Viterbo accoglie il sogno di Chiara Lubich: portaTi il mondo tra le braccia

Presentato, all'interno della rassegna "Incontri Gentili", il libro di Armando Torno
PortarTi il mondo tra le braccia

Viterbo, sabato 27 agosto 2011. Come ogni anno fervono i preparativi per il tradizionale e attesissimo trasporto della “Macchina di Santa Rosa”, con un’altezza di 28 metri e circa 46 quintali di peso, che incederà a passo di danza sulle spalle di 100 uomini (chiamati “facchini di Santa Rosa”) il 3 settembre, giorno della festa. Il clima giusto per la presentazione del libro edito da Città Nuova Portar Ti il mondo fra le braccia. Vita di Chiara Lubich, la prima biografia della fondatrice del Movimento dei Focolari scritta dalla penna di Armando Torno, all’interno della rassegna culturale “Incontri Gentili”.

 

Man mano che il sole tramonta e la temperatura si mitiga, le sedie (oltre 150) si riempiono. Presenti anche alcuni sindaci e assessori. A fare gli onori di casa, l’assessore alla Cultura della Provincia di Viterbo, Giuseppe Fraticelli, che sottolineato: «Conoscere Chiara Lubich significa avere una dimostrazione pratica dell’amore di Dio, che continua ad inviare sulla terra persone semplici ma capaci di gesti straordinari. Non posso non parlare di Chiara Lubich con un grande rispetto e una forte gratitudine, dal momento che ho respirato in famiglia la sua storia, la sua vita. Nella nostra rassegna culturale abbiamo fortemente voluto iniziative come questa per invitare il pubblico alla riflessione e alla riscoperta di alcuni valori profondi. Mai come oggi c’è necessità di ispirarsi a personaggi come Chiara Lubich».

 

La serata è stata moderata da Maria Grazia Baroni, giovane collaboratrice del Gruppo Editoriale Città Nuova, che ha accolto due testimoni diretti della vita e del pensiero di Chiara Lubich: Giorgio Marchetti, uno dei primi focolarini, e Diego Goller, appartenente a quella che viene considerata la seconda generazione del Movimento dei Focolari, i Gen (Generazione Nuova), che la fondatrice avviò all’alba dei moti di contestazione giovanile nella seconda metà degli anni ’60.

 

In un susseguirsi di ricordi si è stagliata la figura di una donna poliedrica, che colpival’intimo di ciascuno e si faceva seguire soprattutto perché attenta a chi incontrava in quel momento: come Giorgio, da molti conosciuto con un nome donatogli da Chiara come un traguardo da raggiungere, Fede, perché attanagliato per lungo tempo da dubbi che lei con semplicità e attenzione alle esigenze dell’altro ha smontato.

 

Diego, per anni lui stesso Gen e poi responsabile del movimento giovanile dei Focolari, ha sottolineato come Chiara sapesse cogliere il pensiero e il linguaggio dei giovani e, nonostante avesse già un’età che all’epoca veniva “contestata”, agganciasse le delusioni, le speranze e le attese dei ragazzi, incitandoli a quella rivoluzione evangelica che ha attirato centinaia di migliaia di gen in tutto il mondo. Uno dei suoi segreti, secondo Diego, è stato quello di andare oltre al problema generazionale, creando un clima che mettesse in luce sia la freschezza degli uni che la maturità degli altri, in un ponte di dialogo proficuo.

 

A concludere la serata sono state le parole dell’autore, Armando Torno, non presente a causa della velocità con cui le richieste di presentazione si susseguono: «Il libro vuole offrire un messaggio senza esaurire un argomento tanto vasto: c’è ancora una Chiara da scoprire e ne è emersa solo una parte». Sono parole vere e ciascuno si porta a casa, oggi e nel tempo, un qualcosa in più di Chiara Lubich.

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