Si svolgerrà a Taranto dal 21 al 24 ottobre La settimana sociale dei cattolici italiani per andare oltre il conflitto tra ambiente e lavoro.

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«I poteri economici continuano a giustificare l’attuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria che tendono ad ignorare ogni contesto e gli effetti sulla dignità umana e sull’ambiente. Così si manifesta che il degrado ambientale e il degrado umano ed etico sono intimamente connessi». Riuscirà la Chiesa italiana ad affrontare questa realtà descritta da papa Francesco al paragrafo 56 nell’enciclica Laudato si’? È giusto domandarlo davanti alla “Settimana sociale dei cattolici italiani” in programma a Taranto dal 21 al 24 ottobre 2021 con il titolo “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso”.

La “città dei due mari” e dell’acciaieria più grande di Europa è il simbolo del conflitto imposto tra ambiente e lavoro. «Mai più inquinamento! Anche un morto solo, un solo bambino malato di cancro per l’inquinamento è, comunque sia, troppo per noi, un prezzo che non vogliamo pagare, una posta che non è in vendita! La vita non si baratta. La vita non si vende!», ha detto l’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, durante la Via crucis del 2013. Un grido, comune a tanti altri territori, inconciliabile con politiche ambientaliste di facciata.

«La transizione ecologica o sarà giusta o non sarà. O sarà fraterna o non sarà», come scrive don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio della Pastorale sociale e del lavoro della Cei, nel dossier “Conversione ecologica” pubblicato da Città Nuova.
«Niente di questo mondo ci è indifferente» è il titolo, ripreso dall’enciclica, del manifesto, curato da Daniela Padoan, dell’associazione Laudato si’ composta da attivisti non provenienti dall’ambito ecclesiale. L’ecologia integrale va oltre ogni steccato. Tracce possibili di un cammino da proseguire.