Cellulare si’, cellulare no

Ieri ho avuto una discussione con mio marito a proposito del cellulare. Infatti nostra figlia Monica di 14 anni lo usa in continuazione, persino a scuola. A parte il fatto che ho sentito che può far male per le onde elettromagnetiche, io non vorrei più permetterglielo… Gradirei conoscere la sua opinione. Una mamma di Udine Sull’uso e sull’abuso del telefonino è già stato detto molto, considerato che l’Italia è il paese europeo che vanta il più alto numero di apparecchi cellulari… Riguardo al suo timore che esso possa nuocere a causa delle onde elettromagnetiche che sembrerebbe irradiare, alcuni studi specialistici hanno evidenziato il rischio di danni alla salute, particolarmente rilevante nei bambini e negli adolescenti. D’altro canto il cellulare, come tutti i nuovi strumenti tecnologici, offre numerose occasioni per intrattenere rapporti fra le persone, soprattutto adolescenti. Certo, occorre decidere noi come e quando usarlo. Una delle ragioni principali del successo del telefonino è che ci rende reciprocamente presenti gli uni agli altri. Infatti, permette l’accesso ai servizi essenziali e vitali in momenti di difficoltà; consente la comunicazione quando si è lontani dall’abituale luogo di soggiorno; aiuta i genitori a mantenersi in contatto coi figli, riducendo l’ansia e aumentando il senso di sicurezza; offre agli innamorati e agli amici la possibilità di parlarsi sovente e di colmare le distanze fisiche. Insomma, grazie al cellulare si ha la possibilità di una continua vicinanza, anche se limitata alla comunicazione verbale o addirittura scritta, nel caso degli sms o messaggini. Bisogna però considerare che esso comporta anche dei rischi. Il maggiore è quello di sminuire i rapporti sociali. Infatti, la vicinanza che consente è paradossale, realizzandosi solo grazie al mezzo tecnologico, ed eccessiva. Spesso, rappresenta un’intrusione e una minaccia alla costruzione dell’identità e dell’autonomia, specie dei figli. Non c’è momento nella giornata in cui l’altro – genitore, amico, fidanzato, marito, ecc. – non possa entrare nella nostra vita. Questa ingerenza costante e invasiva non aiuta le relazioni affettive e amicali perché non permette quel distacco fisico ed emotivo, utile per dosare il coinvolgimento e riservarlo ad aspetti significativi. Come genitori, occorre riflettere, più che se consentire il cellulare o meno (nel caso vostro poi sarebbe difficile se non controproducente proibirlo dopo averglielo dato), sulla necessità di stabilire coi nostri figli relazioni significative e gratificanti, basate sulla fiducia e sulla stima reciproca, aiutandoli sempre a sviluppare la propria autonomia. Per apprezzare i vantaggi del telefonino senza diventarne schiavi, si possono adottare alcune strategie educative, come riservare l’utilizzo del cellulare ad alcuni ambiti, vietandolo, per esempio, in classe; usufruire di schede telefoniche prepagate; pensare ad una mancia settimanale, invece di ricaricare il telefonino appena scarico; non chiamare il figlio in continuazione ma, eventualmente, concordare l’orario della telefonata, o inviare un messaggino di incoraggiamento che sviluppi la sua autostima. acetiezio@iol.it UN BAMBINO SU DUE Una ricerca recente dell’Università di Trieste ha evidenziato come il 56 per cento degli alunni di quarta e quinta elementare abbiano nello zainetto o nella tasca un cellulare. Il 68 per cento lo tiene sempre acceso, mentre il 44 per cento delle telefonate che arrivano sui cellulari degli adolescenti proviene dai genitori. Il 19 per cento dei ragazzini telefonizzati paga le sue telefonate con la paghetta dei genitori. Più della metà delle operazioni fatte da questi telefonini sono messaggi sms.

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