Editoria e commercio: Libreria o Supermercato?

Nel 2005 la Feltrinelli compie cinquant’anni. Nuove strategie e progetti commerciali sono in cantiere, ma una delle proposte ha suscitato non poche perplessità. L’idea è quella di centralizzare le ordinazioni di libri per tutti i punti vendita, con la creazione di una holding che coordinerà le attività. I riflettori sulla vicenda li ha portati Il Sole 24 ore con una discussione poi rimbalzata su altre testate. Le perplessità riguardano in effetti la figura dei promotori librari, la cui presenza diverrebbe inutile, e quella dei librai, che perderebbero la loro autonomia. Se per la Feltrinelli la centralizzazione permetterebbe di attribuire risparmi agli editori e sconti ulteriori alle librerie, secondo i librai si rischierebbe una perdita di qualità nell’offerta culturale dei loro negozi. Posizioni opposte su un progetto del quale potremmo verificare efficacia e conseguenze a partire dai prossimi mesi. Carlo Feltrinelli, in un’intervista al Corriere della Sera, ha spiegato che centralizzare significa mettere a disposizione del singolo punto di vendita informazioni editoriali e commerciali che solo la nostra catena possiede e che permettono di suggerire – sottolineo suggerire – al libraio i titoli da tenere in assortimento e il quantitativo più corretto da ordinare. Poi sarà il libraio stesso a decidere il titolo, in quale quantità ordinarlo, come proporlo. Dalle colonne de Il Sole 24 ore, però, i librai hanno fatto sentire la loro voce. Il timore è che non venga considerata l’importanza del loro ruolo nei confronti dei libri e dei clienti: la competenza degli addetti è proprio ciò che caratterizza una libreria e la distingue da un supermercato. La preparazione – scrive uno di loro – l’amore per i libri e la voglia di continuare a far sognare e a dare cultura è l’essenza di un libraio. MARTIRI, EROI O… Pagarecon la vita Gli operatori dei media comunicano, raccontano, fotografano. Ed a volte, per farlo, rischiano la loro stessa vita. Nel 2004 sono stati 53 i giornalisti morti nell’esercizio della loro professione, 13 in più rispetto allo scorso anno. Il rapporto annuale di Reporters sans frontières rileva anche che sono stati 1.146 i giornalisti aggrediti o minacciati e 622 i media che hanno subìto censure. Il paese più pericoloso rimane, per il secondo anno consecutivo, l’Iraq, dove hanno perso la vita 22 operatori del mondo della comunicazione. AFRICA Non se ne parla più Ha spazio marginale nei media italiani e di essa si parla solo in caso di emergenze o per fatti che riguardano o coinvolgono il nostro continente. La protagonista in negativo è l’Africa, ed i dati emergono da una ricerca dell’Osservatorio su comunicazione e Africa promosso dall’Università di Siena e dall’Amref, la Fondazione africana per la medicina e la ricerca. L’Africa non risulta una terra dimenticata dall’informazione, ma è ancora il nord a scegliere che cosa è notiziabile. Più che gli avvenimenti politici di cui è protagonista, conosciamo spesso fatti legati direttamente o indirettamente all’Europa. Poche sono le testate che le dedicano articoli specifici (ad esempio l’agenzia Misna, www.misna.it). Mancano poi fonti indipendenti ed i canali di informazione presenti in Africa non riescono ad influenzare i grandi media. Un deficit di elementi informativi che non aiuta una comprensione reale dei fatti e delle diverse e molteplici realtà che caratterizzano questo continente. NAPOLI Buone notizie Un piccolo segnale di speranza per Napoli e per tutti i napoletani, per aiutare a diffondere le tante buone notizie che, purtroppo, non trovano adeguato spazio sui mezzi di informazione . Con queste parole il presidente della Provincia di Napoli, Dino Di Palma, ha presentato la recente iniziativa di sensibilizzazione Regala una buona notizia promossa dal quotidiano Cronache di Napoli. Attraverso di essa, il giornale ha deciso di dedicare una pagina alle notizie positive che la città nasconde facendosi aiutare anche dalle segnalazioni dei lettori. A cura di Anna Lisa Innocenti natone@cittanuova.it

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