Che garanzia questo presidente

Ci sarebbe da fermarsi ogni volta a sottolineare ciò che il presidente Ciampi va dicendo al paese quasi quotidianamente nelle più diverse circostanze. Certo un rilievo particolare vogliamo dare a quanto il capo dello stato ha detto agli italiani nel suo messaggio di fine anno.Troppo puntuale, troppo lucida, ferma e garbata a un tempo, troppo a segno la sua analisi; e, infine, troppo bello – lasciatemelo dire – quel suo inno carico di speranza, rivolto ai giovani. È un magistero laico di alto profilo e di grande equilibrio, quello di Carlo Azeglio Ciampi, nel quale più di una volta si coglie quasi un contrappunto all’altra voce autorevole che si leva oltretevere dal grande vecchio, suo coetaneo, il papa. Questi parla all’umanità intera – dell’ultimo messaggio suo sulla pace abbiamo detto nel numero scorso -, Ciampi si rivolge ovviamente agli italiani, ma con un respiro così al di sopra del modesto profilo cui ci hanno abituato i nostri politici, da assumere egli pure una valenza universale. Non per niente, del resto, la prima telefonata di congratulazioni gli è arrivata a pochi minuti dal termine del suo dire, proprio dal Vaticano. Larghissimo il consenso registrato anche nei commenti dei maggiori schieramenti politici, se pure con diverse sfumature nell’interpretazione. Prevedibili le critiche di chi persegue obiettivi diversi. Al fondo del grande affresco disegnato da Ciampi, sta il bene del paese, al cui prestigio reca danno “l’immagine di un’Italia divisa; non meno di quanto lo fosse l’immagine di una nazione affidata a governi di breve durata”. Dunque, “l’Italia ha bisogno di incrementare la sua solidarietà e coesione interna”. Come? Rispettando le regole e “riconoscendo reciprocamente la legittimità che ciascuna delle parti ha acquisito dal voto popolare”. C’è, d’altra parte, un deficit di regole che va colmato, riconosce Ciampi, e per farlo si devono adeguare le garanzie costituzionali. Ma procedere con il federalismo postula che resti ben fermo il principio di solidarietà e che rimanga intangibile l’unità nazionale. È costruttivamente ottimista, il nostro presidente, ma senza perdere mai il contatto con la realtà, che presenta anche gravi lacune e problemi insoluti. Non aveva usato mezzi termini, infatti, intervenendo un mese prima – in occasione della consegna del premio Leonardo al presidente della Ferrari Montezemolo -, nell’esternare la sua preoccupazione al vedere che nella competizione internazionale stiamo perdendo quote di mercato; e aveva invitato l’Italia che di lì a pochi giorni il rapporto Censis avrebbe definito un paese dalle pile scariche, a “contare sulla capacità di innovare, sulla capacità di emergere nella qualità”. Un impegno che riproporrà parlando al paese in occasione della festa del tricolore: “L’Italia può fare di più e meglio nell’accrescere il proprio sviluppo e nel diffonderlo nelle varie regioni del mondo”. Come non sentire nostra questa sua visione? “La vitalità del nostro paese è grande, ma oggi occorre un nuovo slancio per creare un maggiore e più diffuso benessere e assicurare un’occupazione economicamente valida anche a chi vede messo a rischio il proprio posto di lavoro”. Infatti le disuguaglianze nord-sud rimangono inaccettabilmente alte, e non possiamo rassegnarci a un nord a corto di manodopera e a un’altra parte d’Italia che “soffre livelli ancora troppo elevati di disoccupazione”. In questa situazione “ben vengano gli immigrati, nel rispetto delle leggi”. Se la congiuntura economica è negativa, non possiamo aspettare la ripresa: dobbiamo invece potenziare le infrastrutture, accelerare gli investimenti produttivi, essere più pronti a reagire a “una concorrenza internazionale agguerrita”, aumentando l’impegno nei settori della ricerca e della formazione”. Certo: più efficienza per non recedere. L’invito è per tutti. Ma rivolgendosi ai giovani Ciampi tocca le corde più profonde delle motivazioni che possono produrre certi stimoli. “Vi sento di fronte a me, vi vedo con i vostri sguardi luminosi, pieni di entusiasmo… Perseguite con passione e con tenacia le vostre ambizioni, i vostri ideali.Abbiate sempre come punto di riferimento ultimo la vostra coscienza. Utilizzate le occasioni che la società stessa vi offre: dal servizio volontario, militare o civile, alle molteplici iniziative del volontariato. Dialogo, confronto, impegno concreto sono i modi attraverso i quali esprimere il vostro anelito di vivere la società. Questa società, per molti aspetti, può anche non piacervi. Ma vivendo nella società, affrontandone i problemi, operando, vi accorgerete che la state modificando. ” Vi ascoltiamo con attenzione anche quando protestate – assicura Ciampi -, ma è più facile ascoltare la vostra protesta quando essa si esprime con il ragionamento.A chi usa la violenza, nessuno dà ascolto.Abbiate fiducia in voi stessi. Ciò significa anche non avere timore di formare una famiglia. Non negatevi quanto di più bello può darvi la vita”. Ho pensato che lo “stellone” che protegge l’Italia esiste davvero e che, in questo momento, ha preso le sembianze di un livornese ottantaduenne che si chiama Carlo Azeglio Ciampi. Grazie, presidente.

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