Accoglienza

La festa interculturale di Verucchio per l’unità dei popoli

La comunità romagnola di Verucchio festeggia da 17 anni la fusione di culture sul suo territorio. Durante un decennio è stata fatta una partita annuale di calcio integrando le diverse provenienze, poi si è passati ad includere le famiglie e i bambini in una vera e propria festa dell’amicizia, co-organizzata dal Movimento dei Focolari insieme ad altre associazioni.

«Questa è la festa della pace, dell’amicizia, della solidarietà. Abbiamo portato il mondo sulla piazza Europa del comune». A parlare è Stefania Sabba, sindaco di Verucchio, durante la Festa dell’amicizia fra i popoli per un mondo unito, celebrata domenica 19 giugno, nella provincia di Rimini.

Persone di varie nazionalità, peruviane, filippine, domenicane, marocchine, nigeriane, macedonie, maliane, argentine, ucraine, gambiane, tunisine, ivoriane, guineane, senegalesi, moldave, rumene ed italiane si sono riunite per un pomeriggio di convivialità, condivisione e divertimento.

La festa è iniziata con una presentazione da parte del sindaco e del padre fondatore del progetto, Giuseppe Malerba, per continuare con una serie di spettacoli artistici tra balli, musica e canti messi in scena da parte delle diverse comunità presenti. Dopo un momento di silenzio ed unione per la pace nel mondo si sono aperti i vari stand con i piatti tipici di ogni Paese.

Questa fusione di culture ha dato luogo ad oltre sei ore di incontro personale tra i cittadini, evidenziando la ricchezza che vivere insieme comporta. Infatti, questa esperienza è stata importante per gli stranieri che da poco o da tanto sono arrivati in Italia, perché hanno trovato uno spazio in cui sentirsi riconosciuti ed apprezzati; ma anche per gli italiani, che sono riusciti a vedere nei loro vicini, all’inizio sconosciuti, fratelli e sorelle da scoprire e con cui condividere l’esperienza di vita umana.

Tra i presenti, l’ospite d’onore è stata l’Ucraina, per la prima volta in cinque anni rappresentata in questa festa. Alcune delle persone di questo stand erano dei rifugiati accolti con grande clamore e solidarietà dalla comunità locale, che si è data da fare per offrire tutto il supporto, materiale e non, di cui i nuovi arrivati potevano avere necessità dopo essere fuggiti dalla guerra.

«Noto in loro una grande gioia –racconta Malerba in riferimento ai migranti–. Essere riconosciuti e valorizzati per la loro cultura, per il loro esserci nella comunità, è un valore enorme. Sono contenti che le persone scoprano le loro bellezze, ciò che hanno in cuore e quello che pensano. Poter essere riconosciuti alla pari, essere tutti responsabili, poter costruire una nuova civiltà per loro è il massimo».

«La festa dei popoli è una rappresentazione molto allargata delle comunità presenti sul territorio. Noi siamo convinti che l’unico modo per poter interagire ed integrarsi sia confrontarsi tra le rispettive diversità. Qui ci troviamo a condividere proprio tutto, dalla musica al cibo, e questo ci fa soltanto crescere, è il modo migliore per non farci dei pregiudizi nei confronti di chi è diverso»; sono parole di Mariano Russo, presidente dell’associazione Argentina per il mondo.

Angie Arana, proveniente dal Perù, racconta che «questa festa è molto importante per la comunità, perché riunisce tutte le persone che bene o male si conoscono, di diverse etnie, di diversi Paesi. È un momento di fratellanza che ti porta ad avere radici profonde, perché la gente che viene da fuori sente proprio la nostalgia del Paese di origine, e questa è un’occasione per esserne orgogliosi».

«È da anni che stiamo facendo questa festa e spero che altri comuni facciano come il nostro, o ancora meglio, così il mondo andrà avanti perché c’è fratellanza, amicizia e non c’è differenza tra l’uno e l’altro», conclude Mustafa Lamarraf, originiario del Marocco.

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