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“Di bellezza si vive”, contro la povertà educativa

Nel gioco i bambini imparano le regole e a stare con gli altri

In Italia sono circa 9 milioni e mezzo i minori che vivono in povertà relativa e assoluta. Accanto al disagio economico e sociale si annida sempre quello educativo e il nostro Paese, culla di cultura e arte, scopre di aver abbandonato a loro stessi molti dei suoi figli: un minore su sette lascia prematuramente gli studi mentre circa il 50% dichiara di non aver mai letto un libro. La fotografia dell’infanzia in Italia era già sfocata negli anni pregressi, il Covid ha rappresentato un ulteriore duro colpo aumentando l’impoverimento a causa di difficoltà di accesso e digital divide.

Nella giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che si celebra il 20 novembre, ci si interroga su come affrontare questo drammatico fenomeno. Come invertire questa allarmante tendenza? Una proposta è di combattere la povertà educativa con la bellezza. È questo l’obiettivo di “Di bellezza si vive”, il progetto quadriennale selezionato da Con I Bambini nell’ambito del bando Un Passo In Avanti, giudicato tra i diciotto più innovativi su scala nazionale.

Per Di bellezza si vive, è proprio la bellezza a fornire la risposta più efficace al gap socio-educativo di minori in situazioni di disagio sociale. «Il dato sulla povertà educativa in Italia – spiega Giorgia Turchetto, responsabile del Progetto – è molto preoccupante. Dalla nostra osservazione deduciamo che il fenomeno continua a crescere anche perché le risposte sembrano essere solo formali e tendono a ripetere modelli che, con alcune fasce di giovani, non funzionano. Noi siamo partiti dal presupposto che la bellezza, le arti visive e performative, la musica, il teatro, la danza o il paesaggio, siano strumenti straordinari in grado di ampliare, come dimostrano moltissime ricerche, il potenziale cognitivo, comportamentale ed emozionale di chiunque, in particolare dei bambini. La bellezza, in altre parole, è un agente educativo e formativo che può divenire un mezzo formidabile nel recupero di minori a rischio o in situazioni di disagio o abbandono scolastico».

Il progetto è nato da un lungo percorso di co-progettazione interdisciplinare sostenuto da otto partner – Il Manto, capofila, Fondazione Horcynus Orca, On Impresa Sociale, Dipartimento Educazione Castello di Rivoli, Fondazione Moderni, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Assifero, Studio MCG Studio Associato di Pedagogia e Psicologia Clinica – diversi per sapere, missione, contesto, e punta proprio sulla multidisciplinarietà per fornire una risposta olistica ed efficace al problema della povertà educativa.

Il partenariato rappresenta un’inedita comunità educante composta da soggetti attivi sulle scene nazionale e internazionale con progetti di accoglienza, educazione, fruizione culturale, ricerca pedagogica e clinica, così come di divulgazione scientifica, formazione e sperimentazione di economie etiche, circolari e inclusive. Partito lo scorso maggio, durerà quattro anni e coinvolgerà bambini e ragazzi prevalentemente in condizioni di povertà educativa e marginalità sociale.

Le azioni sono rivolte a cinque ambiti tematici: famiglia, scuola, spazi di vita, spazi di cultura e mondi digitali. «Il nostro primo obiettivo – conclude Turchetto – è recuperare attraverso la Bellezza i minori e le comunità cui rivolgiamo le nostre azioni: puntiamo a promuovere una vera e proprio policy educativa condivisibile da agenzie formali e informali. Crediamo che sia arrivato il momento – e l’emergenza sanitaria in corso rafforza questa convinzione – di andare oltre i modelli tradizionali proposti da scuola e famiglia e favorire approcci educativi improntati alla circolarità e alla contaminazione dei saperi, al vivere pienamente la corporeità, interagire con l’ambiente e il paesaggio attraverso una comunità educante diffusa. Da questi presupposti possono scaturire energie e modelli nuovi realmente costruttivi nel contrasto alla povertà educativa».

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