Wembley e le due Inghilterre a confronto

La sconfitta dell'Inghilterra nella finale degli Europei contro l'Italia ha fatto emergere il razzismo latente che permane in alcuni strati della società inglese, con molti tifosi che si sono scagliati contro i giovani calciatori di colore che hanno sbagliato i calci di rigore. Ne esce fuori anche un Paese unito, che si stringe intorno alle vittime di razzismo e che è orgoglioso del risultato comunque raggiunto dalla nazionale.
(AP Photo/Jon Super)

Una finale persa – quella degli Europei di calcio 2020 – e due Inghilterre a confronto. Da un lato, il razzismo latente e dormiente, tenuto a bada dalle vittorie oltre le aspettative della nazionale inglese, e riapparso con la sconfitta di Wembley. Dall’altro, una squadra giovane, coesa, multicolore, sostenuta da un’Inghilterra inclusiva, che ha saputo gioire di una medaglia d’argento che andrebbe portata al collo con orgoglio. Ma emerge anche un Paese che non è in grado di accettare la sconfitta, quando sono gli anglosassoni che ci insegnano la cultura del fallimento: non vedere la delusione come qualcosa di cui vergognarsi, ma come un’opportunità e un’occasione di crescita. È quanto risulta oltremanica da questa settimana post finale degli Europei.

(Andy Rain/Pool Photo via AP)

Sui social media gli odiatori di professione hanno fatto sentire la loro voce e un torrente di insulti è partito nei confronti dei giocatori di colore che hanno sbagliato i calci di rigore e provocato la sconfitta dell’Inghilterra. Marcus Rashford, attaccante della nazionale inglese e del Manchester United, è uno dei tre ad avere questa “colpa”, insieme ai compagni Jordan Sancho e Bukayo Saka. Il giocatore ha però deciso di rispondere alle accuse con un lungo sfogo sul suo profilo Twitter: «Posso accettare tutte le critiche per la mia prestazione, il mio rigore non è stato ben tirato, sarebbe dovuto entrare. Ma non chiederò mai scusa per quello che sono e da dove vengo».

Un senso di unione, emerso con le difficoltà della pandemia e rafforzato dai primi successi della competizione internazionale, che rischia di dissolversi per una partita di pallone. Eppure, il ricordo più significativo della compattezza nazionale risale a quando gli inglesi uscivano sulla soglia di casa per applaudire il proprio personale sanitario. Il team della nazionale ha rappresentato proprio questo spirito. I giocatori, una compagine multietnica, hanno avuto la capacità di andare oltre gli individualismi e di fare squadra, facendo dimenticare per un attimo agli inglesi le divisioni sulla Brexit, ormai da tempo diventata realtà.

Nel dibattito pubblico è entrata anche la politica. «Questa squadra merita di essere lodata – ha tuonato sempre su Twitter il premier Boris Jhonson – non di essere abusata razzialmente sui social media. I responsabili di questi abusi dovrebbero vergognarsi di se stessi». La dichiarazione di BoJo, seppur in difesa dei tre giovani calciatori, è risultata ipocrita per chi accusa il Partito Conservatore di aver alimentato il razzismo nel Paese. Il giocatore inglese Tyrone Mings ha poi controbattuto: «Non si può alimentare il fuoco all’inizio del torneo etichettando il nostro messaggio di antirazzismo (inginocchiarsi per sposare la causa del movimento Black lives matter, nrd.) come “politica gestuale” e poi fare finta di essere scandalizzati quando tutto questo è ciò per cui ci siamo attivati e contro cui stiamo lottando».

(Laurence Griffiths/Pool via AP)

In difesa dei giovani giocatori di colore è stata lanciata anche una petizione sul sito Change.org per manifestare loro solidarietà. Ma affianco a questa iniziativa, sulla stessa piattaforma, ve ne è un’altra che fa sorridere, soprattutto se paragonata al tema serio del razzismo. È stata lanciata una raccolta firme per chiedere che venga rigiocata la finale di Wembley conto l’Italia, per via della ormai famosa trattenuta di Giorgio Chiellini contro il giovanissimo attaccante dell’Arsenal, Saka, che ha fatto il giro del web con un’infinità di meme diversi. Per un numero cospicuo di tifosi inglesi, Chiellini avrebbe dovuto essere punito con un cartellino rosso e non giallo, perché si suppone che l’azione di Saka avrebbe potuto portare l’Inghilterra avanti, consentendo alla squadra di chiudere lì la partita.

Questa settimana post finale degli Europei è sintetizzabile con un’immagine, che più di mille parole spiega le due Inghilterre: quella intollerante e livorosa e quella inclusiva e sportiva. Il murales dedicato a Rashford a Machester è stato vandalizzato con scritte offensive nella notte dopo la sconfitta. Ma alcuni abitanti della zona hanno deciso di ridare dignità all’opera d’arte e hanno attaccato cuori, post-it e bandiere inglesi, con parole di affetto e vicinanza nei confronti dei tre calciatori presi di mira, per coprire le scritte ingiuriose.

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons