La pace come unica possibilità, appello del Mppu internazionale

Le radici, il metodo e la finalità dell’appello promosso su scala mondiale dal Movimento politico per l’unità assieme ad una traccia di riflessione per affermare: «Nessuna guerra più nel mondo, nessun figlio più alla guerra: con gli occhi delle madri e dei padri, una via d’uscita politica per la pace».
Foto Pexels

«Davanti all’attuale tragedia in Terra Santa, noi politici del Mppu, come parte dell’umanità, sentiamo di chiedere perdono alle vittime di questa e di tutte le guerre in corso per aver fatto troppo poco nella ricerca di soluzioni politiche pacifiche dei conflitti».

Comincia in questo modo l’appello per la pace in Terra Santa che il Movimento Politico per l’Unità ha deciso di lanciare a livello mondiale come «rete internazionale di politici, funzionari, diplomatici, studenti e ricercatori, attivisti nei partiti e nella società civile di 22 Paesi nei 5 continenti, impegnata nella costruzione di un mondo più fraterno, giusto ed egualitario».

 Il Mppu è espressione del Movimento dei Focolari nato a Trento nel 1943. “Erano i tempi di guerra…”, sotto le bombe della II guerra Mondiale. Una corrente di popolo che ha dato vita, in quella tempesta, ad una straordinaria esperienza di fraternità proiettata verso un sogno più grande: la fraternità universale.

Nel mondo di oggi, tremendamente lacerato in più parti da quella che papa Francesco ha definito la III guerra mondiale a pezzi, noi che quel sogno abbiamo abbracciato e fatto nostro ci ritroviamo a doverlo riaffermare con tutta la forza e con la fiducia più grande.

Riconoscendo nella politica il luogo di tante delle scelte decisive verso una convivenza concorde, o verso la disunità e gli scontri, la fondatrice dei Focolari Chiara Lubich, che di quel sogno è stata prima testimone e maestra*, nel 1996 diede vita al Movimento politico per l’unità: un “laboratorio” fondato proprio per generare, nel luogo per eccellenza degli scontri e delle contrapposizioni, una dinamica nuova, che porti le diversità ad interagire in maniera virtuosa, con l’obiettivo prioritario del bene comune e con i più deboli al primo posto. Un agire politico che, assumendo con consapevolezza il proprio compito e la propria responsabilità, dai livelli più vicini, fino ai parlamenti e ai consessi internazionali, si propone di creare le condizioni perché il mondo viva nella pace.

Il Movimento politico per l’unità (Mppu) è presente oggi, come detto, in 22 Paesi dei cinque continenti, ed è coordinato da un Centro internazionale che in questi nuovi “tempi di guerra” si è sentito, come tanti, particolarmente interpellato, ed anche da più parti sollecitato ad esprimersi.

Ne è seguito un lavoro ampio e articolato, che ha richiesto qualche settimana per concludersi. È stata molto significativa la dinamica “fraterna” con cui ci si è confrontati, giungendo da posizioni anche distanti ad una formulazione comune, avendo sempre davanti le vittime delle guerre in atto, i fragili, i bambini, ai quali c’è solo da chiedere perdono per questo vortice folle di violenza che non si ferma. Le sensibilità, i punti di vista, le posizioni dalle varie parti del mondo sono molto diverse, ma si è fortemente voluto, proprio sulla pace, priorità della politica, convergere in un documento che esprimesse tutti.

Non un’esercizio di scrittura, non un’enunciazione di belle idee, ma un documento politico sui valori e sull’essenza della politica e dei suoi strumenti, una politica capace di costruire soluzioni non violente ai conflitti in corso, di stabilire ponti di dialogo, di ricomporre le lacerazioni tra i popoli. Abbiamo voluto affermare con forza il ripudio della guerra come strumento politico.

Non si è certamente dimenticato nel contempo che un contributo fondamentale alla costruzione della pace è dovuto da ciascuno di noi nel proprio agire quotidiano.

Da tale condivisione “mondiale” (probabilmente una delle prime esperienze di questo genere) sono emersi due testi, un Appello ed una Scheda di riflessioni, che proponiamo pubblicamente.

Non sono testi brevi, perché si è ritenuto importante riuscire ad esprimere il pensiero un po’ più compiutamente. Siamo consapevoli del fatto che ci sono nel mondo molte realtà ben più riconosciute del Mppu ad esprimersi sulla Pace; e siamo altrettanto consapevoli di non avere la capacità per una “influenza mediatica” di rilievo. Ma riteniamo che i due documenti – espressione di un impegno in atto e ispiratori di decise scelte politiche – possano costituire una base per approfondimenti, riflessioni e azioni, un riferimento per lavorare per la pace, fare ricerca, formazione e influenza per promuovere una nuova cultura politica. Una piattaforma per sviluppare la pace come politica.

Per diffondere più al largo i contenuti dell’Appello immaginiamo ci si servirà di forme più snelle, e anche di diverse modalità comunicative. Intanto è già stata attivata la piattaforma per raccogliere le firme di chi ritenga di sottoscriverlo.

Una cosa riteniamo importante di questa esperienza: la modalità di attuazione, la condivisione a dimensione mondiale (“fare processi di influenza politica collettivamente”, dice il presidente del Centro internazionale Javier Baquero), una modalità che vorremmo divenisse un esempio per procedere anche in futuro, nell’ottica del nostro sogno e della sua progressiva attuazione: la fraternità universale. Attraverso una politica a servizio dell’unità della famiglia umana. Senza alcun altro interesse.

* A Chiara Lubich è stato assegnato nel 1996 il “Premio UNESCO per l’educazione alla Pace”

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