolastica. Una rete ampia di associazioni e movimenti di docenti, dirigenti, studenti, Forum Associazioni familiari, presenterà proposte a tutti i gruppi parlamentari, in particolare sul tema dell’educazione affettiva, emotiva e sessuale.

Da chi sentono parlare di sesso e relazioni i nostri adolescenti? «Mancano adulti autorevoli per affrontare il tema. La pornografia riempie il vuoto e insegna il disprezzo dell’altro, racconta stereotipi di uomini predatori e donne sottomesse e genera precocità nei rapporti» (Tonino Cantelmi, psichiatra, docente presso la Gregoriana di Roma).

I casi di stupro di gruppo di Caivano e di Palermo ci costringono a interrogarci sui rapporti affettivi al tempo dei social. Da dove nasce il cattivo rapporto con la sessualità dei nostri figli, soprattutto in ambienti degradati di periferie delle metropoli? Esiste una relazione tra la mancanza di una vera e propria educazione sessuale e questi gravi casi di violenza di gruppo? Bambini e ragazzi subiscono una erotizzazione precoce attraverso i social. La pornografia arriva già a 11 anni attraverso piattaforme note. Qui si apprendono comportamenti crudeli e predatori. Un tempo il sesso era un tabù ma oggi l’erotizzazione precoce compromette la capacità dei ragazzi di gestire bene la loro intimità. Da qui nascono episodi sessuali aggressivi che riguardano ragazzini e adolescenti, spesso associati a disagio psichico e solitudine. Molti genitori non parlano di sessualità con i loro figli che in tal modo perdono adulti di riferimento autorevoli. Trovano anzi in diversi casi “adultescenti”, genitori che non hanno risolto i temi adolescenziali. Vediamo alcuni dati statistici per inquadrare il problema. Il 35% dei maschi e il 28% delle femmine tra i 16 ed i 17 anni hanno avuto un rapporto sessuale completo. Tra chi ha meno di 14 anni il 6,7% (ISS, Ministero della Salute). Il 10% dei ragazzi si confida con la mamma in caso di difficoltà di coppia, il restante con gli amici.

Verso gli 11 anni i ragazzini perdono fiducia negli adulti e si affidano allo smartphone. Presto si creano due mondi paralleli: famiglia, scuola, oratorio, catechisti da una parte, social e Web dall’ altro. Quale prevarrà? Per ora un adulto autorevole prevale sui social ma nelle grandi periferie urbane questo non è sempre vero. L’educazione sessuale va affrontata quindi nel quadro di un più ampio sviluppo psicologico ed affettivo, di una capacità di costruire relazioni, di gestire le emozioni, dell’imparare a rispettare l’altro sesso. Apprendere il gusto dell’intimità è il contrario della pornografia che è oscena manipolazione dell’altro, disprezzo, crudeltà. Ci sono ragazzine che arrivano a sottomettersi e a considerarsi solo strumenti di piacere. I maschi apprendono invece a diventare predatori. Il miglior antidoto in famiglia, ovviamente, è avere una relazione affettiva felice tra mamma e papà ma sappiamo che in diverse situazioni questa relazione è in crisi e deludente.
Gli adolescenti raccontano che per i loro genitori, nella maggior parte dei casi, la sessualità è un tabù. In genere si informano sul Web perché in famiglia non se ne parla. I corsi organizzati a scuola sono rari e non sempre all’ altezza. Il primo rapporto per alcuni avviene a 14 anni. Altri attendono un amore maturo. Le ragazze devono affrontare battute e molestie.

Il 94% ragazzi vorrebbe avere lezioni di educazione sessuale a scuola (Istituto Superiore di Sanità). In Italia, diversamente da gran parte dell’Europa, l’educazione affettiva e sessuale non è una materia obbligatoria a scuola. Diversi progetti tuttavia entrano nelle classi: Up to Me del Movimento dei Focolari, Teen STAR, W L’ amore in Emilia Romagna, che coinvolge anche i genitori delle superiori, percorsi della Rete D.i.R.e dei centri antiviolenza per insegnanti e studenti, i programmi di Fare x Bene Onlus e di WeWorld. I corsi della Fondazione Guzzetti segnalano che non è facile coinvolgere gli studenti. Credono infatti di conoscere la materia avendo accesso libero ai social ma hanno idee confuse sul loro corpo e sulla contraccezione. È fondamentale quindi l’educazione all’affettività fin dalla scuola dell’infanzia, negli ultimi anni della primaria in particolare, per poi progressivamente far comprendere agli adolescenti che la sessualità è una dimensione che attraversa con responsabilità la persona nella sua interezza.


Il Tavolo parlamentare del 9 novembre prossimo
cercherà di favorire il dialogo tra maggioranza e opposizioni per la condivisione di una legge urgente in materia, richiesta dai gravi fatti di cronaca, espressioni di povertà educativa. Verranno presentate dalle prime firmatarie, on. Stefania Ascari, M5S,  “Delega al governo per l’introduzione dell’ insegnamento dell’ educazione  affettiva e sessuale nel primo e secondo ciclo dell’istruzione e degli studi universitari”; on. Irene Manzi , PD, ” Introduzione dell’ educazione  all’ affettività e al rispetto delle differenze nelle attività  didattiche delle scuole del sistema nazionale  di istruzione”;  on. Laura Ravetto, Lega ” Modifiche alla legge 92 del 2019, concernente l’ introduzione  dell’ educazione  alle pari opportunità  femminili nell’ ambito dell’ educazione civica”.

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