I vescovi europei chiedono più spazio per i giovani

I giovani rappresentano circa un terzo della popolazione del continente europeo e, per loro, i vescovi europei chiedono alle istituzioni europee un maggiore ascolto e la creazione di un coordinatore dell’UE per i giovani

In occasione della Giornata internazionale della gioventù, i vescovi europei, riuniti rappresentati dalla Commissione delle conferenze episcopali dell’Unione Europea (Comece), lanciano un appello all’Unione Europea (UE) per fare più spazio alle voci dei giovani, richiamando l’esortazione apostolica post-sinodale “Christus vivit” di Papa Francesco, essendo questi il presente e il futuro del nostro mondo e il catalizzatore di cambiamento e trasformazione.

Infatti, i giovani rappresentano circa un terzo della popolazione nell’UE, ma molti di loro sperimentano incertezza, frustrazione ed emarginazione a causa dell’elevato tasso di disoccupazione, che li priva della possibilità di contribuire pienamente allo sviluppo della società e, di conseguenza, non riescono a sviluppare quella capacità di sognare e sperare, tipica invece delle generazioni precedenti.

La Comece è attivamente impegnata in un costante dialogo con le istituzioni dell’UE, nel sollecitare i cittadini a partecipare alla vita democratica dell’UE e nel coinvolgere i giovani a livello europeo. Infatti, ad aprile 2019, la Comece ha organizzato un evento sulla partecipazione dei giovani nella società e ha istituito una piattaforma con le organizzazioni cattoliche giovanili al fine di promuovere meglio le loro proposte e prospettive nel dialogo con le istituzioni europee.

In tale occasione, Mons. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e presidente della Comece, ha ricordato che è «vocazione della Chiesa ascoltare le paure dei giovani e lavorare insieme, anche a livello europeo, permettendo loro di realizzare i loro sogni e aspirazioni nelle loro comunità locali».

Per questo, la Comece ha accolto con favore la proposta della nuova strategia dell’UE per la gioventù e ha incoraggiato la prossima Commissione europea ad attuare tale strategia e, in particolare, a istituire un coordinatore dell’UE per i giovani, in modo da diffondere la voce dei giovani a livello europeo.

La Commissione europea guidata da Jean-Claude Juncker, si è contraddistinta per due iniziative principali rivolte ai giovani. Innanzitutto DiscoverEu, che consente ai giovani europei di viaggiare ed esplorare il ricco patrimonio culturale europeo, ed il Corpo europeo di solidarietà offre loro la possibilità di fare volontariato e lavorare in progetti a sostegno delle comunità e delle persone in Europa. Inoltre, l’UE è impegnata nel costruire uno Spazio europeo dell’istruzione, per aumentare ulteriormente l’eccellenza e l’inclusione dei giovani, nonché rafforzare il senso di un’identità europea condivisa.

Il problema è che queste politiche ed iniziative europee, come il programma Erasmus osannato da tutti, sebbene ottime, in realtà non raggiungono i giovani che sono ai margini della vita sociale nelle nostre comunità e che sono coloro che ne avrebbero più bisogno. Infatti, spesso, i giovani che viaggiano e studiano in Europa, che partecipano ai programmi di scambi culturali o di lavoro, sono già inseriti in contesti socio-economici positivi. La vera sfida, anche per l’UE, è quella di andare verso le periferie fisiche ed esistenziali e coinvolgere quei giovani che le abitano, per integrarli ed offrire loro i benefici immensi che porta l’UE.

 

 

 

 

 

 

 

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