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Felicità e benessere all’Università di Torino

All’Università di Torino si sta svolgendo il Laboratorio di “contesti e strumenti per il benessere e la felicità”, rivolto agli studenti della laurea magistrale in Psicologia del lavoro e dell’organizzazione. Organizzato dal Dipartimento di Psicologia, è iniziato a febbraio e si concluderà ad aprile.

Il Movimento Mezzopieno, la rete italiana della positività, in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino, ha da tempo avviato un percorso di ricerca e di confronto sul tema della promozione della felicità e del benessere, con un approccio interdisciplinare che coinvolge la psicologia e la filosofia, passando per l’economia e la medicina.

Il concetto di felicità rappresenta un elemento fondamentale nella vita delle persone, tanto che i padri fondatori degli Stati Uniti d’America ne riconobbero il perseguimento come un diritto dell’uomo nella loro Dichiarazione d’Indipendenza. Al giorno d’oggi, il ricorso al termine felicità rischia di essere però abusato, al punto che non riusciamo a darne un significato univoco. Altrettanto succede per la parola benessere.

Questi temi non sono nuovi per il Movimento Mezzopieno, un collettivo di associazioni, aziende, scuole, giornalisti e persone comuni impegnate dal 2005 nella diffusione della cultura della positività, attraverso la prima free press nazionale di sole buone notizie “Mezzopieno News” distribuita gratuitamente in 5.000 copie cartacee in tutta Italia e in ospedali, scuole, associazioni, aziende e 40.000 lettori on line settimanali, attraverso il “TG delle Buone Notizie” realizzato in oltre 800 scuole da ragazzi e ragazze e con la campagna “Parità di informazione positiva”, che coinvolge un centinaio di giornalisti per portare più buone notizie nei media e in una riflessione a livello nazionale sulle buone pratiche per un giornalismo costruttivo e positivo per il benessere dei cittadini e del bene comune.

“Insegnare” a portare il buono nella propria vita e in quella degli altri
Quello con le università è un percorso che Mezzopieno ha avviato nel 2007 con la creazione della prima cattedra dedicata al filosofo Raimon Panikkar, che aveva dedicato la sua vita al dialogo interculturale e interreligioso, sull’economia della felicità presso l’Università di Torino.

L’attività di ricerca è lo strumento attraverso il quale il movimento Mezzopieno approfondisce la sua capacità di interpretare e analizzare la società e le sue evoluzioni. L’obiettivo dell’attività scientifica della comunità Mezzopieno è quello di sviluppare nuovi strumenti di conoscenza e supporti didattici ad uso dell’attività del movimento, dei suoi membri e per la collettività.

“Il pensiero positivo è quell’aspetto latente che collega fra loro la soddisfazione per la propria vita, l’ottimismo e l’autostima. Gli studi ci dimostrano che è strettamente connesso a molti indicatori di benessere, come la salute, la depressione, la stabilità emotiva. Ma pensare positivo non significa essere irrealistici o sognare ad occhi aperti, commenta Marta Casonato, psicologa e responsabile dell’ufficio studi di Mezzopieno e Semi Onlus, – Per questo è importante allenarsi a portare e vedere il buono nelle proprie vite, senza ipocrisia. Traendo forza da quel lato “mezzopieno” che esiste (dobbiamo ricordarcelo) e va guardato e contemporaneamente usando lo sguardo al lato “mezzovuoto” per impegnarsi a migliorare le cose. L’obiettivo del laboratorio promosso insieme all’università è quello di trasmettere a studenti e studentesse l’importanza di focalizzarsi non solo sul risultato delle proprie azioni, del proprio lavoro, ma anche allo stare meglio e al far star meglio gli altri. Un insegnamento per rimettere al centro i bisogni più autentici, sia in ambito professionale che nella vita quotidiana”.

Ci aspettiamo che possa rivelarsi un’occasione interessante e formativa per gli studenti, soprattutto in questo momento storico. In fondo anche il corso più frequentato di sempre all’Università di Yale – “Psychology of Good Life”- è nato dall’osservazione di uno stato di malessere degli studenti del campus e ha proposto di approfondire il tema della felicità. Parlare di questi temi si è rivelato e può ancora rivelarsi una scelta vincente.

Parlare di felicità e benessere in tempo di Covid
Parlare di felicità e benessere ha particolare valore in un contesto storico, epidemiologico e medico come quello che stiamo vivendo, in cui sembra difficile pensare si possano sviluppare occasioni di realizzazione personale o momenti di gioia. E’ questo l’approccio che mette in moto i cambiamenti per uscire dalle situazioni di difficoltà, non certo il crogiolarsi in ciò che non funziona. È proprio in momenti di difficoltà che si può recuperare l’ “arte di vivere”, cioè della capacità di uscire dalla realtà e immaginarne altre.

“Il benessere non è la mera assenza della malattia o del disagio e la felicità non è circoscritta al picco di endorfine, al successo momentaneo o alla gioia che si prova in seguito ad un particolare evento –  spiega la professoressa Angela Fedi, docente di psicologia sociale e di comunità dell’Università di Torino -. Entrambi i costrutti, pur differenziandosi, fanno riferimento ad un più ampio equilibrio, un’armonia tra il proprio mondo interno e quello esterno. Anche i contesti in cui si vive sono importanti, dove per contesto intendiamo le dimensioni relazionali, gli aspetti sociali che sono più vicini a noi, dall’ambiente professionale alle circostanze più generali in cui tutti viviamo. Le ultime ricerche, ad esempio, mostrano che la percezione della sostenibilità è diventata una variabile importante nello studio della felicità e del benessere. Solo se percepiamo di essere sostenibili e di poter avere un futuro sostenibile, sono possibili la felicità e il benessere”.

Siamo passati da una definizione in termini di successo personale, spesso attribuita alla felicità, ad una visione di successo collettivo e globale. Posso essere felice non solo se io riesco ad avere successo, ma anche se ho successo insieme con le persone, con il mondo addirittura. Rispetto ai contesti contano le relazioni. Per esempio dal punto di vista dell’economia, sappiamo quanto più contino i beni relazioni rispetto a quelli materiali, per produrre felicità e benessere.

Il report World Happiness Report, per esempio, cita come variabili più importanti per sostenere la realizzabilità di felicità e benessere il supporto sociale, la salute, ma anche la libertà e il basso livello di corruzione del paese in cui si abita.

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