Andis: dirigenti scolastici, con professionalità e passione

Intervista alla presidente di questa associazione, la più grande del comparto
scuola Andis
(Foto Pixabay)

Continuando la conoscenza delle associazioni che hanno come proprio interesse la scuola e hanno aderito al Tavolo Parlamentare di confronto, di cui si è parlato a più riprese in queste pagine, cerchiamo di approfondire in queste righe l’identità di ANDIS, Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici. È la più grande associazione professionale dei dirigenti delle scuole di ogni ordine e grado, e conta circa 7500 iscritti dalla sua fondazione. È stata costituita nel 1988, al 1° Congresso nazionale di Chianciano, come derivazione diretta del coordinamento nazionale dei Collegi dei Direttori didattici. Con le organizzazioni sindacali Cgil Cisl Uil Scuola, dal giugno del 1996 ANDIS ha sottoscritto un protocollo d’intesa, che le garantisce la «partecipazione nelle sedi istituzionali, sindacali, politiche e negoziali ai vari livelli e fasi di contrattazione».

L’Associazione ascrive fra i propri scopi principali  la promozione, lo sviluppo e il progresso della scuola statale, partendo dal punto di vista, dagli interessi legittimi e dalle esigenze professionali dei propri iscritti, tutti dirigenti scolastici, interagendo assiduamente con gli organi politici, locali e nazionali, preposti alla scuola, ma anche con altre associazioni del settore. Hanno quindi aderito con interesse al Tavolo Parlamentare di confronto. Rivolgiamo qui alcune domande alla dott.ssa Paola Bortoletto, presidente nazionale dell’ANDIS, in carica dal maggio 2022.

Paola Bartoletto, presidente nazionale ANDIS

Presidente, si è svolto recentemente a Lipari l’80° Convegno nazionale di ANDIS. Quali sono stati gli argomenti di cui principalmente si è parlato?

Tanti sono stati i temi affrontati nell’80° Convegno nazionale dal titolo emblematico “…in un mare di incertezze, verso arcipelaghi di certezza”. Dopo la sessione introduttiva, intitolata “Orientare e orientarsi negli spazi e nei tempi di una scuola che si prepara al futuro”, la seconda giornata ha visto alternarsi il prof. Gomez Paloma dell’Università di Macerata per la presentazione del modello ECS, paradigma per rifondare il sistema scuola, il prof. Paolo Landri, Primo Ricercatore IRRPS-CNR per riflettere sulla scuola meridiana, la collega Piscozzo sull’attualissimo tema: “Lo stato dell’arte: orientamento e dispersione scolastica” ed infine il prof. Carlo Mariani dell’INDIRE intervenuto su “Learning to become- Didattica orientativa e innovazione curricolare”. L’ultima sessione si è concentrata sul dimensionamento delle Istituzioni scolastiche e sul ruolo dell’associazione a cura del già presidente Gregorio Iannaccone, a cui è seguito l’intervento della dott.ssa Rossella Screpanti (già funzionaria ANAC) sul tema particolarmente sentito dai dirigenti scolastici della rotazione dei Ds quale misura di prevenzione della corruzione. Il successo dell’iniziativa, che ha visto la partecipazione di più di 100 dirigenti scolastici, va attribuito certamente all’alto livello dei relatori intervenuti, ma anche all’attualità e al rilievo dei temi proposti.

È recente un vostro appuntamento per parlare dell’Embodied Cognitive Science come paradigma per rifondare il sistema scuola. Di che cosa si tratta?

L’approccio ECS è un insieme di costrutti scientifici interdisciplinari, ben consolidati e fortemente riconosciuti nell’ambito della comunità internazionale, che focalizza l’attenzione sulle teorie neuro-fenomenologiche afferenti a più discipline (Psicologia, Neurobiologia, Filosofia, Pedagogia, Antropologia, ecc.) che riconoscono nel fenomeno dell’Embodiment una chiave interpretativa con la quale rivisitare l’attuale scenario del “sistema scuola” nell’ambito dell’educazione in Italia, a partire, naturalmente, dal processo di insegnamento/apprendimento. La peculiarità di tale approccio è di investire su tutte le caratteristiche del sistema scuola, partendo dai principi afferenti all’ECS e declinando, secondo un’articolazione sistemica ed organica, percorsi di formazione e confronto per tutti gli attori della scuola (DS, docenti, genitori). Evitando di effettuare, anno dopo anno, percorsi mirati su specifici obiettivi disconnessi da una visione pedagogica e progettuale d’insieme, l’approccio ECS ha la finalità di “accompagnare” le scuole verso una rifondazione del sistema, implementando nell’arco di alcuni anni tutti i moduli formativi ben interconnessi, funzionali alla lenta e profonda trasformazione dell’organizzazione scolastica sotto il profilo non solo didattico, ma anche organizzativo, gestionale e di sperimentazione. ANDIS sosterrà tale ricerca, che coinvolgerà le scuole dei propri associati, con un percorso formativo che troverà la sua esplicitazione in una pubblicazione conclusiva che raccoglierà tutti i dati emersi dalle attività nelle scuole.

