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26 marzo 2021 #NODELIVERYDAY

riders Fabio Cimaglia / LaPresse

26 MARZO 2021 #NODELIVERYDAY

Seconda giornata di mobilitazione nazionale, dopo quella del 30 ottobre 2020, promossa da Rider X i Diritti per mettere al centro del dibattito pubblico le condizioni di lavoro dei ciclo-fattorini che lavorano per le piattaforme di food delivery (consegna di cibo a domicilio).

Come afferma Yftalem Parigi, primo tra i ciclofattorini ad essere riconosciuto, a Firenze, come delegato sindacale, rivolgendosi a tutti i  consumatori: «ricordatevi che nel mercato del lavoro i settori sono tutti collegati tra di loro, la legittimazione di un modello di sfruttamento in un settore porta ad una riduzione dell’asticella dei diritti per tutti i lavoratori, combattere al nostro fianco vuol dire combattere anche per se stessi e/o per il futuro dei propri figli, non scordatevelo mai quando scegliete che tipo di consumatori essere».

Perciò Parigi chiede «non vi dico di non ordinare, vi dico di fare di più: ordinate, fatelo però con quelle società che danno diritti ai lavoratori, in Toscana ormai ce ne sono tante e vi assicuro che noi faremo di tutto perché il numero aumenti sempre di più con il passare del tempo».

Da Modena la Camera del Lavoro sottolinea che «tutti i giorni i rider scendono in strada affrontando notevoli rischi per le consegne, non ultimo aggressioni, incidenti stradali (a volte mortali), a causa della velocità con cui effettuano le consegne per rispettare i parametri prestazionali imposti dall’algoritmo nella speranza di vedersi assegnare ulteriori ordini».

L’iniziativa nazionale indetta il 26 marzo 2021 dalle organizzazioni dei riders rientra nel contenzioso in atto con AssoDelivery  di cui abbiamo trattato su cittanuova.it.

Qualche segnale si inizia a vedere dato che il 24 marzo Cgil, Cisl, Uil e Assodelivery hanno sottoscritto, alla presenza del ministro del Lavoro, un “protocollo quadro sperimentale per la legalità”, contro il caporalato, l’intermediazione illecita e lo sfruttamento lavorativo nel settore del food delivery. Ma il cammino si prevede ancora lungo e c’è bisogno di una condivisione a livello sociale per indirizzarsi nella giusta direzione.

 

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