Verso un umanesimo trascendente

Da Portoghesi a Kounellis, da Calatrava a Bartolucci, da Morricone a Pupi Avati, tutto il mondo artistico era rappresentato nell'incontro col papa per il suo sessantesimo di sacerdozio
papa benedetto XVI e l'arte

Si va verso un umanesimo trascendente. È la riflessione dell’architetto Paolo Portoghesi dopo l’incontro che il papa ha avuto il 4 luglio, nel vestibolo dell’aula Paolo VI, con sessanta artisti internazionali. Un incontro preparato con cura dal cardinale Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la cultura, in occasione dei sessant’anni di sacerdozio di Benedetto XVI. C’era, si può dire, tutto il mondo artistico rappresentato.

 

Poeti, pittori, scultori, architetti, registi, musicisti. Nomi come Portoghesi, Kounellis, Botta, Calatrava, Paladino, Renzo Piano, Bartolucci, Morricone, Rondoni, Giuliani, Azuma, Pupi Avati, ossia personalità che in piccolo o in grande cercano di dare, o meglio, di trovare e far risplendere, nel varie forme d’arte, l’anima umana.

 

«Siate cercatori di verità, testimoni di carità», ha esortato il papa. Notando come «… è dall’unione, vorrei dire dalla sinfonia, della perfetta armonia di verità e carità, che emana l’autentica bellezza».

 

Soffermandosi a parlare con ciascun artista, chiedendo spiegazioni tecniche delle loro opere, il pontefice ha proseguito il dialogo iniziato il 20 novembre 2009 nella Cappella Sistina, sulle tracce della luminosa intuizione di Paolo VI, seguita poi da papa Wojtyla, di riagganciare il rapporto costruttivo con gli artisti, dopo un lungo periodo di separazione.

 

Momenti commoventi: Giuliano Giuliani, di Ascoli Piceno, che lavora il travertino rendendolo fragile e luminoso come il vetro, ha presentato il suo angelo “astratto” al papa. «Mi ha chiesto delle spiegazioni», confida, «ma io ero così commosso da faticare a parlare».

 

Un omaggio speciale è stato quello del regista Pupi Avati che ha presentato un breve filmato con scene dei migliori film italiani su “momenti sacri” nel cinema, da Pasolini ad Olmi, chiudendo con il raro documentario dell’ordinazione dello stesso pontefice a Monaco. Benedetto aveva gli occhi lucidi davanti alla memoria di quel giorno.

 

«Non cercate mai la bellezza lontana dalla verità, fate risplendere la verità nelle vostre opere»: questo il saluto finale del papa. Con un arrivederci al prossimo incontro.

 

Ora, fino al 4 settembre, la mostra è aperta. Sfileranno migliaia di visitatori ad ammirare la partitura “in forma di croce” di Morricone, il progetto di Niemeyer della nuova cattedrale di Belo Horizonte, il volto lucente di Paladino, la goccia bronzea di Azuma…Veramente si passeggia attraverso l’arte, in diversi casi, con l’A maiuscola.

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