Educazione alla genitorialità: un antidoto alla violenza in famiglia

I comportamenti violenti possono avere effetti devastanti sul benessere fisico e psicologico dei bambini. La violenza, anche quella minima come uno schiaffo, non è mai una soluzione educativa.

La violenza fisica e psicologica all’interno della famiglia è un problema sociale e psicologico di vasta portata. Può assumere molte forme, tra cui abuso fisico, abuso emotivo, negligenza e abuso sessuale. I comportamenti violenti possono avere effetti devastanti sul benessere fisico e psicologico dei bambini. L’educazione familiare mediata dalla violenza può perpetuare un ciclo di violenza e abuso. I bambini che crescono in un ambiente violento possono apprendere che tali comportamenti siano accettabili, portando a un ciclo intergenerazionale di violenza.

In una tranquilla cittadina immersa nelle colline toscane, la famiglia Bianchi conduceva una vita semplice e ordinata. I coniugi Anna e Luca erano i genitori affettuosi di due bambini, Giulia e Matteo. Luca, avendo ricevuto un’educazione severa e autoritaria, era convinto che uno schiaffo fosse, a volte, necessario per correggere i comportamenti sbagliati. Anna, al contrario, credeva fermamente nel dialogo e nella comprensione. Un giorno, Matteo tornò a casa con un brutto voto in matematica. Luca, deluso e irritato, alzò la mano su suo figlio in un impeto di rabbia. Il silenzio che seguì fu più assordante dello schiaffo stesso. La sorella, spaventata, corse in camera sua, mentre la madre, con gli occhi pieni di lacrime, abbracciò Matteo, cercando di consolarlo.

La scena divenne un punto di svolta per la famiglia Bianchi. Luca si rese conto del dolore che aveva causato non solo fisicamente, ma anche emotivamente. Deciso a cambiare, iniziò a cercare alternative alla punizione fisica, iniziando, insieme a sua moglie un percorso digenitorialità positiva”, imparando tecniche di disciplina non violenta e comunicazione efficace. Col tempo, la loro casa divenne un luogo di amore e rispetto reciproco, in cui ogni membro della famiglia si sentiva ascoltato e valorizzato.

La docente di Scienza della famiglia presso l’Università del Texas Elizabeth Gershoff ha esaminato gli effetti a lungo termine della punizione corporale sui bambini. Il suo lavoro mostrava chiaramente come la violenza fisica non solo non portasse al miglioramento del comportamento dei bambini, ma potesse anche causare aggressività, problemi comportamentali e cognitivi. In più, la punizione fisica potrebbe aumentare la probabilità che i bambini crescano sviluppando dei comportamenti antisociali.

I bambini, soprattutto in tenera età, sottoposti a forte stress e violenza psicologica possono manifestare deficit nella crescita e ritardi nello sviluppo psicomotorio, danneggiando anche lo sviluppo neurocognitivo, con effetti negativi sull’autostima, sulla capacità di empatia e sulle competenze intellettive.

La paura costante, il senso di colpa, la tristezza e la rabbia dovute al senso d’impotenza sono conseguenze che hanno un forte impatto sul bambino esposto a violenza. Inoltre possono insorgere fenomeni quali: ansia, impulsività, alienazione e difficoltà di concentrazione.

Sul lungo periodo tra gli effetti registrati ci sono casi più o meno gravi di depressione, tendenze suicide, disturbi del sonno e disordini nell’alimentazione. Inoltre, la violenza psicologica potrebbe influenzare le capacità dei più piccoli, di stringere e mantenere relazioni sociali.

La violenza sui bambini ha conseguenze durature, che spesso si ripercuotono nelle generazioni successive. Cosa fare?

L’educazione alla genitorialità può svolgere un ruolo cruciale nel contrastare gli effetti della violenza. Attraverso l’educazione alla genitorialità, i genitori possono apprendere strategie efficaci per gestire lo stress, risolvere i conflitti e fornire un ambiente di sostegno e amorevole per i loro figli. Nello specifico, la genitorialità positiva si basa su alcuni passaggi fondamentali.

-Identificare gli obiettivi educativi a lungo termine, per guidare le decisioni e le azioni quotidiane.

-Mostrare affetto e fornire punti di riferimento al fine di creare un ambiente sicuro e amorevole per i figli.

-Comprendere i pensieri e i sentimenti dei bambini, ciò aiuta a rispondere in modo appropriato alle loro esigenze.

-Evitare punizioni severe e, invece, promuove un comportamento positivo senza ricorrere alla paura o all’intimidazione.

-Stabilire regole chiare per fornire una struttura e delle aspettative chiare.

-Sostenere l’autonomia del bambino per incoraggiare l’indipendenza e la fiducia in sé stessi.

Queste Strategie Educative Alternative sono preziose. In più, stabilire una routine e procedure chiare può aiutare a prevenire comportamenti indesiderati, le ricompense sono fondamentali e le punizioni spesso sono poco efficaci. Dare istruzioni chiare e semplici ai bambini, mantenendo il contatto visivo e utilizzando un tono affermativo, può aiutare la comunicazione e la comprensione tra genitori e figli.

Per una crescita sana, diventa fondamentale insegnare ai bambini le conseguenze delle proprie azioni in modo che possano imparare dalla loro esperienza.

I genitori possono utilizzare il time-out costruttivo come opportunità per il bambino di calmarsi e riflettere sul suo comportamento, ascoltandolo attivamente e cercando di comprendere le sue emozioni e motivazioni.

Adottando queste strategie nella vita quotidiana, i genitori possono stabilire una disciplina efficace basata sul rispetto e sulla comprensione, piuttosto che sulla paura e sulla punizione. Questo approccio non solo migliora il comportamento dei bambini, ma rafforza anche il legame tra genitori e figli, creando un ambiente familiare più amorevole e supportivo. La violenza, anche quella minima come uno schiaffo, non è mai una soluzione educativa. È attraverso l’ascolto, il dialogo e la comprensione che si costruisce una relazione sana e si insegna il rispetto per gli altri e per sé stessi. La genitorialità positiva non è solo una teoria, ma è una pratica quotidiana che ogni famiglia può scegliere di adottare per il benessere dei propri figli e della società nel suo insieme.

 

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