Giustizia dentro e fuori le mura

Il 18 maggio, a Napoli, un convegno di riflessione sui temi scottanti legati al mondo delle carceri, promosso da Città Nuova e Melagrana Napoli. Oltre a mettere in dialogo istituzioni e operatori a vario livello, verranno condivisi progetti e proposte volti ad avvicinare quanti vivono all’interno dei penitenziari al resto della comunità cittadina e viceversa. Pubblichiamo l'articolo tratto da Città Nuova n. 5/2024

Il carcere. Per capirlo, bisogna attraversarli quei lunghi corridoi pieni di sbarre; sentire il rumore delle chiavi che aprono e chiudono cancelli; ascoltare le voci di chi, varcando quella soglia, ha perso ogni speranza; incontrare gli sguardi spesso stanchi degli operatori; intercettare l’impegno dei tanti volontari che si adoperano a beneficio di tutti; dialogare con i dirigenti alle prese con diversi e gravi problemi.

Il carcere è un mondo, indipendentemente dalle dimensioni degli istituti, da cui non di rado già da fuori si rimane impressionati, proprio vedendo la lunghezza del loro perimetro. Luoghi in genere fuori dalla città, in ogni caso tagliati fuori dalla vita cittadina e non solo per le recinzioni che li delimitano. Vi siete mai chiesti, ad esempio, come mai in una città si trovano le più varie indicazioni, ma mai se ne vede una che dica “Istituto penitenziario”?

Tutte queste cose non le avevo presenti finché non ho fatto l’esperienza diretta di incontrare dei carcerati – a Teramo più volte, come a Verona e Torino – coinvolti nel “Progetto carceri Città Nuova” che racconteremo più avanti.

I problemi delle carceri sono atavici e non costituiscono certo la maggiore preoccupazione degli addetti, governo dopo governo. Certamente il sovraffollamento è quello che balza di più agli occhi di tutti, ma non meno grave è lo stato di salute e di salute mentale in cui versano tanti detenuti e il modo in cui quest’aspetto viene gestito. Se il diritto alla salute è diventato un lusso anche per i comuni cittadini, immaginiamo come tale diritto fondamentale possa essere garantito in carcere, dove deve fare i conti con una complicata burocrazia che, anche per la somministrazione di un semplice farmaco, ha tempi lunghi.

Le ripercussioni di tutto questo sono gravi. Basti pensare che dall’inizio dell’anno 22 persone detenute si sono tolte la vita in carcere e anche 2 del corpo di Polizia.

E mentre si registrano «14 mila detenuti in più e 18 mila appartenenti alla Polizia penitenziaria in meno», come ha affermato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia, che «richiedono un intervento urgente», secondo il XIX Rapporto annuale dell’associazione Antigone, preoccupa la carenza di organico che riguarda anche educatori, psicologi, medici, personale amministrativo e direttori. Un primo passo in questa direzione il recente concorso per 2500 nuovi posti di Polizia penitenziaria.

La stessa associazione lancia l’allarme per gli istituti penali minorili. Qui, anche per effetto del recente decreto Caivano che ha inasprito le misure cautelari, all’inizio del 2024, sono presenti 500 ospiti, un numero che non si raggiungeva da oltre 10 anni.

Quando la cultura repressiva si impone ai danni di una cultura della prevenzione, il risultato non è certamente positivo.

Che ci sia bisogno di riforme strutturali e complessive è sotto gli occhi di tutti e, nel poco spazio di queste pagine, possiamo solo fare qualche rapido cenno. Da qui l’esigenza di dedicare un convegno al più ampio mondo della giustizia – che comprende il carcere, ma non solo –, il prossimo 18 maggio, a Napoli, presso l’Istituto San Giovanni Bosco. Un’intera mattinata, dalle 9,30 alle 13,30, rivolta a tutti i soggetti che “vivono” il carcere: dai detenuti alle forze di Polizia; dai cappellani agli operatori; dai dirigenti ai magistrati e garanti. Insieme alle criticità conosceremo tante buone prassi in atto. Nel titolo il senso del convegno stesso: “Giustizia dentro e fuori le mura. Il carcere e la comunità”.

Città Nuova, infatti, ha un legame ultradecennale con il mondo delle carceri. La rivista raggiunge numerosi istituti penitenziari in tutta Italia e accompagna diversi progetti, grazie alla generosità di tanti lettori. Così, tenuti da volontari, sono nati gruppi di lettura di Città Nuova che offrono ai carcerati la possibilità di dialogare, riflettere, raccontarsi; oppure utilizzare la rivista per imparare l’italiano; o ancora per fare da ponte con istituzioni, studenti e cittadini grazie ad eventi aperti alla città, legati a concorsi letterari e artistici.

Passaparola Liberi di cadere Liberi di volare di Fernando Muraca

Da circa due anni, poi, alla rivista si è aggiunto un libro speciale: Liberi di cadere, liberi di volare, di Fernando Muraca. Sono tante le carceri italiane cui è stato possibile fare questo dono e gli istituti dove l’autore è stato chiamato per incontrare i detenuti. Momenti intensi in cui tanti hanno ritrovato sé stessi e il senso della propria vita.

Negli ultimi anni, infine, Città Nuova ha promosso una “rete carceri”, un gruppo spontaneo di persone attive in vario modo in quest’ambito, che si ritrova via zoom con una certa periodicità. Si condividono esperienze, difficoltà, progetti, prospettive. Per non sentirsi soli nel prendersi cura di quest’umanità ferita. Dagli adulti ai più giovani. Nei prossimi mesi partirà infatti un progetto per gli istituti penali minorili con la nostra rivista Teens.

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