L'esperto risponde / Salute e benessere

Raffaele Arigliani

 

Raffaele Arigliani è Medico Specialista in Pediatra di famiglia a Benevento, dove lavora.  Svolge attività di Direzione della Scuola di Counselling IMR. E’ stato docente e relatore in centinaia di Corsi e Conferenze in tutt’Italia sulle tematiche della relazione efficace, con numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative sul tema. E’ Professore di Counselling PFCC presso l’Università Politecnica delle Marche; Professore di Pediatria di Relazione presso l’Università Federico II Napoli; Presidente della Commissione Counselling della Società Italiana di Pediatra.

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Cosa fare per la febbre dei bambini?

Il nostro bambino di due anni ha la febbre da qualche giorno e noi siamo davvero preoccupati. Che cosa dobbiamo fare? Quali medicine sono più adatte?

Chi svolge il mestiere di pediatra in questi giorni invernali riceve un’innumerevole quantità di telefonate e richieste di visite da mamme e papà che devono gestire la febbre del loro bimbo/bimba! Tuttavia, con febbre e quadri clinici assolutamente sovrapponibili, il livello di preoccupazione dei genitori è molto variabile: da quasi assente ad angoscia allo stato puro! Perché? E soprattutto come aiutare genitori e bambino? Proviamo a chiarire alcuni concetti.

La febbre (o iperpiressia) è un meccanismo che facilita il lavoro di quello che viene chiamato “sistema immunitario”, cioè le difese dell’organismo, che diventano più rapide ed efficienti nell’azione di contrasto ai virus o ai batteri che hanno aggredito. In questo periodo invernale il 90% delle febbri è di natura virale e si accompagnano a tosse e raffreddore: la famigerata Sindrome Influenzale!

La febbre va combattutta solo quando il bambino non “la tollera bene”, quindi non vi è un “livello di febbre” unico per tutti. Come? I due farmaci sostanzialmente equivalenti sono il paracetamolo e l’ibuprofene, mentre assolutamente inutili le “spugnature” o il ghiaccio sulla fronte! La tosse e il raffreddore si giovano di bevande calde ben zuccherate, lavaggi nasali con soluzione fisiologica, talora di un cucchiaino di miele prima di dormire (ricordarsi di lavare i denti dopo il miele!).

 

Le sindromi influenzali comportano febbre per circa 48-72 ore (la tosse anche per diversi giorni!) e il più delle volte sono una vera e propria epidemia, con scene tragicomiche: quando è il papà ad avere 37,8° di febbre rimane a letto immobile (sembra in coma!), mentre la madre con 39° lavora a tutte le faccende senza un lamento! Ma questa è un’altra storia…..

Torniamo alla febbre: quando serve consultare il pediatra? Se la febbre interessa un neonato di meno di tre mesi, se le condizioni generali del bambino si presentano scadenti (anche in presenza di febbre bassa!), se la febbre persiste per più di 3 giorni, se vi è mal d’orecchio (otalgia) persistente e significativo. E’ altresì normale che si abbia meno voglia di mangiare se si ha la febbre, inutile e spesso controproducente insistere (vale per i genitori ma anche per i nonni!).

Concludendo questa la mia ricetta per la febbre influenzale: antipiretico (se occorre!) + camomilla a volontà, con un po’ di miele + cibo “solo a richiesta” + fiaba da un bel libro (o racconto di una storia della famiglia!) + mano nella mano… fino a che il sonno non vince!

Ieri ho visitato Giulia, di 5 anni, con febbre 38,3° da 2 giorni, tosse, raffreddore, mamma agitatissima. La bimba mi guardava spaventata. Mentre la visitavo le sorridevo e le parlavo. Al termine le ho dato una caramella, ringraziandola per essersi stata così brava durante l’esame clinico. Quindi mi sono rivolto alla mamma e, dopo avere spiegato che la diagnosi era di banale influenza, le consigliavo la ricetta di cui sopra, fiaba e mano nella mano compresa! Al che Giulia, che ascoltava, attenta, ha esclamato, sorridendo e gioiosa: che bello avere la febbre!!!!

 

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