Vince il centrosinistra

Francesco Pigliaru è il nuovo governatore della Sardegna, battendo il predecessore Cappellacci. Ma il dato più significativo è quello sull'astensione
Francesco Pigliaru è il nuovo governatore della Sardegna

L'economista Francesco Pigliaru, 59 anni, è il neo governatore della Regione Sardegna. Per due anni è stato assessore alla Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio della Giunta di Renato Soru. Il docente di Economia è stato eletto alla guida della Giunta, con un distacco di 4 punti percentuali sul rivale Ugo Cappellacci, che lo ha chiamato per complimentarsi già dal pomeriggio quando la tendenza andava delineandosi.

A seguire gli altri candidati: Michela Murgia, a capo di una coalizione autonomista, ha superato il 10 per cento dei consensi, Mauro Pili con Unidos ha raggiunto il 5 per cento. Sotto l’1 per cento invece Pier Franco Devias, del Fronte Indipendentista, e Gigi Sanna, del Movimento Zona Franca.

Un’elezione quella di Pigliaru che ha colto molti di sorpresa, dato che l’ex assessore della Giunta Soru è stato designato dal centrosinistra un mese e mezzo prima della consultazione, dopo l’abbandono della vincitrice delle primarie, l’europarlamentare Pd Francesca Barracciu, coinvolta, come molti consiglieri regionali, nell’inchiesta sull’uso dei fondi dei gruppi consiliari.

Per il neo governatore il lavoro si prospetta tutt’altro che facile, in una regione caratterizzata da una profonda crisi economica e sociale e da un astensionismo che ha raggiunto il 48 per cento degli aventi diritto. Un dato quello della disaffezione alle urne che dovrebbe far riflettere: è il più importante ma allo stesso tempo quello più inquietante.

Un sardo su due è rimasto a casa, o forse è andato al mare, visto il clima primaverile di domenica scorsa, disertando così le urne. 15 punti percentuali in meno, rispetto alle elezioni regionali del 2009, la dicono lunga su come i sardi abbiamo disistima della classe politica che finora li ha guidati. Non si tratta di un non voto di protesta, ma di una scelta ponderata, fatta da migliaia di sardi, forse stufi delle beghe di palazzo e delle poltrone occupate senza che le loro istanze vengano prese in considerazione. Ora però ci sono 60 nuovi consiglieri e una nuova Giunta in attesa di essere formata dal neo governatore. A loro l’arduo compito di far ricredere coloro che non hanno ritenuto importante scegliere avendone la possibilità, e lasciando, di fatto a pochi, l’onore di decidere per tutti.

Il mondo dell’associazionismo ha inviato da tempo una serie di richieste alla nuova Giunta e al nuovo Consiglio regionale. Un piano a sostegno della famiglia, il rilancio della formazione professionale, incentivi a favore delle piccole e medie imprese, una nuova centralità del settore agricolo e della cooperazione. Sono solo alcune delle richieste avanzate alla nuova classe dirigente regionale dalle principali associazioni e realtà ecclesiali e no, presenti sul territorio sardo.

Per Mauro Carta, presidente provinciale Acli di Cagliari, «è necessario un programma strutturato, incentrato sui giovani, ma attento anche agli adulti che hanno perso il lavoro e che non stanno beneficiando degli ammortizzatori sociali. Azioni concrete, come un programma di rilancio delle piccole e medie imprese, attraverso sgravi fiscali e contributi per le assunzioni, finalizzate a superare la logica dei sussidi, per esempio coinvolgendo i cassintegrati in attività di servizio civico; inoltre, occorre pensare agli anziani, a cui si potrebbe estendere il servizio di volontariato, in cambio di un bonus di qualche centinaia di euro».

Ancora attenzione ai giovani, con la necessità di rilanciare la formazione professionale, come «risposta strategica contro la dispersione scolastica (il 25 per cento in Sardegna, dato record a livello nazionale) – sottolinea don Simone Indiati, delegato salesiano per la formazione professionale in Sardegna Cnos-Fap – attraverso il sistema di accreditamento degli enti, come garanzia di trasparenza».

È necessaria poi un'economia capace di ridare una nuova centralità al settore agricolo, come chiede invece Battista Cualbu, presidente regionale Coldiretti, «seguendo due binari: il contrasto preventivo alle emergenze e lo sviluppo di un piano agricolo regionale capace di far crescere le filiere sarde, che quest’anno hanno dato risultati importanti. Per attuare ciò, è necessario che le imprese poggino su una piattaforma solida, costituita dalla nuova politica agricola comunitaria: se la nuova Giunta regionale sarà in grado di giocare un ruolo importante nei negoziati, le imprese agricole sarde potranno ottenere molti più fondi rispetto alla programmazione precedente».

La palla ora è in mano al governatore Pigliaru e alla Giunta di prossima formazione, con il supporto del Consiglio regionale: insieme ai sardi dovranno far uscire l’Isola dalle secche in cui si trova.

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