Le relazioni oltre la pandemia

L’emergenza sanitaria

Siamo ancora in piena emergenza sanitaria ed è forse troppo presto per domandarsi cosa succederà “dopo” la pandemia, se torneremo alla nostra normalità, al mondo a cui eravamo abituati, se ci saranno cambiamenti che modificheranno il nostro stile di vita, se ci dimenticheremo in breve di quello che stiamo vivendo o se il ricordo di questo periodo ci accompagnerà a lungo.

L’importanza delle relazioni sociali

Una cosa è certa però, il Covid-19 «ha rivelato l’importanza delle relazioni sociali nella vita umana». Così scrivono il sociologo Pierpaolo Donati e il teologo Giulio Maspero nelle battute iniziali del volume Dopo la pandemia. Rigenerare la società con le relazioni, che esce oggi per Città Nuova e nel quale i due autori si interrogano sugli effetti di tutta una serie di cambiamenti che stanno investendo la nostra quotidianità, dalla didattica a distanza allo smart working, dai coprifuochi alle limitazioni negli spostamenti.

Le conseguenze dell’allontanamento fisico

La diffusione del virus nel mondo ha comportato, nei fatti, un allontanamento fisico, la cui conseguenza diretta è stata la diminuzione, in certi casi la cancellazione, della relazione immediata, quella dell’Io-Tu descritta da Martin Buber («io divento attraverso la mia relazione con il Tu»), a favore di una relazione in cui l’Altro è ridotto, è proprio il caso di dire, a stereotipo (il collega, il vicino, il medico ecc.). Relazioni di questo tipo provocano un aumento della distanza e dell’estraneità tra le persone. «Improvvisamente – sostiene Pierpaolo Donati – le persone si sono sentite più “estranee” fra di loro. In questo, la pandemia ha significato una perdita di umanizzazione».

Un nuovo paradigma culturale

Per superare questa crisi occorre immaginare un paradigma culturale che vada oltre l’individualismo e il soggettivismo ereditati dalla modernità. «La modernità – scrive ancora Donati – ha occultato il mistero della relazione».

La crisi dell’illusione consumista

La pandemia ha infatti anche accelerato un processo che era già in atto, ossia «la crisi dell’illusione consumista e globalista» – riporto qui le parole di Giulio Maspero –, l’illusione cioè di poter andare oltre ogni limite, e ci ha posto nella situazione di dover fare i conti col fatto che l’uomo vive di e in relazione.

Riappropriarsi delle relazioni

Occorrerebbe in questo senso cercare di evitare il rischio, rispetto a cui la psicanalisi ci ha messo in guardia, di assorbire un trauma difficile da elaborare attraverso il processo di rimozione e affrontare la crisi sanitaria che stiamo vivendo come circostanza in cui riappropriarci della dimensione relazionale dell’esistenza e dell’organizzazione sociale.

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