Ai presidi spetta anche la gestione degli eventuali fondi PNRR: come giudicate la scelta dei progetti da finanziare? Avete individuato procedure precise per la gestione di tali fondi?

Il tema della gestione dei fondi del PNRR attanaglia ormai la nostra scuola da un intero anno e ancora si protrarrà per i prossimi. I finanziamenti sono cospicui, ma manca una visione sistemica e condivisa: i fondi per la formazione sono stati comunicati dopo quelli per la progettazione degli ambienti innovativi e per la lotta alla dispersione e ai divari territoriali, i tempi di realizzazione di procedure d’acquisto sono strettissimi, le piattaforme non sempre funzionali e funzionanti. Certo i dirigenti scolastici e le scuole hanno avviato nei tempi richiesti tutte le azioni necessarie a rispondere a questi grandi investimenti per il nostro Paese, ma manca a monte una visione sistemica che metta in condizione le scuole di poter operare con serenità.

Nicola Puttilli, presidente del Consiglio nazionale di ANDIS, in un significativo intervento intitolato “C’era una volta il Direttore Didattico”, sottolinea, con perplessità, nuove e precise competenze richieste dall’attuale ministero ai dirigenti scolastici. Ci vuole spiegare?

Il presidente del Consiglio nazionale compie un’analisi dettagliata del passaggio alla dirigenza scolastica, logica conseguenza dell’attribuzione dell’autonomia. Cito alcuni passi del suo contributo che ben rispondono alla domanda. «Per quanto il nuovo assetto normativo non prevedesse in alcun modo una diminuzione delle competenze e delle responsabilità del nuovo Dirigente scolastico in campo pedagogico e didattico, l’enfasi si è di fatto spostata, quasi inconsapevolmente, sugli aspetti gestionali e organizzativi con preciso riferimento, rispetto alla specificità del ruolo, alle teorie sul management allora prevalenti. La strada era segnata ma forse sarebbe stato necessario modularla fin da subito secondo le esigenze prioritarie della nostra scuola: innalzamento qualitativo dei processi di insegnamento/apprendimento, superamento delle ineguaglianze e della dispersione scolastica, inclusione e benessere psicofisico degli studenti. Da subito doveva essere chiarito il nesso fra qualità dell’organizzazione e fini istituzionali…. L’enfasi sugli aspetti organizzativi e “manageriali” ha avuto la meglio, nella percezione del ruolo del Dirigente scolastico in particolare, su quelli più strettamente pedagogici e didattici…. Anche la ricerca di una giusta dimensione per le istituzioni scolastiche e una struttura organizzativa (middle management adeguatamente riconosciuto e formato?) idonea a presidiare gli spazi non solo amministrativi e gestionali, ma anche più propriamente psicopedagogici e relazionali, potrebbero aiutare non poco a far ritrovare senso ed equilibrio ad organizzazioni fin troppo complesse e a un ruolo ormai reso indistinto e pletorico come quello del Dirigente scolastico».

Quali aspetti interessanti vi hanno fatto aderire al Tavolo Parlamentare sulla Scuola, che si è visto a Roma il 23 marzo scorso?

I temi della dispersione scolastica e delle povertà educative sono molto cari all’ANDIS che, in numerosi documenti, si è espressa con proposte chiare e precise. Ecco perché ho delegato, insieme con il Direttivo nazionale, il DS Pollini a rappresentare l’Associazione al tavolo Parlamentare sulla Scuola, che si è svolto proprio in concomitanza con il nostro convegno a Lipari. Nella sua relazione ha ben sintetizzato con riflessioni, dati e proposte il pensiero dell’ANDIS, ribadendo la necessità di un approccio sistemico al problema, che tocchi tutti gli aspetti cruciali della scuola di oggi dagli ambienti di apprendimento alla formazione, dalla valutazione alla governance.

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