Viaggiare un 11 settembre: datteri, allarmi e grida

Diario di viaggio tra Tolosa e Roma, nel 15° anniversario delle Torri gemelle. Scene comiche e timori senza senso. Ma non siamo più gli stessi
Twin Towers New York © Michele Zanzucchi 1997

Viaggiare l’11 settembre. A Tolosa oggi hanno sospeso Schenghen e così ci sorbiamo una coda infinita per il controllo dei passaporti. Sembra di essere tornati indietro di vent’anni, ed effettivamente è così. C’è nell’aria un non so che di sospeso che fa scattare i nervi alla gente in attesa per un nonnulla: anche le grida dei bambini – prima del mio volo per Roma ce n’è uno per Algeri, e sembra che la media dei passeggeri non superi i 18 anni, tanti sono i bimbi, e considerando pure i vecchi – suscitano rimostranze e timori. Non parliamo dell’allarme di un duty free che sparge le sue note lancinanti suscitando inquietudine, se non panico, tra gli avventori e i viaggiatori. Due infermiere di un bar fanno le spavalde, ma di cosa parlano? Delle due emergenze alla bomba che ieri ci sono state a Pau e a Marsiglia, mentre due giorni fa era stata trovata un’auto carica di bombole di gas accanto a Notre-Dame-de-Paris.

Mi siedo in mezzo a magrebini caciarosi e incostanti, i cui telefonini suonano a volume pazzesco litanie per Allah e melodie mediterranee: una signora ossigenata muove appena le sopracciglia, ma i suoi occhi sono terrorizzati, o schifati. Se ne accorge una donna sulla trentina (o ventina? o quarantina?) che fruga nella sua sformata borsa di tela alla ricerca di qualcosa. Tira fuori un sacchetto di plastica appiccicoso e offre alla bionda timorosa un dattero e un dolcetto al miele. La nobildonna, così sembra, gentilmente ma fermamente rifiuta l’offerta, e così a beneficiarne è il sottoscritto, che si delizia soprattutto per la dolcezza e la morbidezza del grasso frutto del deserto.

C’è un po’ di calma, finalmente, ma mi trovo a consultare il sito di un quotidiano italiano e mi accorgo che la partita dell’Olimpico tra Roma e Sampdoria è sospesa a lungo per un nubifragio sulla capitale. Ci voleva solo il maltempo in questo 11 settembre 2016: sembra che non pochi voli siano stati sospesi, deviati, ritardati.

In un gate vicino parte anche un volo per Tunisi. Questa volta sono io a “provocare” tre o quattro ragazzotti che si apprestano a partire per il Paese in cui sono nate le cosiddette “primavere arabe”, un’era geologica fa, ormai, anche se evidentemente ci si è sbagliati di stagione. «Che effetto fa viaggiare in un 11 settembre ad un arabo?». Silenzio. Poi uno di loro, barba curatissima e RayBan a specchio sul naso, mi fa a sua volta: «E a te che effetto fa?». Touché. Gli racconto delle mie sottili inquietudini, sembrano soddisfatti della risposta, come mi conferma uno sbarbatello che probabilmente non è ancora maggiorenne, famiglia a Auch, macellaio di professione: «Moltiplica per dieci quello che provi tu e così capirai quello che proviamo noi». S’inserisce una ragazza con lo hijab, pare un’intellettuale: «Se consideri che noi siamo assediati ogni giorno dai sospetti indirizzati agli arabi, indistintamente, capirai perché oggi per noi cade una ricorrenza tragica».

Ultimo sussulto, il cambio di gate, una vera sciocchezza, una routine quasi, ma oggi tutto sembra strano. Boarding normale, salvo che ci fanno aspettare sulla galleria telescopica che porta all’aereo, senza farci entrare. Quasi un’ora, in un caldo asfissiante, finché un mezzo di smistamento dell’aeroporto non urta accidentalmente le ruote che sostengono la galleria, creando un momento di panico: un paio di vecchietti si sentono mancare. Finché montiamo sull’aereo, la Roma ha battuto la Sampdoria dopo il nubifragio, mentre il Milan continua a perdere, questa volta con la sua bestia nera dell’Udinese… Il volo è tranquillo, anche gli agenti atmosferici ci sono propizi. Ma all’arrivo dei poliziotti di frontiera italiani mi prendono di mira, e così debbo svuotare fino all’ultimo spillo il mio bagaglio. Gli agenti si interessano anche a queste mie note sull’11 settembre… Capiscono finalmente. Buon compleanno mondo globalizzato e diffidente!

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