Laudate Deum, ecologia integrale per un mondo unito

Papa Francesco ci ha sorpreso con la nuova Esortazione apostolica che integra la Laudato si' del 2015. È un appello ad accelerare sulla transizione ecologica visto il cambiamento climatico nel quadro di istituzioni internazionali più forti, eque ed autorevoli rispetto agli egoismi nazionali.
Protesta per il clima al Parliament Hill di Ottawa, Ontario (Canada), venerdì 15 settembre 2023. (Sean Kilpatrick/The Canadian Press tramite AP)

Dura è la critica al paradigma tecnocratico che riduce la natura a merce e che non vede la questione ambientale nel quadro di una ecologia integrale. Questione sociale e questione ambientale sono inscindibili. La cura per l’altro passa anche attraverso quella della Terra. L’umanità deve pertanto usare il potere fornito dalla tecnologia con molta responsabilità. Afferma papa Francesco: «La visione giudaico-cristiana del mondo sostiene il valore peculiare e centrale dell’essere umano in mezzo al meraviglioso concerto di tutti gli esseri». Da qui nasce la responsabilità verso le nuove generazioni e verso tutte le creature. 

La novità dell’Esortazione consiste nella denuncia della debolezza delle istituzioni internazionali.  «Il mondo sta diventando così multipolare e allo stesso tempo così complesso che è necessario un quadro diverso per una cooperazione efficace. Serve il coinvolgimento di tutte le nazioni e della società civile globale in una prospettiva di sussidiarietà». Ogni Stato deve trovare la sua via ecologica sostenibile sul piano ambientale e sociale. Un ordine internazionale più giusto per garantire pace e giustizia sociale passa attraverso la mobilitazione di tutti i popoli della Terra, al fine di far fronte ai mutamenti climatici. 

A livello personale e religioso, il papa invoca «un cambiamento diffuso di uno stile di vita irresponsabile», «gli sforzi delle famiglie per inquinare meno, ridurre gli sprechi, consumare in modo oculato». La società civile globale ha una grande responsabilità: avviare «un percorso di riconciliazione con il mondo che ci ospita». Questo significa ritrovare i grandi valori, una vocazione trascendente e porsi le domande sul senso della vita. In sintesi, dobbiamo affermare il primato dell’etica sull’economia che uccide.

«Il mondo si sta sgretolando e forse si sta avvicinando ad un punto di rottura». Il cambiamento climatico viene visto da Bergoglio come «un peccato strutturale», frutto di un delirio di onnipotenza degli ultimi secoli. Come disse al Simposio delle Conferenze episcopali dell’Africa e del Madagascar, «se i cittadini non controllano il potere politico -nazionale, regionale e municipale- neppure è possibile un contrasto ai danni ambientali». Invita poi «…al multilateralismo per risolvere i veri problemi dell’umanità, cercando soprattutto il rispetto della dignità delle persone, in modo che l’etica prevalga sugli interessi locali o contingenti». L’etica, infatti, è la risposta alle ideologie della modernità e postmodernità. Discernimento, responsabilità personale, dignità di ogni persona, come crocevia di relazioni, contro il pensiero unico dominante da secoli. La politica deve interrogarsi e riflettere sul suo ruolo oggi.

In conclusione, l’Esortazione è rivolta a tutte le persone di buona volontà, il 4 ottobre, Festa di San Francesco, come per Fratelli tutti, con l’invito a lodare Dio per tutte le sue creature. Papa Francesco ci spinge a prendere in mano la Storia per guidarla verso un futuro sostenibile. Afferma il teologo Morandini: «È un appello fatto da un uomo che pur essendo avanti con gli anni mantiene questa fortissima capacità di guardare avanti, questa lungimiranza che lo fa attento al futuro, alle sue splendide possibilità, ma anche alle minacce su di esso».

Papa Bergoglio spinge gli Stati e l’opinione pubblica mondiale a fare di tutto per il successo della COP 28, Conferenza Onu sui cambiamenti climatici a Dubai nel mese di novembre. L’umanità non può fallire ancora. Obiettivo: «Ridurre 22 gigatonnellate di emissioni entro il 2030» (Presidente COP 28). «Se abbiamo fiducia nella capacità dell’essere umano di trascendere i suoi piccoli interessi e di pensare in grande, non possiamo rinunciare a sognare che la COP 28 porti ad una decisa transizione energetica, con impegni efficaci che possano essere monitorati in modo permanente. Questa Conferenza può essere un punto di svolta, comprovando che quanto tutto si è fatto dal 1992 era serio e opportuno, altrimenti sarà una grande delusione e metterà a rischio quanto di buono fino a qui si è potuto raggiungere» (54). 

Mondo scientifico, imprenditori, governi, giovani e società civile globale non possono più sottrarsi alle loro responsabilità. Laudate Deum è un forte e chiaro appello alle coscienze in un passaggio drammatico della storia dell’umanità, anche per la guerra in Ucraina e per la grave crisi tra Israele e Gaza, guidata da Hamas, autrice di una violenza disumana su civili inermi.

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