Card. Zuppi: una Chiesa «nel nome della sinodalità»

Alla conferenza stampa conclusiva della 76ª Assemblea della Cei, il tema centrale, oltre al bando delle armi nucleari e alle molte urgenze sociali di oggi, è stato la lotta agli abusi per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili
Zuppi

La Chiesa «cammina nella missione di sempre, ovvero quella che celebreremo a Pentecoste: una Chiesa che parla a tutti, che vuole raggiungere il cuore di tutti e che parla, nella babele di questo mondo, l’unica lingua dell’amore». Si esprime con semplicità e franchezza il card. Zuppi nella conferenza stampa conclusiva della 76ª Assemblea della Cei, si fa portavoce di una Chiesa in Italia che vuole camminare insieme, che si prende cura delle persone fragili, che ha scelto 5 linee di azione per la tutela dei minori e la lotta agli abusi.

Tra le novità di quest’anno, «per la prima volta erano presenti a due sessioni dei lavori i referenti regionali del percorso sinodale, tra cui molte donne – ha raccontato il cardinale –. Gruppi sinodali per la prima volta insieme ai vescovi, nel nome della collegialità e della sinodalità: un binomio su cui il papa ha insistito con molta forza. Non ci ha chiesto una ricerca sociologica, ma di metterci in ascolto. Continueremo l’anno prossimo questo cammino, che sarà una sorta di grandi “Stati generali” della Chiesa in cui non c’è spazio per parlarsi addosso. L’ascolto, infatti, ci ferisce e provoca delle risposte».

Si sofferma poi sulle necessità emergenti, aggravate da due anni di pandemia: la priorità sono le persone anziane e fragili, che hanno bisogno di aiuto, assistenza domiciliare, supporto medico. Ci sono poi le morti sul lavoro e la violenza sulle donne, «che la povertà amplifica ulteriormente»; «le fragilità dei giovani e le malattie relazionali», per i quali si cerca di «potenziare i centri estivi e i doposcuola»; la tragedia della guerra in corso non solo in Ucraina, ma in Afghanistan, in Libia, in varie parti del mondo.

Durante l’Assemblea si è parlato anche dell’adesione al Trattato Onu per la messa al bando delle armi nucleari, che l’Italia non ha ancora firmato. «Il più grande diritto è quello della pace, non si ragioni soltanto sulla logica delle armi», ha affermato il presidente della Cei, card. Zuppi. «Mentre leggiamo titoli di giornali che riportano in prima pagina la guerra nucleare, l’adesione al trattato Onu sarebbe importante per non abituarci a ritornare ad ipotesi che fanno perdere la consapevolezza su come è nata l’Europa: su tanta difesa di diritti e su una generazione che ha vissuto il nucleare e sa cosa significa». E, rispondendo alle domande giornalisti sulla guerra in Ucraina: «C’è il piano di pace dell’Italia», ha detto Zuppi, auspicando «che si crei un consenso, che sia il più possibile europeo, che non si ragioni soltanto sulla logica delle armi, che si debba trovare una soluzione diplomatica, con la collaborazione di tutti».

Il tema della lotta agli abusi è stato al centro della conferenza stampa: «Vogliamo metterci anche noi di fronte agli abusi, senza correre il rischio di minimizzare o amplificare i fenomeni. È un atto dovuto alle vittime e alle loro sofferenze», ha sottolineato il cardinale Zuppi, ribadendo che il tema sarà trattato con serietà e consapevolezza. Verrà rafforzata la rete di servizi diocesani per tutela dei minori e le persone vulnerabili, che già sono presenti nelle diocesi con équipes di laici e professionisti e la presenza dei centri di ascolto, che attualmente sono nel 70% delle diocesi.

Entro il 18 novembre, si è deciso di stilare «un primo Report nazionale sulle attività di prevenzione e sui casi di abuso segnalati o denunciati alla rete dei Servizi diocesani e interdiocesani negli ultimi due anni e di avviare un’analisi sui dati di delitti presunti o accertati perpetrati da chierici in Italia nel periodo 2000-2021, custoditi dalla Congregazione per la Dottrina della Fede». Il Report e sarà affidato a due Istituti universitari di Criminologia e Vittimologia, «che visioneranno tutto il materiale di prevenzione e relativo ai casi di abusi degli ultimi due anni».

Importante, a questo proposito, è anche la collaborazione con le istituzioni pubbliche: la Cei, infatti, partecipa in qualità di invitato permanente all’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, istituito con legge 269/1998, occasione importante per «lo studio e il monitoraggio della prevenzione e il contrasto dell’abuso e dello sfruttamento sessuale a danno delle persone di minore età in tutta la società italiana».

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