Cyber-bullismo, la legge è approvata

La Camera ha approvato, praticamente all’unanimità (un solo astenuto), il decreto di legge sulla tutela dei minori, la prevenzione e il contrasto del fenomeno di aggressione tra ragazzi

La Camera ha approvato, praticamente all’unanimità (un solo astenuto), il decreto di legge sulla tutela dei minori, la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyber-bullismo.

Tre i punti salienti del provvedimento che aveva già passato il vaglio del Senato: la definizione del fenomeno nell’ordinamento legislativo, la regolamentazione della rimozione dei contenuti offensivi e l’introduzione della possibilità di intervento da parte del garante della privacy.

La legge, che riguarda solo le aggressioni mediate tra minori, introduce quindi la possibilità per i ragazzi di meno di 14 anni di chiedere l’oscuramento dei siti dove si consumano le azioni di cyber-bullismo. E come già previsto per il reato di stalking, stabilisce la procedura di ammonimento per quei minori con età superiore ai 14 anni che si rendono colpevoli di tali aggressioni.

Definizione del cyberbullismo

Da ora in poi per cyber-bullismo si intenderà ogni forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, manipolazione, acquisizione o trattamento illecito di dati personali realizzata per via telematica in danno di minori. In questa definizione rientra anche la diffusione di contenuti online, anche se relativi ad un familiare, perpetuata a scopo di isolare il minore mediante un serio abuso, un attacco dannoso o la messa in ridicolo.

Il fatto che la legge prenda in considerazione soltanto aggressioni mediate contro minorenni è dato dal fatto che Facebook, Google, Twitter e le altre grosse aziende operanti nel Web hanno dato la loro disponibilità alla rimozione dei contenuti solo in questo caso.

Regolamentazione della rimozione dei contenuti e intervento del Garante della Privacy

Uno dei punti salienti della legge è quello che permette a un minore di almeno 14 anni di chiedere, anche senza l’intervento di un adulto, di oscurare, rimuovere o bloccare i contenuti diffusi in Rete al gestore del sito web o ai social network. Se il contenuto incriminato non sarà cancellato entro 48 ore, il minore potrà ricorrere al garante della privacy.

Il ruolo delle scuole

Il testo approvato si focalizza nella seconda parte anche su aspetti di prevenzione del fenomeno, rendendo la scuola parte attiva in questo. In ogni istituto scolastico, infatti, dovrà essere individuato un docente referente, con un duplice compito: avviare corsi di formazione per gli insegnanti e coordinare tutte le iniziative di contrasto al fenomeno. Ai presidi spetterà invece interfacciarsi con le famiglie degli studenti coinvolti in casi di cyberbullismo.

Reazioni

Non è del tutto soddisfatta del testo approvato Micaela Campana, la deputata relatrice della legge: «Serviva più coraggio e allargare le tutele previste anche ai maggiorenni, a tutti. La Rete è una piazza importante e la violenza tramite web è uguale alla violenza fatta per strada. Le vittime sono sempre più donne e giovani. Introdurre un elemento penale avrebbe aiutato, anche nella fase delle indagini. Ma se la Camera avesse modificato di nuovo il testo, dopo la lettura del Senato, la legge sarebbe finita su un binario morto. Siamo a fine legislatura, ha prevalso il senso di responsabilità di dare una legge utile già per gli studenti». Ne è consapevole anche la deputata Elena Carnevali, promotrice del disegno di legge: «Quello di oggi è per il Parlamento un passo avanti per restare in contatto con un mondo che cambia sempre più velocemente, e che ha bisogno di strumenti di legge sempre nuovi e aggiornati per far fronte ai nuovi problemi. Questa legge è di sicuro un passo avanti importante, ma tanto abbiamo ancora da fare, a partire da una tutela che comprenda anche i maggiorenni: non solo gli adolescenti possono infatti rimanere vittima di diffamazioni o minacce online».

Basta una legge?

La legge per arginare il cyber-bullismo è certamente un buon primo passo, anche se al momento non è ancora chiaro come verranno concretizzati alcuni dettagli tecnici: come, ad esempio, i ragazzi potranno segnalare i propri contenuti che vogliono far rimuovere? Come avverrà la valutazione dei contenuti da parte dei gestori dei siti e dei social network?

Viene ancora una volta in evidenza come la sfida più grande a fenomeni come quello del cyber-bullismo tra i più giovani sia quello della prevenzione e di un’alleanza educativa al rispetto dell’altro che parte dalla famiglia, passa dalla scuola, fino a toccare anche tutti gli altri ambienti sociali che i nostri ragazzi si trovano a frequentare. Perché seppur mediato da uno schermo (con tutte le conseguenze e le amplificazioni che questo può portare), dietro a queste situazioni si celano persone, che feriscono e che vengono ferite.

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