Vince la destra del 31enne Kurz

Risultati elettorali chiari: ha vinto la tendenza neo-conservatrice e anti-stranieri. Il decadimento della competizione politica. Ora però Kurz deve convincere i suoi elettori
Sebastian Kurz

I suoi tifosi lo chiamano «Wonderboy» mentre quelli che hanno uno sguardo scettico sulle sue qualità parlano del «cancelliere bambino»: Sebastian Kurz a soli 31 anni secondo ogni probabilità diventerà il prossimo cancelliere dell’Austria. Il suo partito, l’Övp, è stato il più forte alle elezioni legislative di ieri, domenica 15 ottobre, con il 31,6 per cento dei voti. È molto probabile che il presidente dell’Austria, Alexander Van der Bellen, lo incarichi della formazione del nuovo governo.

I socialdemocratici della Spö, con Christian Kern, cancelliere uscente, sono risultati il secondo partito con il 26,9 per cento. Nelle ultime settimane la Spö era “scivolata” proponendo una campagna sporca sui social media contro Sebastian Kurz. Nonostante ciò Kern è risuscito a non perdere voti per il suo partito nel confronto con le elezioni precedenti.

Il 26 per cento ha votato invece per la Fpö di Hans-Christian Strache, partito populista di destra, crescendo di più del 5 per cento rispetto al 2013. Forse sperando di evitare che essa guadagni ancora più voti, Kurz negli ultimi mesi si era rivolto sempre di più a destra. È ora molto probabile che Kurz si prodigi per ottenere una coalizione con la Fpö, visto che i precedenti governi di coalizione tra Spö e Övp hanno fatto terra bruciata, perché la coalizione era frutto di compromessi prefissati e posizioni di potere quasi nepotistiche.

Entrano pure in parlamento i Neos (5,1%), partito liberale nato nel 2012, e la lista Peter Pilz (4,3%) fondata pochi mesi fa da un ex-deputato dei verdi. Il quale partito dei verdi, dopo litigi interni, ha perso più di 8 punti percentuali e, stando ai primi risultati, (3,9%), rischia di non raggiungere nemmeno la soglia di sbarramento del 4 percento.

Con queste elezioni l’Austria – non a sorpresa a dire il vero – si è spostata decisamente a destra. La lotta elettorale ha echeggiato molti slogan contro i migranti, soprattutto rifugiati, e avvertimenti contro l’Islam. Nei fatti la politica austriaca ha perso in dignità: come già accaduto l’anno scorso nella lotta elettorale fra Alexander Van der Bellen e Norbert Hofer per la presidenza federale, anche questa volta la campagna è stata giocata sul registro dell’aggressività, del fango e dell’odio. Con il risultato che gli elettori stanno perdendo sempre più la loro fiducia nella politica.

Pochi mesi fa Kurz ha mutato colore al suo partito per dare l’impressione di un rinnovamento: ha scelto il turchese. In futuro dovrà provare però che non ha solo dato una nuova tinta al suo gruppo, ma che abbandonerà seriamente il vecchio stile politico del partito e che farà una politica convincente per gli austriaci. Se si metterà assieme alla Fpö per un governo comune, lo slittamento a destra allontanerà Vienna da Bruxelles e renderà più difficile la collaborazione nell’Unione europea.

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