Brevi solidarietà

TRENTO Nasce Cà Bianca Su una collina vicino a Trento, in località Le Laste, dal dicembre scorso c’è una nuova casa. Si chiama Ca’ Bianca, è la nuova sede del Centro Astalli Trento che ospita richiedenti asilo e rifugiati che vogliono inserirsi nel tessuto sociale e lavorativo della città. Questa nuova struttura in grado di ospitare fino a 14 rifugiati è il frutto di una stretta collaborazione tra il Centro Astalli, la fondazione dei gesuiti per i rifugiati, e la Provincia Autonoma di Trento. Essa rappresenta dunque una nuova opportunità di ospitalità con lo scopo di facilitare l’inserimento dei rifugiati fino alla completa autonomia lavorativa e alloggiativa. Tra gli obiettivi di Ca’ Bianca, c’è anche quello di sensibilizzare la società trentina sulle cause che spingono i rifugiati alla fuga dalla loro terra. In tal senso il Centro Astalli Trento prende in carico anche i progetti per le scuole Finestre, storie di rifugiati e La lettura non va in esilio portati avanti fino ad oggi dalle cooperative. I due progetti, giudicati positivamente dagli insegnanti, hanno avuto una buona diffusione nelle scuole trentine. I volontari hanno realizzato nel corso dell’anno 2005 dieci incontri accompagnando i rifugiati a testimoniare l’esperienza dell’esilio ai ragazzi delle scuole superiori. Gli alunni coinvolti hanno avuto inoltre l’opportunità di affrontare le tematiche dei progetti anche da un punto di vista letterario, incontrando lo scrittore Carmine Abate e dando vita ad uno scambio molto costruttivo che ha visto la partecipazione di oltre 300 studenti. Per l’anno scolastico 2005-2006 sono in corso di svolgimento gli incontri nelle scuole superiori ed è in programma una serata di presentazione del libro della Fondazione Astalli La notte della fuga. Abdelazim Adam Koko EMERGENZA Alluvione nel deserto, aiuti ai saharawi Attorno a metà febbraio almeno 50 mila rifugiati saharawi nella regione di Tindouf (ovest Algeria) sono stati colpiti da un’imponente inondazione, seguita da un ciclo di piogge torrenziali. La rete internazionale Caritas si è mobilitata per fornire medicine, viveri, tende. Quattro i campi di rifugiati colpiti: El Ajun, Auserd, Smara e Dakla. Essi accolgono circa 160 mila persone, in povere costruzioni di fango, dopo l’annessione al Marocco, a metà anni Settanta, del territorio dell’ex Sahara spagnolo. Le piogge in pieno deserto, molto rare, sono state improvvise e violente. Almeno 12 mila famiglie sono rimaste senza tetto e si sono messe in salvo sulla sommità delle dune. Le costruzioni danneggiate sono almeno la metà del totale; anche scuole e a ospedali hanno subìto ingenti danni. Si aggrava cosi la già dura situazione dei saharawi, che da oltre trent’anni vivono in condizioni estreme, a causa del clima e dei terreni improduttivi, e dipendono dagli aiuti internazionali.

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