Voti perpetui

Stati Uniti, Austria, Italia, Spagna… Si avvicinano le consultazioni popolari ma le democrazie occidentali sembrano vivere in ininterrotte campagne elettorali
Schede elettorali © Michele Zanzucchi 2015.JPG

Stamani, nella consueta lettura della mazzetta di giornali e nella consultazione dei maggiori siti mondiali – una pratica giornalistica sempre più in disuso nelle redazioni, purtroppo – sono rimasto colpito dalla profusione di articoli che in un modo o nell’altro riportano le battaglie elettorali in diversi Paesi del mondo, assai diversi tra di loro. La vita politica pare un’ininterrotta campagna elettorale, gli atti e soprattutto le parole sono dei posizionamenti politici in vista delle seguenti elezioni.

 

Negli Stati Uniti Donald Trump è ormai sicuro della investitura repubblicana, visto che Cruz ha rinunciato. Mentre Hillary Clinton può permettersi il lusso di perdere contro Sunders, ormai in tasca ha la nomination democratica. Obama sta alla finestra, si diverte, fa parlare della figlia e riprendere un briciolo di normalità. Fino a novembre dovremo sorbirci gli slogan dei due candidati e la battaglia a colpi di milioni di dollari buttati ogni giorno dalla finestra.

 

Dall’Austria che elegge il presidente vengono parole di gravità inaudita, come la ricomposizione del Tirolo, come l’accusa ad Angela Merkel e Matteo Renzi di essere scafisti. Il vocabolario usato pare preso in prestito dai comizi pre-nazisti e pre-fascisti e pre-stalinisti, le parole volano, magari dopo le elezioni si tornarà a linguaggi più moderati.

 

In Spagna messi e mesi di trattative non hanno portato a nulla e si torna al voto. Podemos non riesce a raddoppiare e rischia di lasciare. I partiti tradizionali vedono pararsi dinanzi dei barartri difficilmente immaginabili. Tutti contro tutti, pare il nuovo sport nazionale.

 

In Italia ogni questione viene ormai vista come un pro-Renzi o un contro-Renzi in vista del referendum costituzionale di ottobre, anche le decisioni di un giudice, anche le proposte di spacchettamento dei quesiti referendari, anche una nomina, anche un’intervista rubata.

 

Ma la gente continua a vivere nonostante le elezioni. La gente continua a fare politica quotidiana, anche in vista di quell’altissimo atto democratico che è la votazione. Spesso a fatica, ma è costretta a farla. Viene da dire che pochi sono coloro che si legano a quel che non muore con voti perpetui, ma molti sono coloro che si legano a quel che muore con il voto perpetuo…

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