Ma i giovani d’oggi dove sono? Sembra che non incidano più come un tempo nella vita sociale… perché?
Stefano (Livorno)
Laureato in psicologia, consigliere dell’Ordine degli psicologi della Lombardia, esperto in psicologia evolutiva e scolastica, è nella redazione del giornalino Big Bambini in giro. ha pubblicato per Città Nuova: I linguaggi del corpo (2007); Comunicare fuori e dentro la famiglia (nuova ed. 2012), Crescer(ci) (2010); Mio figlio disabile (2011); con Giuseppe Milan, L’epoca delle speranze possibili. Adolescenti oggi (2010); Educare al sacro (2011); Mio figlio disabile (2011); Nonni oggi (2013); Crescere è una straordinaria avventura (2016); con Stefania Cagliani, Ad amare ci si educa (2017).
Ma i giovani d’oggi dove sono? Sembra che non incidano più come un tempo nella vita sociale… perché?
Stefano (Livorno)
Carissimo Stefano, la tua riflessione contiene una parziale verità, perché ci mostra come nel tessuto sociale le generazioni si siano accorciate, e soprattutto come sembra scomparso il pensiero ideale e utopico. La caratteristica dei giovani è sempre stata quella dell’idealità, dell’utopia, delle scelte spesso ai margini, quasi trasgressive.
Il mondo dei grandi di solito reagiva in modo normativo e rigido, ma era comunque costretto a constatare la propria inefficacia su molti interventi. Oggi, dove i quarantenni sembrano adolescenti, dove il gossip la fa da padrone, dove i populismi sembrano trionfare nella loro emotività sfrenante, dove sono i grandi ideali? C’è ancora l’utopia?
Perché senza utopia una società prima o poi si appiattisce, si spegne nel tran tran quotidiano, scivolando verso il torpore dell’autosufficienza e della stagnazione. Questo avviene a tutti i livelli, da quello scolastico a quello lavorativo ed economico. L’analisi ci porterebbe lontano, ma in questa rubrica mi preme individuare una causa pedagogica che ritengo molto rilevante: l’atrofia del pensiero ideale.
Gli studi scientifici dimostrano (Piaget ne è stato lo scopritore con i suoi esperimenti sull’aspetto cognitivo del bambino e del giovane) che durante l’adolescenza e la gioventù il pensiero, il modo di ragionale diventa ipotetico deduttivo, cioè in grado di grandi idealità e di grandi visioni.
Certo, il giovane non ha l’esperienza, ma la sua mente, la sua ragione è in grado di elevarsi al di sopra della realtà e immaginare grandi scoperte, grandi novità, differenti da quelle conosciute. Ebbene questa capacità dei giovani oggi viene spesso sottovalutata e derisa da un mondo solo emotivo e coercitivo, che non è più in grado di mostrare fiducia nella capacità di questo pensiero giovanile.
Siamo sommersi continuamente da parole emotive e frivole, carenti di grandi ideali e creatività. Occorre invece fidarci di più dei giovani, dar loro l’opportunità di coltivare grandi idee, e soprattutto presentare loro le sfide planetarie con fiducia nelle loro possibilità di risolverle.
Orientare in modo forte la loro idealità verso la soluzione dei grandi problemi del mondo e non fermarsi solo al piccolo orticello di casa propria. Sarebbe un amore concreto verso le loro capacità e la loro persona, foriero magari di nuove utopie positive.
Sì, i giovani meritano tutta la nostra fiducia e passione!
Mia madre mi ha abbandonato all'età di 9 anni. Una madre che non c'è mai stata per me, non è venuta alla mia comunione né cresima, la vedevo ogni quindici giorni per mezz'ora. E adesso che è rimasta vedova ha bisogno di tutto, perché è anche una persona ignorante, nel senso che non sa leggere né scrivere. In realtà ha bisogno solo di aiuto pratico perché comunque mi tratta male e parla male dei suoi figli (siamo cinque). Adesso che mi sono ammalata di cancro, non è molto interessata alla mia condizione. Io non voglio vederla, di Lei mi irrita tutto, faccio quello che posso, l'aiuto nelle urgenze, ma dipendesse da me non vorrei vederla più. E questo mi fa sentire in colpa. Prego per lei tutti i giorni. Se penso di rincontrarla in Paradiso... mi sento male!! M. Grazia
Gentile dottor Aceti, mi sono innamorata più volte…e spesso sono rimasta delusa….dopo un po’ tutto torna come prima…. Ho assistito ad una sua conferenza…e mi è piaciuta…mi dica , per favore, cos’è per lei l’amore.. Anna di Viterbo
Conosco una persona con handicap e vorrei diventare sua amica, anche per aiutarla. Ma non è facile avvicinarmi e ho paura di fare qualcosa di sbagliato e offenderla. Meglio se lascio perdere? Non so bene cosa fare. Anna
Mia figlia si sta separando dal marito e io sono molto preoccupata per le mie nipotine di 3 e 7 anni, che sono sempre irrequiete e nervose, forse perché mio genero ha picchiato mia figlia davanti a loro. Cosa posso fare per aiutarle? Una nonna angosciata
Ho 68 anni e non posso sapere come sarò e mi trasformerò. Penso però che sarà sempre più dura. La mia domanda è “Perché preoccuparsi?”. Ho dato tanto a figli e nipoti (ne ho tre di 14 ,10 e 6 anni), che voglio di più? A loro, figli e nipoti, può bastare eccome!!! Non speravo nemmeno di conoscerli. La mia futura vecchiaia, il mio rimbambimento, vorrei che lo vivessero con distacco e intelligenza... Amore ce ne siamo dato tanto... avrò più bisogno di un geriatra capace e competente che di loro, ma in giro ce ne sono ben pochi. Lilla Merlino [caption id="attachment_63130" align="alignleft" width="234"] genova anziani[/caption]
Negli ultimi mesi la nonna è molto peggiorata come salute e come umore. Anche i nipoti se ne sono accorti. Cosa ci aspetta? Lucia